Washington conferma: i marines se richiesti combatteranno i ribeili

Washington conferma: i marines se richiesti combatteranno i ribeili Washington conferma: i marines se richiesti combatteranno i ribeili L'annuncio precisa che le truppe americane hanno sempre avuto il potere di intervenire nel conflitto, ma che finora non è stato necessario - Il segretario di Stato Rusk dichiara: « I nostri soldati non staranno a guardare come conigli ipnotizzati in attesa che i guerriglieri li colpiscano » - Le decisioni di Johnson criticate da alcuni senatori al Congresso (Dal nostro corrispondente) Washington, 9 giugno. 11 portavoce della Casa Bianca, George Reedy, ha letto oggi ai giornalisti il testo di una dichiarazione ufficiale nella quale si sostiene che non c'è stato nessun cambiamento nella missione delle truppe americane nel Vietnam del Sud che rimane quella stabilita a suo tempo. « Il compito primario di queste truppe — dice il testo del documento — è di assicurare e salvaguardare importanti istallazioni militari come la base aerea di Da Nang. Hanno il com¬ pito associato di pattugliare attivamente e di agire nelle vicinanze delle aree che controllano. Qualora venisse loro richiesto aiuto da parte dei comandi vietnamiti, il generale Westmoreland (il comandante delle truppe americane in Vietnam) ha l'autorità, nel quadro della missione assegnata, di impiegare queste truppe in appoggio alle truppe vietnamite ». Ieri un portavoce del Dipartimento di Stato aveva dichiarato che, dietro ordine del presidente Johnson, era stato stabilito che le Flotta, attacco che provocò la prima rappresaglia aerea contro il Vietnam del Nord. Ora alcuni critici del Presidente sostengono che Johnson è andato al di là dei limiti stabiliti dalla risoluzione del Congresso e che il paese in realtà si sta impegnando in una guerra non dichiarata. E per la Costituzione americana soltanto il Parlamento ha il diritto di dichiarare guerra. Questa tesi è stata illustrata oggi al Senato dal senatore Javits, repubblicano, il quale ha detto che le decisioni prese da Johnson sarebbero indubbiamente appoggiate dal Congresso, ma che senza questo « mandato » il Presidente corre il rischio di uscire dai limiti della Costituzione e di provocare quindi malcontento nel paese. Lo stesso punto di vista è stato sostenuto dal senatore Gruen ing, dell'Alaska. McGee, del Wyoming, invece, ha ap poggiato Johnson afferman do che nel Vietnam non è in corso una vera guerra Nicola Caracciolo FcaNPJdscinsttssnlsts«cldtpsiWpditruppe americane avrebbero potuto essere impiegate in azioni offensive contro i guerriglieri del vietcong, cosa che fino a questo momento non era mai avvenuta. Il comunicato della Casa Bianca afferma invece che il generale Westmoreland aveva sempre avuto il potere di decidere interventi di questo genere, ma che finora non se ne era sentita la necessità. Nulla di cambiato dunque: questa la conclusione del comunicato. Ma, si fa osservare, il fatto stesso che il numero dei soldati americani nel Sud Vietnam sia passato da 17 mila a oltre 53 mila nel giro di quattro mesi comporta una modifica della situazione. Se non ci sono ordini di impiegare queste truppe in azioni offensive vere e proprie, è comunque difficile in guerra stabilire una distinzione rigida tra offesa e difesa. In realtà il comunicato della Casa Bianca finisce con il confermare ciò che ha detto il Dipartimento di Stato sia pure insistendo per usare altre parole: la sostanza delle cose è che i militari americani potranno essere impegnati in appoggio alle truppe sudvietnamite nei combattimenti in corso. H loro compito non è più soltanto di proteggere una serie di basi e di istallazioni militari, ma di agire. E il segretario di Stato Rusk lo ha confermato oggi alla tv quando ha detto: «/ nostri soldati nel Vietnam non se ne staranno come ipnotizzati a guardare in attesa che i vietcong li attacchino ». La cosa ha un'importanza assai maggiore di quanto potrebbe apparire a prima vista, e si innesta su una difficile questione di politica interna e di diritto costituzionale americano. Il Presidente nell'agosto scorso ha ricevuto l'autorizzazione dal Congresso ad agire per « respingere l'aggressione comunista» nell'Estremo Oriente. Questa autoriz zazione gli venne data in se guito agli incidenti nel Golfo del Tonchino nei quali delle siluranti nordvietnamite attaccarono delle navi americane della Settima iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiImlSntarvdsarodtizsdlfv

Persone citate: George Reedy, Gruen, Johnson, Nicola Caracciolo, Rusk