Le richieste del P. M. al processo per l'eredità Bottazzi di Movi L.
Le richieste del P. M. al processo per l'eredità Bottazzi di Movi L. La requisitoria della pubblica accusa ad Alessandria Le richieste del P. M. al processo per l'eredità Bottazzi di Movi L. Tre anni a ciascuno degli imputali - Gli accusati sono un notaio genovese e due fratelli industriali - In favore dei due il padre (ora defunto) aveva imposto alle sorelle di rinunciare alla loro parte - Prevista in serata la sentenza , n i (Dal nostro corrispondente) Alessandria, 24 giugno. Al processo per falso e truffa contro il notaio genovese Giuseppe Crespi, di 1,2 anni, ed i fratelli Italo e Renzo Bottazzi, di oli e 46 anni, noti posliiimiiiiiiiiiiililiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiii sidenti e industriali di NoviLigure, il P. M:. dott. Acquarone ha sostenuto la colpevolezza di tutti gli imputati in merito ai reati loro ascritti: per il notaio Crespi e l'Italo Bottazzi ha chiesto la condanna a tre anni di reclusione, per il Renzo Bottazzi a due anni e nove mesi; per tutti il condono di due anni e sei mesi della pena. Alla morte della signora Margherita Grassi ved. Bottazzi, madre dei due odierni imputati, il marito conte Carlo aveva imposto alle tre figlie Maria, Lucia ed Elena e ad altri due figli maschi di rinunciare all'eredità, che sarebbe così stata attribuita all'Italo e al Renzo. I fratelli sottoscrissero in pretura a Novi Ligure la rinuncia, ma dopo qualclie anno, quando già il conte Carlo era morto, l'Italo e il Renzo si resero conto che con quell'atto i figli dei rinunciatari avrebbero avuto diritto a rivendicare il patrimonio rinunciato dai genitori: si rivolsero allora al notaio Crespi, chiedendogli di redigere un documento, in base a cui risultasse che le tre sorelle Elena, Maria e Lucia cedevano ai fratelli Italo e Renzo tutti i beni provenienti dall'eredità materna.Secondo l'accusa, a questo punto vennero commessi il falso in atto pubblico e la truffa: le tre sorelle, secondo la sentenza di rinvio a giudizio|avrebbero firmato l'atto sen'za conoscerne il contenuto convinte solo di convalidare la vecchia rinuncia imposta dal padre, subendo quindi un notevole danno patrimoniale. Lucia Bottazzi, inoltre, avreb- be firmato il documento da sola, contrariamente a quanto attestato dal notaio, che nel redigere l'atto precisa che tutti ì firmatari erano presenti dinanzi a lui al momento della firma del documento, di cui egli aveva dato lettura; circostanza anche questa che, secondo l'accusa, sarebbe falsa. L'udienza di oggi è stata la quarta del processo. Durante le udienze precedenti, i tre imputati avevano respinto ogni addebito portando alcuni testi a loro difesa, mentre la pubblica e la privata accusa avevano cercato di dimostrare, sempre in base alle prove testimoniali, la fondatezza delle imputazioni. Stamane, conclusa ormai l'istruttoria dibattimentale, hanno parlato i due primi difensori di parte civile, avvocati Bifflgnandi e Fracchia. Il primo si è soffermato sul primo reato, sostenendo che le prove del falso erano state raccolte, com'è dimostrato che la signora Lucia Bottazzi era assente al momento della firma dell'atto redatto dal notaio Crespi. L'avv. Fracchia, a sua volta, ha dimostrato l'esistenza della truffa con grave dan no economico, conseguenza diretta del falso che egli ha dato per scontato. Nel pomeriggio l'insieme della causa è stato trattato dal terzo patrono di P. C, prof Massimo Punzo, che ha concluso chiedendo al tribunale la condanna degli imputati. Ha infine preso la parola il Pubblico Ministero. Domani si avrà la sentenza, f. m, Da sinistra, Renzo ed Italo Bottazzi col notaio Crespi in aula ad Alessandria
Luoghi citati: Alessandria, Novi Ligure
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