Arrestato il marito della donna uccisa a Saluzzo L'uomo nega disperato : " E' stata una disgrazia!" di Carlo Cavicchioli

Arrestato il marito della donna uccisa a Saluzzo L'uomo nega disperato : " E' stata una disgrazia!" 11 delitto detta scorsa notte in un nuovo quartiere detta citta Arrestato il marito della donna uccisa a Saluzzo L'uomo nega disperato : " E' stata una disgrazia!" La vittima, di 34 anni, era madre di un ragazzo - Colpita con una pugnalata al fianco, morì per dissanguamento - Il marito è un autista quarantenne - Secondo le indagini i coniugi erano in disaccordo perché la donna amava troppo il denaro e il lusso • L'uomo, che da tempo beveva, l'avrebbe colpita durante una lite • In carcere dice: "Non è vero. E' scivolata ed è caduta sul coltello che impugnavo per tagliare il pane" (Dal nostro inviato speciale) Saluzzo, 5 giugno. I carabinieri hanno fatto luce sul misterioso delitto avvenuto ieri sera a Saluzzo. Vincenzo Botta, il marito della vittima, ha ammesso dopo un lungo interrogatorio di essere lui il responsabile. « E' successo in cucina — ha detto — mentre affettavo del salame per un panino. Mia moglie mi stava accanto e, non so come, è scivolata, cadendo proprio sul coltello. Lì per lì non avevo neppure capito che si fosse ferita. Ho cercato di aiutarla a rialzarsi e le mani mi si sono riempite di sangue, che sgocciolava dal fianco. Non parlava più sebbene muovesse le labbra. Allora l'ho trascinata nella stanza da letto e sono corso a cercare aiuto ». II racconto non concorda con le risultanze dell'inchiesta. La posizione e la direzione della ferita — al fianco sinistro, un poco indietro — fanno pensare ad un colpo vibrato repentinamente e di sorpresa, piuttosto che al risultato dì una caduta accidentale. Ma certo è una versione più vicina alla verità di quelle fornite dal Botta in un primo tempo. Ai vicini di casa chiamati in aiuto aveva detto che la donna era scivolata nell'entrata. All'ospedale, al medico che gli chiedeva spiegazioni, aveva dichiarato d'averla trovata rantolante dietro la porta quando era tornato dall'osteria. Il magistrato, a conclusione della prima giornata di indagini, ha inviato il Botta in carcere quale presunto uxoricida. Nei bar e in tante case di Saluzzo si parla molto di questo delitto, del quale tutti sembrano conoscere i retroscena e non ne fanno mistero. Vincenzo Botta e Rita Ardusso, i due protagonisti, erano figure assai note in città. Lui ha 1,0 anni e da quando ha cominciato a lavorare è alle dipendenze della Satip, la società che gestisce i serrisi di linea fra Torino, Saluzzo e altri centri del Ouneese. Ha iniziato come fattorino nel '1,3, poi è diventato autista. La Ardusso aveva 31, anni, e benché cominciasse a sfiorire, conservava ancora un notevole fascino. Nel pieno della giovinezza era stata considerata una delle più belle donne della città. Le piaceva mostrarsi attraente e curava al massimo la sua persona. Un anno fa, visto che nella sua chioma bru- na erano comparsi dei capelli bianchi, si era fatta ossigenare. Era ambiziosa, amava il denaro e il lusso. Per far fronte a tante aspirazioni — l'alloggio nuovo, il frigorifero, il televisore, la macchina — Io stipendio del marito autista non era sufficiente, e lei aveva voluto aggiungervi il suo contributo. Si era occupata come operaia alla tipografia « innerva Medica», aveva ottenuto presto, per i suoi meriti, la promozione ad impiegata. Il direttore dello stabilimento, Carlo Rossi, dice che era una delle dipendenti più dotate. Ma in casa i rapporti fra marito e moglie non erano più quelli dei tempi lontani del matrimonio. Si erano sposati giovani, nel 1950. Vincenzo Botta allora era orgoglioso e felice con questa donna che aveva riacceso in lui interesse e fiducia nella vita. Perché prima aveva conosciuto esperienze amare: a 18 anni era stato deportato in Germania ed era tornato dai campi di concentramento distrutto nel corpo e nell'anima. Nel '51 nacque loro un figlio, Walter, che è ora in collegio a Giaveno, allievo di quarta ginnasio. Abitavano in una casa assai modesta e facevano grandi economie. Poi, via via, le aspirazioni della moglie presero consistenza e l'uomo, umile guidatore di autobus, si trovò in qualche modo esautorato. Quattro anni fa hanno cambiato alloggio e si sono trasferiti in uno stabile nuovo, in corso Roma 33: quattro vani arredati se non con gusto certo con profusione di mezzi. Si sono comperati la macchina, una Opel Kadett. Il bimbo è stato mandato in collegio, con una retta abbastanza alta. Vincenzo Botta ha cominciato a bere la sera nei caffo vicini, e s'ò reso conto, dalle chiacchiere e dalle allusioni più o meno velate, che la gente la sapeva assai lunga. Di cevano, nei bar, che la signora conduceva una gran bella vi ta, e che usciva spesso in macchina quando il marito era di turno alla Satip. Ieri era il suo giorno di va¬ canza. Nel pomeriggio è andato in macchina a Pagno, in Val Branda, con un collega e ha fatto una lunga passeggiata nei boschi in cerca di lumache. Basterebbe questo piccolo particolare a dimostrare quanto lontane fossero le sue aspirazioni da quelle della moglie. La Ardusso è rincasata, dall'ufficio alle 20. Era passata a far la spesa. Sul portone un ragazzo d'una sartoria le ha consegnato un vestito nuovo per il marito. Hanno cenato in fretta. Poi il Botta se n'è andato al caffè. Lei è uscita alle 21. E' scesa prima da una coinquilino per invitarla al cinema, ma costei non ha accettato. Allora è andata da sola al «Politeama» dove si proiettava il film < Rlflfi*. Che cosa sia successo dopo nell'alloggio è oggetto di congetture. Pare che il Botta sia rientrato per primo, insolitamente. Forse quando la Ardusso è tornata c'è stato un litigio e l'uomo ha perso la testa. Ma nella casa non s'è udito nulla. L'alloggio accanto è vuoto da un paio di settimane. Alle 23,1,5 il Botta ha suonato al pianterreno alla porta dei coniugi Peirone. «Mia moglie è caduta, si sente male ». La signora è salita di corsa. La Ardusso era sul pavimento della stanza nuziale, con la schiena appoggiata al letto. Rantolava. Il Botta, depostala sul materasso, ha detto alla vicina di spogliarla. Allora la Peirone ha visto la ferita, ha cercato di tamponarla con del cotone. « Sembrava un piccolo taglio, non potevo immaginare che fosse così profonda ». Nel frattempo suo marito aveva telefonato all'ospedale. Ma prima di giungere al pronto soccorso la Ardusso è spirata per dissangua- mento. Il coltello è staio trovato in cucina dal brigadiere dei carabinieri Rutigliano. Ha una lama stretta e tagliente, lunga circa 20 centimetri. Penetrando ìlei fianco aveva reciso di netto un'arteria, ciò che spiega la morte della donna nel giro di pochi minuti. Carlo Cavicchioli cVm Rita Ardusso Botta, anni, morta Saluzzo Vincenzo Botta, to della vittima, il mariarrestato

Luoghi citati: Germania, Giaveno, Pagno, Saluzzo, Torino