Dopo la siccità la grandine ha provocato danni nell'Astigiano

Dopo la siccità la grandine ha provocato danni nell'Astigiano la a situa azione agricola, ami Piemonte Dopo la siccità la grandine ha provocato danni nell'Astigiano Il raccolto del foraggio sarà inferiore del 30-40 per cento; quello del grano del 10-15 - Molte altre colture sono state colpite e soltanto la vite sembra non abbia subito perdite • Quasi totalmente distrutti i raccolti nella zona di Chiusano che il 27 scorso fu al centro di una violenta tempesta (Dal nostro inviato speciale) Asti, 5 giugno. La lunga siccità (seguita da piogge insistenti e qualche grandinata) ha colpito specialmente la produzione del foraggio e l'allevamento del bestiame. Sembra 9trano parlare di siccità dopo tanta pioggia e mentre si alternano sprazzi di sole a temporali e nembi di fredda foschia, ma il foraggio di primo taglio, il « maggengo », è ancora sui prati, qua reciso, là abbattuto dal vento e dall'acqua, e gli allevatori hanno le stalle piene e i fienili vuoti. Nella provincia di Alessandria, secondo le previsioni dell'Ispettorato dell'Agricoltura, il raccolto del foraggio sarà inferiore del 30-40 per cento alla media; nella provincia di Asti il danno è del 35 per cento, ma nelle zone collinari sale al 50 per cento. La scarsità del raccolto si ripercuote sulle quotazioni del mercato: ad Asti, nel febbraio scorso, i foraggi costavano 2250 lire, il 1° maggio erano saliti a 2750 lire, il 12 maggio a 3100, ora sono a 3500 lire. Molti allevatori hanno « alleggerito » le stalle, vendendo alcuni capi (a prezzi non più remunerativi). Ora la vendita forzosa sembra cessata: il taglio del maggengo è in atto, e si spera in un migliore secondo raccolto. « L'Associazione del coltivatori diretti — ci dice il dottor Berrl — ha chiesto all'Intendenza di Finanza maggiori agevolazioni sulla concessione del carburante per uso agricolo, dato il consumo per i rifornimenti di acqua durante la siccità, ed ha ottenuto un supplemento del 50 per cento sull'assegnazione normale ». La produzione del grano sembra invece che non debba subire danni notevoli. *Il rac colto — secondo l'Ispettorato dell'agricoltura di Alessandria — sarà inferiore del lo o 15 per cento al normale, ma la superficie seminata è stata più ampia dell'anno scorso, e la produzione complessiva sa rà quasi normale ». Nell'Astigiano il grano ha resistito bene: € Le semine erano state anticipato — si osserva al l'Ispettorato provinciale — e il frumento ha potuto affondare le radici nella terra umida, si è rinvigorito e ha resi stito poi alla siccità ». La prò duzione potrà essere quasi normale. Ora le colture sono in fase di ripresa: anche il granturco, le barbabietole, e altre colture promettono un raccolto buono, di poco inferiore al normale. Queste previsioni, naturalmente, valgono oggi, e sono subordinate alle future condizioni meteorologiche. Le brinate del 28 e 29 aprile hanno gravemente danneggiato la zona orticola del Casalese, Ticineto Po e Borgo San Martino, ma si è proceduto a nuove semine. La pioggia, invece, ha infierito sui ciliegi del Valenzano e dell'Acquese, spaccando i frutti. Gli orti di Asti, Isola e Motta di Costigliele hanno fronteggiato la siccità con gli impianti di Irrigazione: se avremo sole e caldo, la produzione sarà discreta. Parliamo ora della vite che In tutto l'Astigiano e nel Monferrato alessandrino occupa un posto di primo piano nelle colture e nell'economia collinare. La siccità non ha danneggiato i vigneti, anzi la scarsa umidità ha impedito lo sviluppo della peronospora. Se si potesse prevedere un regolare corso stagionale, diremmo che la vendemmia sarà soddisfacente. Ma su tutte le colture, e specialmente sulla vite, incombe la minaccia delle grandi calamità. La grandine ha già fatto la sua comparsa in varie zone: 1 danni non Incidono sul totale delle colture, ma i paesi colpiti dal flagello sono economicamente rovinati. Il 27 maggio la tempesta si abbatté sui paesi di Settime, Cinaglio, Chiusano, Montechiaro, tutti situati lungo la provinciale Asti-Chivasso (dove due anni fa una spaventosa alluvione distrusse tutte le colture). Sempre il 27 maggio, toccò a Cocconato, San Giorgio e Sant'Anna di Montiglio, altri luoghi già devastati nel 1963. I lettori ricorderanno che allora il disastro fu cosi grave, che giunsero generose offerte a « Specchio dei tempi* e <.La Stampa» potè distribuire 10 milioni di lire ai comuni più gravemente colpiti. Purtroppo i danni della grandine non trovano risarcimenti efficaci da parte dello Stato o delle Province. Vediamo, per esempio, che cosa succede a Chiusano, ripetutamente colpita ed ora epicentro della grandinata del 27 maggio scorso. r. Ch insano aveva 600 abitanti — ci dice il sindaco signor Valle — e ad ogni grandinata una schiera di giovani emigrava in città. Ora sono rimasti 250 abitanti, quasi tutti anziani. Sa quanti giovani lavorano ancora la terrat Ab biamo fatto un censimento: sui campi sono rimasti soltanto due uomini che hanno meno di 1,0 anni ». La grandine ha distrutto le viti (che erano state ripiantate due anni fa), ha abbattuto il granturco, il foraggio, il grano. Non si raccoglierà più niente. Una valanga d'acqua ha aperto un enorme solco di fango, largo due o trecento metri, nella collina e si è abbattuta sulla fornace di Chiusano,'situata lungo la strada Asti-Chivasso, devastandola e asportando trentamila mattoni pronti per essere spediti. « L'acqua — dice un dipendente della fornace — ha spento i forni: sembrava che dalla collina precipitasse il Tanoro. Per fortuna non ci furono vittime ». L'ispettore provinciale del¬ l'agricoltura, dott. Donati, col dott. Liuzzi, ha compiuto un sopralluogo e sta valutando i danni. Con una stima approssimativa si dice che la grandinata costerà 70 o 80 milioni al 250 abitanti di Chiusano, 300 mila lire a testa: è il guadagno di un anno, distrutto in pochi minuti. c C'è una legge — ci dice il segretario comunale dott. Fracchia — che in caso di calamità prevede il rimborso delle spese di conduzione fino all'80 per cento (venne emanata per soccorrere una zona del Sud), ma non sono stansriati i fondi necessari, perciò non si applica. Possiamo soltanto sperare nella esenzione per un anno delle sovrimposte sui terreni ». Questa esenzione prevede, logicamente, il rimborso delle rate che siano già state versate. Si tratta di qualche centinaio o di poche migliaia di lire, un risarcimento quasi tra scurabile. Ma almeno fosse sollecito Gli agricoltori di Chiusano sanno, per esperienza, che do vranno aspettare pazientemen te i rimborsi. Nel 1961 cadde una furiosa grandinata, e le imposte già pagate vennero rimborsate nel 1964. Per ia di sastrosa grandinata del 1963, il rimborso delle imposte non è ancora stato corrisposto; per quella del 1965 se ne parlerà probabilmente nel 1968. Tre anni per riavere qualche cen tinaio di lire pagate come im poste su terreni sui quali si è lavorato tanto, senza raccogliere niente. Ettore Doglio