Fallito lo sciopero generate indetto dalla Cgil a Milano

Fallito lo sciopero generate indetto dalla Cgil a Milano Fallito lo sciopero generate indetto dalla Cgil a Milano Motivo ufficiale della manifestazione era di difendere la piena occupazione e i salari - La metropolitana ha funzionato al completo, i tram al 50 per cento malgrado atti di sabotaggio, nelle industrie lavoro quasi regolare - Meno di un migliaio di persone partecipano al comizio sotto la pioggia - Otto attivisti arrestati e ventisei denunciati a piede libero - Alcuni socialisti dicono: ci eravamo opposti alla manifestazione che appariva come una manovra politica (Dal nostro inviato speciale) Milano, 9 giugno. Lo sciopero generale di mezza giornata, indetto per oggi pomeriggio dalla Camera del lavoro, avrebbe dovuto paralizzare i servizi pubblici di trasporto e bloccare V attività produttiva dei 1/00 mila dipendenti dell'industria. Invece tutto si è risolto in un limitato seppure fastidioso disservizio tranviario e in scarse assenze nelle aziende. Hanno circolato il cin¬ quanta per cento dei tram, la metropolitana ha funzionato al cento per cento, le comunicazioni con la provincia sono state ovunque assicurate, nelle industrie il lavoro è proseguito quasi regolarmente. Al comizio, svoltosi alle 15 ìlei pressi del Castello Sforzesco, sono intervenute menò di un migliaio di persone, che hanno raggiunto la piazza sotto un violento acquazzone. Il bilancio, per i promo- tori dello sciopero, appare senz'altro negativo. Quasi tutti i commenti questa sera sottolineano il fallimento della manifestazione comunista. In effetti, nell'ultima riunione del direttivo della Camera del lavoro, alla vigilia dello sciopero, i sindacalisti socialisti, che rappresentano il trenta per cento, hanno tentato di convincere la maggioranza comunista a sospendere l'agitazione, alla quale non aderivano la Cisl e la UH. Nei comunicati della Camera del lavoro si parla di « decisione unanime ». Da altre fonti risulta invece che i socialisti hanno espresso wn parere diverso dai comunisti, accettando solo per disciplina sindacale il voto espresso dalla maggioranza. Oggi abbiamo sentito dei socialisti dichiarare: «Questo sciopero non si doveva fare, non era sentito, era inutile; si sono bruciate energie che potevano essere meglio utilizzate ». L'agitazione è stata impostata su una base protestataria generica: « Contro la politica di attacco all'occupazione e ai salari, contro l'aumento dei prezzi, contro le violazioni contrattuali e le offese alle libertà sindacali ». La Cisl e la UH hanno respinto questa formulazione, individuando nell'azione comunista « obiettivi politici che nulla hanno che vedere con gli interessi concreti dei lavoratori ». Il segretario milanese della Cisl, Romei, ha dichiarato: «La Cisl è perfettamente consapevole dei gravi problemi che hanno provocato l'agitazione, ma dissente sul modo in cui è stata affrontata l'azione sindacale. Lo sciopero generale è fallito perché non ha obiettivi precisi, crea disorientamento, sposta la lotta sull'asse politico, fomenta le critiche dell'opinione pub¬ brs ¬ blica, crea una battuta d'arresto nell'unità di azione sindacale ». Il presidente dell' Azienda Tranvie Municipali, in una dichiarazione, ha voluto sottolineare: « il senso di responsabilità del personale viaggiante, degli operai e degli impiegati ». L'Associazione Industriale Lombarda nel suo comunicato dice: « Lo sciopero generale indetto dalla Camera del Lavoro per scopi evidentemente politici, può dirsi clamorosamente fallito. Ad esso infatti ha aderito poco meno del 10 per cento della totalità dei lavoratori interessati ». Il co municato degli industriali prosegue: « Nell'importante settore metalmeccanico, dove l'influenza della Cgil è più accentuata, si è avuta una media generale di astensione del 12,76 % ». L'Associazione Industriale ha fornito per alcune delle principali aziende le seguenti percentuali di scioperanti: Falck 1,2 per cento; Innocenti If per cento; Borletti 25 per cento; OM 1,2 per cento; Ercole Marelli 11 per cento; Magnete Marelli 12 per cento; Motta 0,1 per cento; Alemagna 7 per cento; Cartiere Burgo H per cento; Snia Viscosa (Milano, Cesano, Varedo, Magenta) tutti al lavoro; Montecatini 3 per cento; Carlo Erba 18 per cento; Pirelli 15 per cento; Farmitalia 1,2 per cento; Val Ticino-Unione Manifatture Chdtillon nessuna assenza. Nei suoi comunicati la Camera del Lavoro afferma che « lo sciopero ha visto una partecipazione massiccia e combattiva dei lavoratori di tutte le categorie » e protesta perché « la piazza del Castello Sforzesco (dove si è svolto il comizio) i depositi dell'Atm, numerose fabbriche e diversi luoghi della città erano presidiati da ingentissime forze di polizia ». Le adesioni allo sciope¬ cmtg o i ¬ ro, secondo la Camera del Lavoro, sono state: l'80 per cento in media nel settore metalmeccanico, 75 per cento nei chimici, 85 per cento tra gli alimentaristi, 60 per cento tra i tessili, 85 per cento nel settore vetro-ceramica, 70 per cento tra i poligrafici, 80 per cento nei trasporti, 90 per cento tra gli edili. La direzione delle Aziende Tranvie Municipali ha denunciato all'ufficio politico della questura che « la scorsa notte in piazza Castello, sono stati rinvenuti cunei di ferro appositamente modellati, che hanno bloccato il funzionamento elettrico degli scambi di linea ». La questura ha definito « sabotaggio » questi atti e ha aperto indagini. Per episodi connessi allo sciopero la polizia ha proceduto oggi a otto arresti ed a ventisei fermi. Gli arrestati sono: Giovanni ZamOarbiérV di 23 anni, per resistènza alla forza pubblica, e Franca Caffa di 36 anni per oltraggio a pubblico ufficiale (i due facevano parte di un gruppo che al termine del comizio del Castello Sforzesco si era messo in corteo); Raimondo Mele di 21 anni, Salvatore Juliano di 32 anni, Giuseppe Mori di 20 anni, Domenico Trino di 26 anni, Domenico Pepe di 19 anni, Maurizio Talamelli di 22 anni, tutti accusati di violenza privata aggravata per avere tentato di fare interrompere il lavoro in un cantiere edile di via Lampugna7ii 121. I ventisei denunciati a piede libero partecipavano al corteo non autorizzato che dal Castello Sforzesco intendeva dirigersi verso piazza del Duomo e che è stato sciolto senza dover ricorrere però a cariche di polizia. Sergio Devecchì

Luoghi citati: Magenta, Milano, Varedo