Oggi il mandato di arresto contro un bracciante in carcere per l'uccisione del mungitore di Mortara

Oggi il mandato di arresto contro un bracciante in carcere per l'uccisione del mungitore di Mortara L'aggressione di notte nel cortile di una cascina Oggi il mandato di arresto contro un bracciante in carcere per l'uccisione del mungitore di Mortara Fermato, assieme al suocero, il giovane si protesta innocente - Secondo l'accusa, dopo un litigio, avrebbe teso un agguato alla vittima percuotendola per mezz'ora - Arrestata l'amica dell'assassinato: deve rispondere di calunnia nei confronti di due agricoltori (Nostro servizio particolare) Mortara, 21 giugno. Il bracciante Ottorino Milan, 36 anni, originario di Taglio di Po (Rovigo) abitante nella cascina Granda di Nicorvo, a una decina di chilometri da Mortara, sarebbe l'aggressore di Tullio Scorea di ' 63 anni, mungitore della azienda agricola Borghesa di Mortara e spirato all'ospedale di questa città il 3 giugno, dopo sette giorni di agonia. Il Milan dovrà rispondere di omicidio preterintenzionale, secondo la denuncia dei carabinieri che l'hanno trattenuto nelle carceri di Vigevano. In stato di fermo c'è anche il suocero Angelo Battista Corini di SS anni; è accusato di concorso nelle percosse patite dal mungitore ucciso. La moglie del Corini, Maria Bortoloni, di 45 anni, è stata invece rilasciata, non essendo emerso nulla a suo carico. L'amica della vittima, infine, la cremonese Rosetta Polgatti, ),1 anni, dovrà rispondere di calunnia in danno dei coloni della cascina, Giuseppe ed Eugenio Conti, in quanto la donna avrebbe in un primo tempo fatto gravi dichiarazioni poi ritrattate. Pertanto, su ordine del procuratore della Repubblica, la donna è stata arrestata. Il magistrato, domani, non appena riceverà il rapporto dei carabinieri sul delitto, emetterà l'ordine di arresto sia per il Milan sia per il Corini. La pratica verrà quindi trasmessa al giudice istruttore. E così è stata fatta piena luce sulla misteriosa aggressione subita dallo Scorza, il quale spirò come è noto all'ospedale civile di Mortara, per edema polmonare, in seguito alla frattura di diciassette costole e contusioni multiple al capo. Il movente che ha spinto il Milan a percuotere selvaggiamente lo Scorza non è stato ancora accertato in quanto il mungitore continua a negare di essere venuto alle mani con lo Scorza. E' stata la deposizione di una figlia dei Corini, Angela Maria di 13 anni, la chiave, dell'intricato caso. La ragazza, la sera dell'aggressione, mercoledì 26 maggio, era presente (filando il padre, su richiesta del genero, andò a chiamare lo Scorza. Il Milan infatti aveva avuto una violenta discussione con il mungitore in ima osteria. Pertanto, tornato a casa, dopo aver pranzato con i Corini, il Milan prima di alzarsi da tavola per uscire in aortite disse: < Io esco e l'aspetto >. Quindi il palesano si portò davanti all'uscio di casa dell'amico della Polgatti. Fumò una sigaretta, e visto che lo Scorza non usciva, rientrò in casa dei suoceri e disse al Corini: < Chiamami il Tullio». Il Corini non ebbe nulla in contrario a soddisfare la richiesta del genero, ohe quella sera era suo ospite dovendo concordare il modo per far tornare da lui la moglie Rosetta Corini, dalla quale era separato. Una volta che lo Scorza fu in cortile (calzava zoccoli da lavoro e indossava solo una canottiera e le mutandine) il Milan avrebbe portato l'anziano mungitore dietro la casa, nei pressi d'una delle uscite della cascina; e appena appartati lo avrebbe percosso. I Conti, che hanno il loro alloggio un'ottantina di metri dal punto dell'aggressione, anche per la forte pioggia, non avvertirono nulla. Essi, però, verso le 22,30 usciti in cortile per provvedere a spostare un carro di fieno, rinvennero a terra l'anziano mungitore ferito che si lamentava e pronunciava frasi sconnesse. II Milan — e gl'inquirenti l'avrebbero appurato sulla scorta delle dichiarazioni della figlia dei Corini — avrebbe malmenato per circa mezz'ora lo Scorza con inaudita violenza, allontanandosi poi in ciclomotore per fare rientro a Nicorvo. Il Umore di una rappresaglia spinse forse la Poigatti a fornire delle indicazioni cosi contraddittorie da determinare in un primo tempo negl'inquirenti la convinzione di un'eventuale responsabilità degli affittuari. E alcune inesattezze di questi ultimi portarono al loro fermo per sette giorni. Le indagini intanto venivano ampliate, cosicché venne alla luce la posizione poco chiara della Poigatti, che indusse il magistrato a farla fermare e incarcerare. Il suo fermo, coincise con la libertà dei Conti, i quali risultarono estranei al fatto. Forse alla base della brutale aggressione dello Scorza ci sono motivi di carattere passionale, che avrebbero indotto il Milan ad aggredire l'anziano mungitore. g.

Luoghi citati: Mortara, Nicorvo, Rovigo, Taglio Di Po, Vigevano