Rileggere Nietzsche senza pregiudizi di Remo Cantoni

Rileggere Nietzsche senza pregiudizi Rileggere Nietzsche senza pregiudizi L'eredità spirituale di Friedrich Nietzsche è, ancora oggi, tema di aspre contestazioni. Il nome di Nietzsche ancora evoca contrastanti passioni e divergenti valutazioni. I giovani vengono invitati dai loro maestri a non leggere i suoi libri, a non assorbire i veleni atei e antidemocratici, le teorie nichilistiche e decadentistiche della sua filosofìa neopagana, irrazionalistica, precorritrice del fascismo. Gli avversari di Nietzsche sono a destra e a sinistra. I conservatori lo accusano di aver distrutto, a colpi di martello, le antiche tavole dei valori, gettando fango sulla tradizione morale e religiosa del Cristianesimo. I marxisti detestano in lui l'avversario del socialismo, lo spregiatore delle masse, l'aristocratico difensore delle élites. Come avvenne in passato anche per filosofi della statura di Socrate, Spinoza e Voltaire, Nietzsche è ancora considerato da molti un corruttore, uno scrittore violento e immorale, un nemico della democrazia e del progresso, un uomo che lusinga gii istinti inferiori. * * Mi auguro che si torni a leggere l'opera di Nietzsche con animo più disteso e pacato, liberando la mente da preconcetti apologetici o denigratori. L'occasione propizia per riscoprire Nietzsche, sottraendolo alle interpretazioni leggendarie, ai miti deformanti e tralignanti co struiti sul suo pensiero, è oggi offerta dalla mirabile edizione italiana delle sue opere, che Giorgio Colli e Mazzino Monti nari stanno approntando, con ri goroso scrupolo filologico, per i « Classici Adelphi ». Dal lavoro paziente di Colli e Montinari, condotto sui manoscritti editi e inediti custoditi nell'archivio Goethe-Schiller di Weimar, trarranno profìtto anche l'edizione tedesca e quella francese in corso di stampa. Le precedenti edizioni di Nietz sche — perfino quella « cano nica * di Lipsia, in 19 volumi in ottavo grande (1898-1912) — ri sultano poco attendibili, fondate come sono su testi scorretti incompleti, spesso raggruppati con gravi arbitri. Possiamo oggi rileggere Aurora e La gaia scienza nelle edizioni Adelphi, in eccellenti versioni italiane arricchite da una vasta serie di frammenti postumi che finora non si conoscevano. Ma la fatica preziosa di avere stabilito per le varie edizioni europee un testo critico originale, mediante una nuova decifrazione e trascrizione dei manoscritti, è solo il primo passo. Occorre oggi ripensare ex novo, senza pregiudizi settari, una filosofia che è stata sfigurata in uguale misura da discepoli e avversari. * * Nietzsche, riconosciamolo, merita una sorte diversa da quella, ingratissima, che gli hanno decretato, paradossalmente uniti, i suoi fanatici ammiratori e i suoi non meno fanatici persecutori. Nietzsche fu un nichilista e un decadente, come riconobbe egli stesso con grande sincerità, ma la sostanza del suo pensiero, i motivi più originali e profondi della sua filosofia, non appartengono certo al fascismo, come pensarono Mussolini e Hitler o come pensa oggi lo stesso Gyòrgy Lukàks nel suo famoso libro La distruzione della ragione. Vedere in Nietzsche « lo strumento ideologico del capitalismo nella sua fase di imperialismo aggressivo » significa accreditare e ribadire una grossolana falsificazione storica. Alcuni tra i motivi più appariscenti e superficiali del suo pensiero — il Superuomo, la Volontà di potenza, VAI di là del bene e del male, la Gerarchia, l'Armento, il Gregge — esercitarono un fascino ambiguo e morboso sulla società e sulla cultura europee. Ma furono anche motivi alterati e distorti da quello che era il loro senso originario. Basti un solo esempio: la famigerata espressione c vivere pericolosamente », la si incontra nella Gaia scienza ed è, per Nietzsche, il simbolo della conoscenza libera e spregiudicata, un ideale teoretico dunque, non, come alcuni intesero, un programma di vita predatoria e bellicosa. Quando Nietzsche difende, nel suo linguaggio spesso mitico e simbolico, i valori — e valori sono — della gioia, della bellezza, della salute, del corpo, della vita, del coraggio, della disciplina interiore, egli non è certo responsabile delle conseguenze politiche brutali e tralignanti che uomini senza scrupoli hanno tratto dal suo pensiero. Non si dimentichi che Nietz¬ sche non fu mai nazionalista o razzista. Si definiva 1 buon europeo », detestava il germanesimo, non credeva all'esistenza di razze pure, teneva in altissimo conto gli ebrei, e riteneva che le grandi culture nascano dalla mescolanza delle razze. L'uomo che vede nello Stato « il più freddo di tutti i mostri », il pensatore innamorato della libertà e della conoscenza, il filosofo che propone come paradigma umano il Freigeist, lo « spirito libero », svincolato da pregiudizi, dogmi e idoli, ha ben poco in comune con il nazionalismo, il razzismo, 10 statalismo e la mistica dei capi infallibili. * * La grandezza di Nietzsche consiste soprattutto nella sua coraggiosa e penetrante diagnosi del malessere di cui soffre la cultura moderna. Le sue considerazioni erano inattuali o in tempestive — per usare il suo linguaggio — nell'epoca in cui le scrisse. Possiamo oggi constatare che Nietzsche ha presagito, con la sua sensibilità tormentata e acuta, quasi profetica i disagi, le contraddizioni, conflitti, le crisi dell'uomo de ventesimo secolo. Solo Kicrke gaard, Dostocvskj sono paragonabili a lui per la conoscenza psicologica dell'uomo nella sua infinita complessità e ambiguità. 11 carattere conflittuale e contraddittorio della vita psichica egli lo ha scoperto prima di Freud, compiendo un'opera di vero scavo nelle profondità dell'animo umano. « Saper soppor tare la contraddizione costituisce un elevato segno di cultura » leggiamo nella Gaia scienza. Tutte le critiche che i moderni sociologi muovono alla socie tà e alla cultura di massa, al l'uomo conformista e sproble matizzato, hanno avuto in Nietzsche il loro geniale anticipatore Psicoanalisi, esistenzialismo, pragmatismo, le varie filosofie della vita e della cultura, le più im portanti scoperte delle moderne scienze umane, non sono pensa bili senza il contributo origina lissimo e stimolante di Nietzsche. Quali che siano i giudizi e le valutazioni che sono stati dati dell'opera di questo grande demolitore di luoghi comuni, resta fuor di dubbio che Nietzsche è tra i testimoni e gli interpreti più significativi della nostra epoca. La parte costruttiva — ossia l'edificazione di nuove tavole di valori e di nuovi modelli culturali, l'esaltato e lirico « dir di sì » alla vita in ogni suo fenomeno, la proposta di una religiosità dionisiaca e naturistica, il suo culto troppo fervido dell'energia e della potenza — lascia molto perplessi. Grande demolitore, critico e diagnostico geniale. Nietzsche fu, in fondo, un mediocre costruttore. E il suo genio, che sempre lottò contro la malattia, ha certamente aspetti patologici, sfiorato com'è dalla follia. La follia già si annuncia nei suoi ultimi infatuati scritti, in Ecce homo ad esempio, prima di erompere nella definitiva catastrofe del 1889. Ma occorre procedere oggi a un nuovo inven tario di ciò che è vivo e ciò che è morto nella sua filosofia, senza cedere alla tentazione dei troppo facili giudizi sommari che sono sempre i più sterili e i meno intelligenti. Remo Cantoni

Luoghi citati: Weimar