Morta in circostanze oscure a Casale una giovane donna madre di 4 figli di Carlo Cavicchioli

Morta in circostanze oscure a Casale una giovane donna madre di 4 figli L'episodio in una poverissima abitazione della città Morta in circostanze oscure a Casale una giovane donna madre di 4 figli Aveva 30 anni - Separata dal marito (dal quale aveva avuto due maschi), viveva con un muratore di Novara - Dalla relazione erano nate due bimbe ora di 6 e 4 anni - La coppia era in miseria - Negli ultimi tempi la vittima usciva di sera sino a tardi lasciando le piccole sole nella casa senza luce - E' stata trovata cadavere sul letto - Non presenta tracce di violenza e forse si tratta di decesso per cause naturali - Tuttavia si dovranno attendere i risultati dell'autopsia (Dal nostro inviato speciale) Casale, 16 giugno. In una poverissima abitazione senza luce, nel centro di Casale, una donna di SO anni è morta in circostanze misteriose. L'uomo che viveva con lei l'ha trovata ieri sera cadavere sul letto al ritorno dal lavoro. La Questura ha aperto un'inchiesta; è stata fatta V autopsia, ma occorreranno lunghi esami per stabilire con precisione le cause del decesso. La vittima è Alba Venturini, originaria di Candia Lomellina. Ha avuto un'esistenza travagliata. Sì era sposata nel 1953 a Novara, ma dopo cinque anni si era separata dal marito lasciandogli due figli, ora ricoverati, sembra, in un istituto di Milano. Sempre a Novara, aveva più tardi conosciuto un muratore, Luciano Segìietto, di 32 anni, e senza rivelargli la sua condizione, era andata a vivere con lui. Il Seghetto era venuto a conoscenza dell'esistenza di un marito quando aveva proposto alla donna di sposarla; i due, infatti, in seguito alla loro relazione avevano avuto una bambina, Annarosa, che adesso Ita sci anni. Il fatto, comunque, non turbò i loro rapporti. Una seconda bambina, Erminia, è nata nel 1961. Al principio di quest'anno, sfrattata a Novara, la coppia si è trasferita a Casale, in un vecchio edificio, in via Mameli 62. Una stanza e un cucinino all'ultimo piano, con un terrazzo che si affaccia sul tetto. Vìvevano in grande miseria, il Seghetto non lavorava che saltuariamente. Siccome non riuscivano a pagare le bollette, erano stati loro tagliati i fili della luce. I vicini di casa non sanno molto di loro. Dicono che la Venturini usciva spesso, anche la sera, da sola. Sovente la vedevano seduta in un bar della città, gestito da una sua cugina. Accadeva che le due bambine rimanessero per ore e ore senza sorveglianza alcuna in casa. «Stavano sul terrazzo — ha detto una coinquilina — ad aspettare che i genitori tornassero, guardando in silen¬ zio nel cortile. Una volta era già buio e le due bambine erano ancora lì, e io ho sentito che piangevano. Mi hanno chiesto una candela, perché avevano paura di tornare nella stanza ». Alla fine di aprile la Venturini ha portato via le piccole. Pare che siano state accolte in un istituto di Vercelli, ma neppure il padre ha saputo indicarlo con precisione alla polizia. «Alba non ha voluto rivelarmi quale fosse. Mi ha solo assicurato che erano in un collegio e stavano meglio che a casa Fra il muratore e la donna i rapporti non era no più quelli di un tempo. Una notte, verso Vuna, i vicini hanno sentito la Venturini gridare. Era sul terrazzo. Qualcuno afferma che il Seghetto l'aveva chiusa fuori, altri dicono che fosse lei a non voler tornare nella stanza. « Faceva cosi perché era esaurita. Aveva emicranie e dolori allo stomaco, forse perché non mangiava mai abbastanza ». Ieri sera verso le 21,30, l'uomo ha bussato alla porta di una famiglia che abita sulla scala adiacente ed ha chiesto di passare dal loro balcone per calarsi sul terrazzo, perche la moglie non gli apriva e lui non aveva le chiavi. Non era la prima volta che accadeva, anzi altre volte era passato seì\za chiedere il permesso. Pochi istanti dopo lo hanno sentito chiamare dal terrazzo «Mia moglie si sente molto male, per carità, telefonate a un medico». Circa venti minuti dopo giungeva sul posto il dott. Bagna. Nel buio della stanza aveva difficoltà a visi¬ tare la sventurata. Tuttavia si rendeva conto al tatto che era morta. « Qui io non posso far più nulla, bisogna avvertire la polizia». Giungeva poco dopo il commissario, dott. Cusanno, con due sottufficiali. La salma veniva portata alla camera mortuaria dell'ospedale civile. Presso il letto si era trovato un tubetto di calmanti, vuoto. L'alloggio era allora sigillato, si invitava il Se ghetto al commissariato per un lungo interrogatorio. A un primo esame si sono riscontrate sulla salma — a! viso, al petto, alla schiena macchie di natura incerta. Il medico ha detto di non poter stabilire la causa della morte, perciò oggi, due periti venuti da Padova hanno eseguito l'autopsia. L'esito è coperto dal segreto istruttorio, ma non sembra che ì settori abbiano rilevato alcun segno di violenza. Non si può affermare neppure che si tratti di avvelenamento dovuto alle pillole calmanti perché nello stomaco non c'era traccia del prodotto raccolto accanto al letto. Sono stati prelevati dai visceri dei campioni che saranno sottoposti all'esame tossicologico. Gli esiti saranno resi noti fra una decina di giorni. La salma è ora a disposi zione dei familiari. Sul refer to di morte è scritto « collasso cardiocircolatorio », ma rimane da stabilire che cosa abbia determinato il collasso. Luciano Seghetto ha lasciato il commissariato nel pomeriggio ma non è tonato a casa. Ieri la Venturini era stata al solito bar fin verso sera. Alla cugina, accomiatandosi, aveva detto di sentirsi poco bene. «Ho l'emicrania, e da parecchi giorni ho mal di stomaco. Dovrei andare all'ospedale, ma mi fa paura». Questo particolare lascerebbe credere che il decesso sia dovuto a cause naturali. Ma l'esistenza inquieta che la donna conduceva giustifica il riserbo della po tizia. Carlo Cavicchioli Albina Venturini, la giovane madre morta a Casale

Persone citate: Alba Venturini, Cusanno, Luciano Seghetto, Luciano Segìietto, Venturini