I due astronauti raccontano le difficoltà del volo spaziale di Nicola Caracciolo

I due astronauti raccontano le difficoltà del volo spaziale CoMiÉGjreMixm staMXijpa alia « base » di Mommsìomm I due astronauti raccontano le difficoltà del volo spaziale White dichiara: «Da quell'altezza sono riuscito a vedere i laghi del Texas dove vado a pescare» - Il guasto allo sportello e gli «oggetti misteriosi» scorti nel cosmo - McDivitt afferma: «Senza l'avaria al calcolatore sarei disceso davanti alla portaerei Wasp» (Dal nostro ■ corrispondente) Washington, 11 giugno. Gli astronauti James McDivitt ed Edward White, al Centro spaziale di Houston nel Texas, hanno oggi tirato le somme dei risultati del viaggio di 4 giorni nello spazio con la capsula del Gemini k. McDivitt si è occupato soprattutto del volo in quanto tale, White ha parlato invece dei venti minuti che ha passato nel cosmo appeso con una funicella laminata d'oro all'astronave. I due astronauti hanno affermato che l'unico inconveniente, il guasto allo sportello, non li ha affatto preoccupati. Un piccolo mistero è rimasto tuttora non risolto. McDivitt ha detto d'aver visto durante il volo tre satelliti. Uno aveva « delle grandi braccia » ed è rimasto nel suo campo visivo per oltre trenta secondi. Il secondo lo ha visto di notte ed il terzo era troppo lontano per essere identificato. Fino a questo momento gli scienziati americani non sono stati in grado di dare un nome a nessuno dei tre oggetti. Si sono fatte in proposito molte ipotesi, che si tratti di astronavi sovietiche segrete, o di veicoli spaziali americani lanciati nel quadro di un programma di ricerche militari o che McDivitt abbia avuto delle vere e proprie allucinazioni. Per il resto, la conferenza di McDivitt e White ha confermato l'impressione che il volo del Gemini 4 abbia avuto per il programma spaziale americano una importanza realmente storica. Esso è servito a risolvere infatti tre interrogativi fondamentali che condizionano l'avvenire della ricerca spaziale: 1) è stato confermato che una prolungata permanenza nello spazio non danneggia l'organismo umano; 2) l'uòmo può nello spazio fuori dalla capsula, in uno stato di virtualmente totale assenza di peso, controllare i propri muscoli e i propri movimenti e quindi muoversi, con l'aiuto di un razzo portatile a mano, in qualsiasi direzione desideri ; 3 ) l'appuntamento tra due veicoli nello spazio — un'impresa che al Gemini 4 non è riuscita — è possibile ma molto più difficile del previsto. Detto per inciso, se questa conclusione a cui sono giunti gli scienziati della Nasa è esatta, ciò significherebbe che i sovietici sono più in svantaggio di quanto appaia oggi nella gara per la Luna: infatti il loro programma finché non verrà risolto il problema degli appuntamenti nello spazio è definitivamente arenato. La strada che essi hanno scelto per raggiungere il nostro satellite prevede infatti la costruzione di vere e proprie piattaforme spaziali che dovrebbero servire come stazioni intermedie di rifornimento. Il programma americano si orienta nella.stessa direzione, però le maggiori difficoltà di manovra nello spazio significano che ci si dovrà basare più del previsto, per stabilire le rotte esatte che due veicoli spaziali dovrai no percorrere per incontrarsi nello spazio, sulle calco latrici elettroniche. Ed è un settore questo in cui il complesso scientifico e indù striale sovietico è molto indietro rispetto agli ameri cani. I due astronauti appari vano rilassati e di buon umore dopo quattro giorni di riposo. Il primo a parlare è stato McDivitt che ha raccontato la storia del suo tentativo fallito di raggiungere il secondo stadio del razzo vettore Titan che aveva messo il Gemini in orbita. E' una descrizione che spiega eloquentemente i motivi del fallimento e le difficoltà dell'impresa che in sostanza non è riuscita perché alla velocità di 28 mila chilometri all'ora (la velocità sia del Gemini che del Titan) un sia pur minimo errore nell'angolazione della rotta si traduce in distanze larghissime. «Ci trovavamo a una distanza tra 70 e 300 metri dal vettore che, ho notato, si capovolgeva malamente — ha detto McDivitt. — Gli abbiamo dato una buona occhiata ma sfortunatamente non abbiamo potuto fotografarlo. Le nostre macchine fotografiche erano ancora riposte nei loro scompartimenti. Per quanto riguarda la discesa sarei potuto giungere davanti alla portaerei Wasp senza il guasto al calcolatore ». Poi White ha raccontato la sua uscita nello spazio: « Ho scorto da quell'altezza i laghetti del Texas in cui andavo a pescare; la scia delle navi e la pista degli aeroporti. « Appena mi sono voltato ho spinto in direzione del vettore. La mia spinta iniziale è stata insufficiente ». Dopo di ciò White ha tentato varie manovre sperando, ma inutilmente, di riuscire a raggiungere il Titan. Quando si trovava al di sopra del Messico ha annunciato al direttore della operazione Gemini, Christopher Kraft, d'aver consumato più carburante del previsto della pistola direzionale chiedendogli il permesso di rinunciare al tentativo, permesso che gli è stato concesso immediatamente. Ecco in che termini White si è espresso parlando della sua uscita dalla capsula i « In pratica — egli ha detto — ho cercato di volare. Di manovrare fuori dal Gemini a sinistra e di portarmi di fronte alla finestra triangolare di McDivitt ». Il razzo a mano che aveva con sé gli concedeva un'assoluta libertà di movimento. « Mi dava — ha spiegato — l'opportunità di andare dovunque avessi voluto lassù. Ho cercato di usare, con molta economia, del carburante. La corda con cui ero legato mi è anche stata molto utile per tornare e per tenermi vicino alla superficie della capsula in modo da poter camminare sii di essa, ma a volte mi ha impedito i movimenti ». Il presidente Johnson, giunto questa sera a Houston, si è congratulato con James McDivitt e Edward White, consegnando loro la « sorpresina » che aveva detto di avere in serbo quando li salutò per telefono al loro ritorno dallo spa¬ zio: la nomina a tenente colonnello per entrambi. Dopo la conferenza stampa gli astronauti non andranno come era stato annunciato in precedenza per la fine settimana nel ranch di Johnson nel Texas ma rimarranno in attesa di recarsi a Washington per i festeggiamenti ufficiali con le loro famiglie a Houston. Nicola Caracciolo Il presidente Johnson tra gli astronauti White, a sinistra, e McDivitt ieri ad Houston (Tel. «Associated Press»)

Persone citate: Christopher Kraft, Edward White, James Mcdivitt, Johnson

Luoghi citati: Houston, Messico, Texas, Washington