Il prof. Hardy illustra come effettuò il primo trapianto di polmone nell'uomo

Il prof. Hardy illustra come effettuò il primo trapianto di polmone nell'uomo levi al Simposio di patologia respiratoria Il prof. Hardy illustra come effettuò il primo trapianto di polmone nell'uomo L'ammalato, portatore d'un carcinoma bronchiale, morì dopo 18 giorni per causa estranea all'intervento - Una sostanza «antirigetto» per evitare la cosiddetta incompatibilità biologica Un animale, operato dal berlinese Buecherl, sopravvive da sei anni con un polmone non suo Oltre il Congresso di nipiogemellologia, che ha attirato particolare pubblico di medici, nella giornata di ieri si sono svolte numerose altre riunioni. Non di tutte purtroppo lo spazio ci permette di fare ora menzione. Come era facile attendersi un richiamo speciale l'ha suscitato il Simposio internazionale di patologia respiratoria, presieduto dal prof. L. Biancalana, per il « piatto del giorno » offerto sotto l'etichetta de « il trapianto del polmone ». Avevamo già dato in anteprima, sarbato scorso, una esauriente spiegazione delle condizioni e delle modalità con cui il prof. Hardy, dell'Università del Mississippi, è riuscito esattamente due anni fa a trapiantare un polmone da un cadavere ad un soggetto portatore di carcinoma bronchiale, che aveva determinato la distruzione del suo polmone di sinistra, mentre il destro non dava neppure sufficiente affidamento. Ma indubbiamente l'illustrazione fatta direttamente dall'Hardy, con documentazione filmata, ci ha riconfermato la brillante validità ormai raggiunta dalle tecniche chirurgiche del trapianto anche in situazioni drammatiche. L'operato è deceduto per cause estranee all'intervento, dopo d'aver tuttavia sopravvissuto per diciotto giorni senza aver presenta¬ to segni di ititervenuta intolleranza tra polmone innestato ed organismo ricevente. L'Hardy nell'impresa a lungo meditata si è valso dell'Imuran quale sostanza « antirigetto » nella preparazione del paziente, al fine di evitare appunto lo scatenarsi delle reazioni di difesa immunitaria dell'o.ganismo, più o meno sollecite a rinnegare ed espellere l'organo ritenuto intruso. Ma dopo i diciotto giorni, quanto altro tempo avrebbe potuto vivere ancora il paziente, se non fossero intervenuti i guai di una malattia preesistente? Perché, come è vero che con la sommini strazione di farmaci cito statici, tipo Imuran, si do minano o si ritardano le reazioni di intolleranza, è stato pur detto che quei farmaci non sotto a lungo tollerabili, mentre la contìnua zione della somministrazione necessita ulteriormente all'intervento. Con tutto ciò, da resocon tisti, annotiamo pure che l'altro illustre relatore al congresso, il prof. Buecherl, di Berlino, nella sua altis sima esperienza di trapianti polmonari tra cani conta una di queste bestiole ope rata di trapianto e trattata con Imuran già con una sopravvivenza di circa sei an ni. Chi può, tuttavia, negare che anche nelle difese immunitarie c'è una certa differenza tra quelle di tali v animali e quelle assai più vivaci e complesse dell'uomo? Comunque è indubbio che l'apporto delle straordinarie esperienze di Hardy e di Buecherl è di grande rilevanza ed apre ulteriori speranze. a v- al I professori Hardy, da sinistra, Biancalana e Buecherl durante le riunioni torinesi

Persone citate: Biancalana, L. Biancalana

Luoghi citati: Berlino