Che succede all'organismo nei lunghi viaggi spaziali?

Che succede all'organismo nei lunghi viaggi spaziali? Che succede all'organismo nei lunghi viaggi spaziali? I problemi biologici connessi con le imprese astronautiche trattati nel convegno della « medicina delle forze armate» - La relazione Rocco Caporale Le giornate mediche delle,Forze Armate, nel quadro del- le riunioni internazionali to- rinesi di medicina, si sono (concluse con un'interessante | relazione del maggiore medico dei Corpo sanitario aeronau-jtico, dott. Rocco Caporale, sui;problemi relativi alla funzione Idell'apparato vestibolare nel volo atmosferico e spaziale, Nelle condizioni speciali1 create dal volo, i recettori vc-.stibolari subiscono stimoli mal-'to più intensi, frequenti e imi- wsuali di quelli derivanti dalla normale traslazione sulla su-|sperflcie terrestre. Negli ultimi ] anni, macchine nuove e tiv cgrande potenza, capaci di muo- ■versi nello spazio con velo- *cita e mobilità fino a qualche anno fa impensabili, hanno sottratto l'uomo a quella gravità per la quale tutti i suoi organi sono stati strutturati dalla natura. Uno dei problemi più gravi s che si sono dovuti affrontare, è quello del controllo dell'ap parato vestibolare nei candidati al pilotaggio di aerei. Tut ti conoscono almeno una delle prove a cui gli aspiranti piloti sono sottoposti: la sedia rotatoria. Ma negli ultimi anni, esse si sono fatte via via più complesse: «Gii aerei, oli elicotteri, i velivoli catapulta- l>ili, le centrifughe, gli allena'ori strumentali per il volo atmosferico e spaziale, le ca were a lenta rotazione, le ta l0'e oscillanti hanno ripropo s'° lo studio della funzione dell'apparato vestibolare per consentire all'uomo, pilota o passeggero, un allo rendimen *° nel controllo del velivolo e "f"rt esecuzione di altri com piti specifici. Tali conoscenze rappresentano il fondamento per stabilire i limiti massimi di tolleranza, per preservare l'integrità fisica e psichica, per selezionare e allenare gli individui idonei ». E' nel volo atmosferico che la funzione dell'apparato ve stibolare riveste la maggiore importanza: esso è all'origine di quella complessa sindrome neurovegetativa che va sotto il nome di « mal d'aria » (e si apparenta al mal di mare o al mal di montagna) ed è fondamentale nella evocazione delle percezioni di posizione Sono stati citati numerosi casi in cui il pilota può, come si suol dire « perdere l'orizzon te » e la nozione di se stesso in rapporto allo spazio circo stante. A tal punto che nel volo cieco strumentale, una delle fasi più delicate dell'addestramento tende ad abitua re l'uomo a trascurare le sen sazioni soggettive, che posso no essere completamente errate, e a fidarsi unicamente de gli strumenti di bordo, anche quando la loro lettura appaia incredibile La mancanza di peso che si verifica nel volo spaziale non sembra avere avuto, invece, riflessi che si temevano sul l'apparato vestibolare. Gli astronauti Gagàrin, Shepard, Grissom. Glenn, Carpenter, Popovicli, Schirra, Cooper, Bykovsky, Tereschkova, Komarov, Feokotistiv, Leonov, Belyayev, Young hanno riferi to di non aver presentato al cun disturbo nella sfera sensoriale e motoria che potesse essere considerato come la espressione di un particolare impegno dell'attività labirintica. Solo Titov, Nikolaiev e Ye gorov ne hanno manifestato. I! primo, rimasto in assenza di peso per 25 ore, fu afflitto da vertigine e nausea quando voltava il capo e quando gli oggetti si spostavano rapida mente davanti ai suoi occhi; per qualche secondo ebbe anche la sensazione di essere a capo in giù e piedi in alto Nikolaiev, rimasto in condizioni di zero-gravità per 90 ore, riferì che alla rotazione del capo si associava uno spo stamento in senso opposto delle braccia tese. Sembra che Yegorov, il primo medico lanciato nello spazio, abbia pre sentato intensi disturbi nell'ultima fase di un volo di 20 ore. « Dalle numerose esperienze umane spaziali — ha concluso la relazione — si ;yiiò concludere che nel volo orbitale l'uomo può orientarsi correttamente, compiere complesse precise operazioni c pilotare la navicella senza difficoltà. S può supporre che i riflessi ge nerati dall'apparato vestibolo re possano non svolgersi, sen za alcun danno, in una condì zione nella Quale, mancando la gravitazione terrestre, le nozioni di alto e busso, di ori zontale e verticale, cessano di avere, un senso oggettivo per risolversi in riferìment puramente soggettivi ». g. m.

Persone citate: Carpenter, Cooper, Grissom, Komarov, Leonov, Rocco Caporale, Shepard, Titov, Yegorov