II gelato, un alimento prezioso purché sia fatto con latte buono di Angelo Viziano
II gelato, un alimento prezioso purché sia fatto con latte buono II gelato, un alimento prezioso purché sia fatto con latte buono I relatori al congresso internazionale di Torino, che ha chiuso le Giornate mediche, hanno sottolineato la necessità di controllarne attentamente la preparazione e la vendita, soprattutto dal punto di vista igienico - Favorire la modernizzazione delle stalle - Vari tipi di latte per i sofferenti di taluni disturbi Non è per indulgere al piacere della gola che — apertasi dopo tante incertezze la stagione invogllante al suo refrigerio — portiamo oggi in primo piano la voluttà di un buon gelato. Neppure per il fatto che, nonostante l'evoluzione igienica dei tempi, in qualche contrada del nostro Paese stesso vi può essere ancora un certo commercio gelatiero incontrollato, con tutti ì rischi derivanti da preparazioni e trattamenti di vendita antigienici, cioè infezioni (persin di tifo) e intossicazioni; cose che richiederebbero un discorso a parte. Auguriamoci, sotto quest'angolo visuale, che le cronache dell'imminente estate non abbiano a registrare i soliti episodi sconcertanti. Ne parliamo, invece, perché — dopo di avere sentito eloquentemente osannare ier l'altro e ieri ancora a Torino i pregi alimentari, dietetici e terapeutici persino, del gelato di latte per la puerizia e l'età più che matura, per chi si sente sano e per chi ha carenze alimentari o poco stimolo all'appetito, oppur deve mandar giù un nutrimento liquido postoperatorio; dopo d'aver ascoltato ciò in seno al 1" Convegno medico internazionale sul latte — abbiamo riflettuto che, oltre a riguardo delle misure igieniche di preparazione e distribuzione, il consumatore del gelato di latte deve essere protetto circa il contenuto stesso di quel gelato. Ciò appunto perché quei pregi decantati sgorgano essenzialmente dal latte. Un latte ricco di proteine, i cui costituenti aminoacidi sono i più pregiati, gli essenziali per virtù costruttive e vitali; un latte col carico lussuoso di calcio e della prestigiosa riboflavina: un latte che pur porta nei suol grassi certi acidi essenziali; e serba in sé altri oligoelementi pur necessari ad accrescimento e sviluppo nonché a mantenimento dell'impalcatura organica. E il Convegno medico sul latte è venuto certamente a proposito per un mondo di gente che, legata a pregiudizi di presunta intolleranza o indotta da subcoscienti moventi psicologici, scarta il latte dalla alimentazione; mentre per varie ragioni non ha o non trova ad esempio altra fonte, e a basso prezzo, di proteine di nobile valore. Un abbandono del latte come integratore di tanti principi Nutritivi può essere alla base di carenze occulte, di diete sbilanciate. Se condizioni morbose particolari non tollerano alle volte la composizione naturale del latte, non per .questo il prezioso alimento merita l'ostracismo. Tutt'altro; è ancora in esso che il dietista, esperto di indicazioni e controindicazioni caso per caso, può trovare il rimedio idoneo. Ed eccoci pertanto al latte-farmaco (motivo della lucida e particolareggiata relazione dei nostri illustri collaboratori Campanacci e Finzi); eccoci anzi ai latti vari che attraverso opportuni ritocchi (scremato, fermentato, omogeneizzato, privato di sodio) son resi da un lato meglio digeribili e dall'altro sono orbati del fattore controindicato per il co- so clinico particolare; mentre per lo stesso caso mantengono affluì gli elementi chiamati in funzione di protettori di organi delicati, che stanno sull'orlo di impregnazioni tossiche, ed hanno zoppicamene funzionali. Tornando al latte in generale il prof. TV. Halden, ne ha esaltato le virtù disintossicatiti, se usato come alimento e profilattico contro le gravi alterazioni della biologia umana, cui si sta portando la civilizzazione industriale e motorizzata d'oggi, attraverso la diffusione di tanti veleni veicolati particolarmente dall'aria ambientale. A sua volta il prof. Tangheroni, incaricato di puericoltura all'Università di Pisa, rifacendosi ai bisogni della seconda e terza tappa dell'infanzia, è ritornato al notevole ruolo da riservare al latte in una dieta equilibrata. Il fabbisogno proteico, ad esempio, nell'età evolutiva è elevato per le necessità della crescita e la differenziazione maturatila degli organi; ma è da prendere in considerazione anche l'aspetto qualitativo degli aminoacidi più adatti per la sintesi proteica. Orbene, forse ci ripetiamo non inutilmente, il latte vaccino ne ha gli essenziali. Per questo e per altre necessità caloriche, eccetera, il relatore pensa che il latte, introdotto in maniera più razionale nella alimentazione del bambino, debba essere somministrato in modo da costituire parte essenziale dei pasti cui è destinato (colazione, pranzo e cena), e non come un supplemento propinato dopo un pasto regolare o fuori dei pasti. I trattamenti fermici di sterilizzazione ne favoriscono la digeribilità. In fatto di igiene nella distribuzione del latte, dalla raccolta al consumatore, ci sarebbe multo da dire, seguendo la relazione del prof. Turletti, di Torino. Riaffermiamo almeno che non sarà mai sufficientemente propagandato il risanamento delle stalle (costruzione, razza degli animali, mangime ed attrezzature). E, perché not, distinguere nella rimunerazione il latte delle stalle risanate da quello delle altre al fine di consentire ed invogliare un miglioramento del prodotto. A latte migliore, maggior compenso. prof. Angelo Viziano
Persone citate: Campanacci, Finzi, Tangheroni, Turletti
Luoghi citati: Torino
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