«Saul e David»: un film fedele al testo biblico

«Saul e David»: un film fedele al testo biblico SU M.r O SCHKUMO «Saul e David»: un film fedele al testo biblico (Augustus) — Per apprezzare al giusto questo Saul e David, comproduzione italo-spagnola a colori diretta dal giovane Marcello Baldi di cui si ricorderà il documentario «Ita Ha KZ», occorre prescindere dai tanti film biblici che hanno alluvionato il cinema in questi anni e rispetto ai quali l'odierno avrebbe meritato di inaugurare il «genere» anzi che di concluderlo nel momento di maggior stanchezza. Ma anche così pregiudicato dai troppi antecedenti, e do vendo incontrare un pubblico presumibilmente saturato e di stratto, questa rievocazione d'uno dei più alti episodi del la Bibbia, tragedia dell'argo glio e della gelosia, avrà modo di farsi notare per i se guenti motivi. Una studiata e riuscita aderenza della sceneggiatura e dei dialoghi (cui hanno collaborato, col regista, Ottavio Jemma, Flavio Nicolini e. Tonino Guerra) ai testi sacri, che o parafrasati o citati entrano il meno possibile in clima di adattamento e quasi sempre impongono il loro tono. L'intento d'una recitazione a tutto tondo, corposa, elisabettiana, cui soprattutto s'adegua, cosi da riuscire l'effettivo protagonista, l'attore inglese Norman Wooland (una fidata «spalla» di Olivier nei suoi film scespiriani), che con una modulazione talvolta fin troppo risentita- rende i salti d'umore, le ombre, i deliri di re Saul, dalla, cui sofferta umanità il Signore ha ritirato la stia grazia,: intento non disservito dal giovane G-ianni Garko (un David rudemente pastorale) né dalle altre figure del basamento, Abigail (Luz Marqucz), Akhinoam (Elisa CeganU, Mìchol (Pilar Cle. mens), Samuele, Abner, Gionata, tutte proporzionalmente rilevate. Una regìa, infine, che senza rinunciare alle occasioni dello spettacolo (l'ariosa battaglia di Gelboe, la quale ci ricorda che Baldi è un ottimo discepolo di Blasetti), le tratta nella giusta, severa misura che impone l'economia di un dramma essenzialmente religioso, ossia di anime. Tali titoli di distinzione si compendiano nell'aspetto aspro, realistico e a tratti feroce di questo film biblico, che se non ci giungesse tardi potrebbe suggerire il giusto modo per adattare al cinema la Bibbia: fedeltà testuale, ripudio dell'oleografla, coraggio veristico, accordo tra storicismo e fede. Tenendo presente questa recisa proposta e che forse per la prima volta abbiamo visto un film biblico che si studia di essere « interno », passa la voglia di indicare i pur evidenti difetti di Saul e David (una certa prolissità, qualche accento troppo declamato), del resto abbondantemente compensati dalle molte pagine buone e soprattutto dal nuovo e lodevole assunto di leggere la Bibbio nelle righe e non sopra, sotto o fra, per i comodi del « colosso » da produrre. 1. p.