La ricerca delle acque nel sottosuolo per le necessità dei grandi centri urbani

La ricerca delle acque nel sottosuolo per le necessità dei grandi centri urbani La ricerca delle acque nel sottosuolo per le necessità dei grandi centri urbani Continuo abbassamento della falda acquifera in certe zone della Pianura Padana - A Milano l'acqua si incontra a 20 metri di profondità mentre pochi anni or sono era a 4 metri - Dai metodi degli antichi romani per trovare le acque ai procedimenti geofisici moderni L'incremento della popolazione e il progredire dello sviluppo economico rendono sempre più frequenti le richieste d'acqua da utilizzare a scopo potabile, agricolo e industriale. Per alcune città, dove l'industria ha raggiunto uno sviluppo molto alto, il problema diventa assillante; l'esagerata e, spesso, irrazionale utilizza-] zione delle t isorse idriche sotterranee, determinano notevoli variazioni di livello della falda freatica, che è la prima superficie acquifera che si incontra a partire dal piano di campagna. Gli apporti molte volte non riescono a supplire ai forti emungimenti e la superficie freatica si abbassa sempre più. Sintomatico è il caso di Milano: la superficie freatica che aveva subito oscillazioni di entità molto lievi dal 1910 al 1950, rimanendo livellata a circa 4 metri di profondità, ha, negli ultimi anni, subito un depauperamento impressionante e via via crescente; attualmente, in alcune zone della città, è a 20 metri dalla superficie; la situazione si prospetta preoccupante. In altre zone della Pianura Padana si ha una situazione diversa: lungo l'area di passaggio dall'alta alla bassa pianura, nei punti più depressi la falda freatica interseca il piano di campagna e l'acqua sale alla superficie del suolo, formando sorgenti cui si dà il nome di fontanili. L'acqua dei fontanili viene utilizzata soprattutto per irrigazioni termiche. Infatti il velo 'd'acqua con cui si possono ricoprire i campi, ha, durante l'inverno, una temperatura che può aggirarsi intorno ai 10°. centi gradi; molto superiore quindi a quella dell'aria, che può scendere anche sotto lo zero La zona dei fontanili nella Pianura Padana, si stende come una fascia di larghezza va riabile sulla sinistra del Po da ilfondoul a Novara, Milano, Treviglio, Mantova, Verona; quindi, passando per Padova e Treviso, giunge fino all'Isonzo. Tenendo presente che I materiali che compongono il sottosuolo della pianura vanno di regola diminuendo di dimensioni da monte verso valle, cosi che l'alta pianura è composta essenzialmente da ghiaie e la bassa pianura da sabbie e argille, è possibile, da un punto di vista geologlco-petrografico, affermare che la fascia dei fontanili inizia dove alla ghiaia si unisce una certa quantità di sabbia (il che provoca una diminuzione di permeabilità del terreno), mentre termina in corrispondenza della scomparsa della ghiaia e della prevalenza assoluta della sabbia. Quando le acque escono spontaneamente alla superficie, sono facilmente reperibili. Non altrettanto si può dire per le acque che circolano nel sottosuolo; esse vengono ricercate e raggiunte per mezzo di pozzi scavati a mano o perforati meccanicamente. Uno de gli elementi più preziosi che si possano desiderare per le ricerche di tali acque, è la conoscenza dei terreni attraversati da precedenti pozzi scavati in vicinanza. Generalmente tali dati vengono riassunti in un grafico, il profilo stratigra fico del pozzo, che è sempre corredato dai dati descrittivi delle caratteristiche dei terreni attraversati. Tanto più preziosi per le correlazioni sono questi profili, se sono accompagnati dalle indicazioni relative all'ubicazione, allo spessore e alla portata delle falde acquifere. E' opportuno un rapido cenno alle condizioni generali di distribuzione delle acque sotterranee nei depositi alluvionali per capire la complessità dei problemi che V idrologia deve affrontare in tale settore di ricerca. La acque meteoriche e superficiali, quando entrano nel sottosuolo sollecitate dalla gravità, vanno ad occupare gradatamente tutti gli interstizi delle rocce, impregnando il sottosuolo fino ad un certo livello (il livello freatico). Tale livello separa due zone, che hanno caratteristiche fisiche e idrologiche ben distinte: nella zona superiore (zona di aereazio7ie), il terreno è attraversato dall'acqua solo temporaneamente; la zona inferiore è « di saturazione ». Il livello freatico o falda freatica, che è il livello acquifero più prossimo alla superficie, non si mantiene ad una profondità costante, ma è soggetto a continue oscillazioni locali, dovute ad aumento o a diminuzione degli afflussi e dei deflussi; tali oscillazioni si rendono manifeste soprattutto nei pozzi. A volte si può incontrare un livello acquifero anche nella zona di aereazlone (falda freatica sospesa), sostenuto da una lente di terreno impermeabile; in generale è di estensione molto limitata A partire dalla falda freatica possono essere individuate fai de sottostanti, che vengono numerate a partire dalla prima. La loro alimentazione proviene dall' interruzione degli strati impermeabili sovrastanti e dalle zone di affioramento degli strati permeabili in cui sono contenute. Lo studio dettagliato dei profili stratigrafici sopra accennati può dare molte informazioni su quanto detto in precedenza. Se è impossibile avere un inventario delle risorse idriche di un territorio sottoposto ad indagine, la necessità induce a ricercare ogni più piccolo indizio della presenza d'acqua nel sottosuolo. Gli stessi Romani ci hanno lasciato, con gli scritti di Vt'fruvfo e Plinto, testimonianze dei metodi in uso a quei tempi; sono metodi assai empirici, vite servono solo per acque assai prossime alla superficie o esistenti a pie cola profondità. La persistenza di vapori e nebbie a livello del suolo all'alba e al tramonto; la presenza, in zone circoscritte, di piante che amano l'umidità, come giunchi, salici, ohni; l'anticipata fusione delle nevi in certe zone rispetto a quelle circostanti: questi metodi possono dare qualche aiuto nelle ricerche d'acqua e non vanno sottovalutati per il fatto che sono alla portata di tutti. Oggi, in tale campo di ricerca, interviene anche la geofisica che in relazione con la natura dei terreni da esplorare, permette di ricostruire la succes sione dei terreni nel sottosuo lo e la loro giacitura. dr. Pierguido Ferrerio dell'Istituto di Geologia della Università di Milano

Luoghi citati: Mantova, Milano, Novara, Padova, Treviglio, Treviso, Verona