Una inquieta riunione alla direzione del psi di Michele Tito

Una inquieta riunione alla direzione del psi PER L'ESAME PEI RISULTATI ELETTORALI Una inquieta riunione alla direzione del psi Lombardi, la sinistra e alcuni autonomisti dicono: « Questo governo giova solo alla de e al psdi; ci vuole un rilancio o la crisi» - Altri ribattono: «E' assurdo rimettere tutto in discussione per pochi voti persi» - Nenni interviene: « Sono in gioco le conquiste dei lavoratori, non dobbiamo rinunciare per una delusione elettorale o per prospettive incerte » - De Martino protesta per un discorso del ministro Mancini - Martedì le conclusioni (Dal nostro corrispondente) Roma, 18 giugno. Riunitasi per valutare i risultati delle elezioni in Sardegna, la direzione dèi psi s'è trovata impegnata in un dibattito diffìcile tutto teso alla preparazione del prossimo congresso del partito, fissato per ottobre. Dal segretario De Martino ai lombardiani alla sinistra ci si è mossi sul filo della ricerca dell'unità interna. In tal modo tutti i problemi risultavano collegati, da quello della collaborazione governativa a quello della unificazione socialista: una maggioranza eterogenea, formatasi anche con la defezione di qualche autonomista, respinge nel futuro il processo di unificazione che il segretario del psdi, Tanassi, aveva auspicato ieri per quest'anno; e i lombardiani e la sinistra premono perché, in attesa del congresso, sia accettato il principio secondo cui il passaggio all'opposizione rafforza il partito e rende meno pericolosa l'unificazione. Solo un breve ma energico intervento di Nenni ha potuto bloccare una tenden za che, sotto il peso delle delusioni elettorali, minac ciava di prevalere: la questione dell'uscita del partito dal governo — ha detto in sostanza il leader del psi —'■ non si pone neppure; le difficoltà che sono inevitabili in ogni collaborazione si risolvono sulla base dei prò blemi concreti ; e non è nep pure pensabile rinunciare alle conquiste che ora sono garantite ai lavoratori in cambio di prospettive incerte e, comunque, lontane. Non si avranno conseguenze pratiche immediate. Nonostante la delusione per i risultati elettorali e le preoccupazioni manifestate anche da qualche autonomista, il psi conferma la volontà di collaborare con i democristiani. Ma la preparazione del congresso diventa più difficile, e la pressione sugli autonomisti si fa più forte. Questi sono i risultati di un dibattito che il segretario on. De Martino aveva impostato, nella sua relazione, in termini problematici. I risultati elettorali, egli aveva detto in sostanza, non sono deludenti: perdite al Nord, progressi nel Sud e sconfitta del psiup in Sardegna. Però la de mostra di poter trarre quasi sola i vantaggi dell'attuale centro-sinistra: per questo il centro-sinistra deve diventare « più incisivo » e per l'unificazione socialista « bisogna essere più cauti » ; l'unificazione « non può essere di immediata attualità ». Circola anche la voce, molto attendibile, che De Martino abbia detto qualcosa di più di ciò che risulta dai riassunti ufficiosi: il governo Moro — avrebbe detto De Martino — è immobile, i suoi sforzi di mediazione cristallizzano i problemi e chi ne fa le spese, politiche, elettorali e di compattezza interna, è il psi: il psi si svena per la de e il psdi; deve perciò essere più unito e per essere più unito deve ottenere che il governo si muova più verso sinistra. De Martino, cioè, subordinava tutto, il centro-sinistra e l'unificazione, all'esigenza di una unità interna. Questo ha consentito a Lombardi di battere sul ta sto delle delusioni elettorali. Il psi perde voti perché il governo non è più di cen tro-sinistra, e continuerà a perderne: non sono regressi elettorali, è una caduta politica. Il psi deve essere chiaro nel dire che rifiuta l'adesione all'internazionale socialista (il che significa non fare l'unificazione) e, in coerenza, deve uscire dal governo. Quasi tutti gli interven¬ ti, anche quelli degli autonomisti Vittorelli e Tolloy, hanno rivelato riserve nei confronti del governo che « imprigiona » il psi senza dargli fiato. Invece di dividersi, come sempre, tra fautori della crisi e avversari della crisi, la direzione si è divisa tra fautori della crisi immediata e difensori di una posizione che reclama nuovi chiarimenti in sede governativa. A tarda notte lombardiani e sinistra si sono trovati in posizione di vantaggio e hanno tentato di cogliere un successo concreto costituendo una maggioranza nuova con una parte degli autonomisti. A questo punto tutto è diventato confuso e vi sono stati momenti drammatici: qualcuno ha portato la notizia di un discorso a Catanzaro del ministro Mancini (autonomista) che implicitamente criticava il segretario De Martino per le sue ambizioni mediatrici; De Martino ha reagito con violenza, ha preteso chiarimenti, i lombardiani si sono affrettati a sottolineare le divisioni nel gruppo autonomista. La seduta è stata sospesa in attesa di spiegazioni del ministro Mancini. H gruppo autonomista appariva sbandato: Nenni ha svolto un'azione incessante di convinzione -e di riorganizzazione, mentre si facevano e si disfacevano le intese più inaspettate. E' stato un momento pericoloso: notizie più sicure sul discorso di Mancini sono valse alla fine a rendere meno minacciose je tensioni. Ma l'episodio si inseriva in una situazione confusa: e non c'è stata conclusione. Nessun ordine del giorno è stato approvato. Il discorso verrà ripreso martedì. E' cominciata una vigilia congressuale molto incerta. Michele Tito

Luoghi citati: Catanzaro, Roma, Sardegna