Il grande stadio non era gremito: meno di quarantamila gli spettatori

Il grande stadio non era gremito: meno di quarantamila gli spettatori Il grande stadio non era gremito: meno di quarantamila gli spettatori La folla era accorsa assai più numerosa nel settembre 1960 ad incoraggiare Loi contro Ortiz - Pubblico elegantissimo nei posti intorno al ring - Delia Scala, Mastroianni, Renato Salvador*!, Rascel hanno assistito al «match» (Nostro servizio particolare) Milano, 18 giugno Seduto su una seggiola di ring come un borghese qualunque, lievemente appesantito ma con la dentatura più smagliante che mai, Duilio Loi, l'ex campione mondiale dei welters junior, stasera a San Siro rispondeva col suo sorriso cinese ai saluti dei tifosi che, per quanto siano passati due anni dal suo ritiro, non lo hanno dimenticato. In un certo senso stasera aveva vinto ancora una volta lui. Per quanto bravissimi, per quanto famosi, Mazzinghi e Benvenuti non sono riusciti infatti a richiamare a San Siro quella folla enorme che il 1" settembre 1060 aveva riempito il grande ca- fino per assistere appunto al duello fra lui, Duilio Loi, e Ortiz. Allora San Siro era gremito come per una finale di calcio, anche i gradini più alti dello stadio, quelli di dove il ring appariva piccolo come un francobollo, erano stipati fino all'inverosimile. Oggi no. Ci saranno stati 35/,0 mila spettatori, una folla eccezionale per un incontro di boxe ma che non ha messo in pericolo il primato dell'incontro Loi-Ortiz. In ogni modo alle 20, poco prima del match di avvio — i cancelli si erano aperti alle 18 — il grande stadio presentava un colpo d'occhio suggestivo. Gremite le tribune coperte, gremiti i « disfinti», solo le gradinate in curva erano quasi completamente vuote. Al centro del rettangolo verde su cui di solito si giocano le partite di calcio, il palco del ring — cinque metri per cinque — sembrava piccolo come una zattera in mezzo al mare. All'intorno migliaia e migliaia di seggiole allineate — i posti da venti, dieci e cinquemila lire — facevano pensare a un gigantesco cinema all'aperto. Questo settore di lusso è stato l'ultimo a riempirsi: commendatori dal collo tozzo e dagli anelli massicci, ex pugili provenienti da tutte le parti d'Europa, splendide «bambole» che facevano pensare alla «Nata ieri» di Judy Holliday. Marcello Mastroianni, con la capigliatura da GeppettoPolentina impostagli dal film che sta girando, andava spiegando ai giornalisti die lui c un appassionato di boxe, che non manca mai ad un incontro; Renato Salvadori, memore di aver ricoperto il ruolo di un pugile famoso in « Rocco e i suoi fratelli » parlava di uppercut e di jab; Renato Rascel si lamentava perché dal posto che gli avevano assegnato non riusciva a vedere bene il ring. Gli scrittori erano rappresentati da Uberto Quintavalle, il mondo del pugilato dagli ex campioni D'Agata e Urbinati. In primissima fila, elegantissima, Delia Scala con la sua frangetta bionda, seguiva animatamente le fasi dei primi incontri. «Scusi, preferisce Mazzinghi o Benvenuti? ». « Faccio il tifo per Benvenuti, ma mi piace Mazzinghi». «Perche assiste agli incontri di boxs? ». «Perché mi piacciono ». «Non la emozionano troppo?». «Sì, alle volte. I matches troppo irruenti mi scombussolano un po', ma quando sono di fron¬ te due atleti che si affidano soprattutto alla tecnica, mi diverto proprio ». Relativamente calma, durante i primi due incontri di contorno l'atmosfera di S. Siro si è improvvisamente arroventata quando sono saliti sul ring Mazzinghi e Benvenuti. Allora, dal catino di S. Siro, nel buio della notte si sono levati boati più possenti di quelli che salutano le fasi culminanti degli incontri dell'Inter o del Milan. Un urlo, che probabilmente non ha mai avuto uguali nella storia dello sport milanese, ha salutato la vittoria per k. o. di Benvenuti alla sesta ripresa. Mazzinghi, sdraiato sulle tavole per il conto totale, sotto la luce fredda dei riflettori, costituiva senza dubbio uno spettacolo impressionante. Ma, fortunatamente, si è ripreso prestissimo. Meno di un quarto d'ora, dopo lo abbiamo incontrato mentre usciva dagli spogliatoi dopo il bagno, in abito borghese, completamente ristabilito. « Corriamo, corriamo », diceva con entusiasmo ai suoi amici, « debbo vedere la fine dell'incontro fra Michelon e Saraudi». Gaetano Tumiati

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