Gli investimenti dell'Iri 605 miliardi di lire nel '64 di Arturo Barone

Gli investimenti dell'Iri 605 miliardi di lire nel '64 Conferenza stampa del presidente Petrilli Gli investimenti dell'Iri 605 miliardi di lire nel '64 Il fatturato del Gruppo è salito a 1623 miliardi, l'8 per cento in più del 1963 - Le operazioni per la conversione delle aziende ex elettriche: solo il 5 per cento degli azionisti ha esercitato il diritto di recesso I programmi per il futuro nel settore telefonico (Sip) e autostradale (Nostro servizio particolare) Roma, 18 giugno. Come negli anni scorsi, il presidente dell'Iri Petrilli ha voluto illustrare personalmente alla stampa italiana e straniera il bilancio consuntivo del Gruppo. Ciò gli è servito per sottolineare alcune grandi tappe dello sviluppo economico dell'intero paese: nel 1961, sono state infatti completate due opere di eccezionale impegno tecnico e finanziario, come il Centro siderurgico di Taranto e l'Autostrada dei Sóle. Si deve a tali opere se il volume d'investimenti dell'Ili ha segnato nel 1961, un nuoto primato (605 miliardi), fornendo un ìiotevole sostegno alla domanda globale in un anno caratterizzato da sensibili flessioni degl'investimenti industriali privati. Meno soddisfacente — si è affrettato a precisare Petrilli — è stato tuttavia l'andamento economico: anche le aziende Iri hanno dovuto sottostare a forti aumenti dei costi del lavoro senza potersi rifare sui prezzi, soggetti spesso alla concorrenza internazionale. Nonostante l'autofinanziamento ridotto, la crisi del mercato azionario, il nessun apporto del Tesoro (che ha rinviato a quest'anno l'aumento del fondo di dotazione in programma per il 1961,), Viri è riuscita egualmente a fronteggiare l'urgente fabbisogno di capitali, sfruttando tutte le possibilità esistenti all'interno ed all'estero. Di grande aiuto è stata all'Iri in questo caso la fiducia degli azionisti delle aziende ex-elettriche controllate dal Gruppo: le complesse operazioni connesse alla nazionalizzazione si sono praticamente concluse con una percentuale di recessi piuttosto modesta, pari a poco più del 5 per cento del credito complessivo verso l'Enel. Il recesso — 7ta sottolineato Petrilli — è stato esercitato per lo più da gruppi finanziari-industrìali, aventi propri programmi di reimpiego. Dopo aver insistito sulla necessità di ristabilire al più presto un migliore equilibrio fra costi e ricavi, puntando soprattutto su una accresciuta efficienza tecnologica ed organizzativa, Petrilli ha ricordato come il progetto di programma quinquennale accolga per intero gli obiettivi fondamentali contenuti nei piani piùrietinaii dell'Iri. Tali piani prevedono, fra gli altri, i seguenti traguardi: una produzione di oltre 20 milioni di tonnellate d'acciaio nel 1968 (con un aumento di oltre il 100 per cento rispetto al 196!,); una densità telefonica nel 1970 di 15 apparecchi per 100 abitanti (10,5 nel 1961,), sostanzialmente eguale a quella del resto del Mec, con automatizzazione quasi completa del servìzio urbano ed extraurbano; il completamento nel 1972 della rete autostradale di 2200 km., affidata all'Ili. Nel 1961, il gruppo Iri ha dato occupazione a 281 mila unità lavorative con un costo medio di circa il 10 per cento più elevato del 1963. Il fatturato ha raggiunto i 1623 miliardi, superando dell'S per cento il consuntivo 1963. Questo progresso è dovuto esclusivamente alle aziende di servizi (che hanno registrato un aumento del fatturato di oltre il 16 per cento), mentre quelle manifatturiere hanno dovuto accontentarsi di mezzi unitari cedenti realizzando ricavi complessivi su per giù eguali all'anno precedente. Arturo Barone

Persone citate: Petrilli

Luoghi citati: Roma, Taranto