Il P.M. esamina le borse di studio assegnate dall'Istituto di Sanità di Guido Guidi

Il P.M. esamina le borse di studio assegnate dall'Istituto di Sanità Continua ia ruquisiiaria ai tribunale di Roma Il P.M. esamina le borse di studio assegnate dall'Istituto di Sanità Secondo il magistrato, il prof. Marotta e il prof. Giacomello sono colpevoli di peculato per aver favorito con 13 borse del valore di 60 milioni «persone influenti che potevano essere utili » - « Chi vuol essere generoso usi i denari propri, non quelli dello Stato » (Nostro servizio particolare) Roma, 5 giugno. Ieri il pubblico ministero dott. Ricciardi ha spiegato ai giudici del Tribunale genericamente perché, a suo avviso, il prof. Marotta, il prof. Giacomello e gli altri dirigenti dell'Istituto Superiore della Sanità sono da ritenersi responsabili di peculato per avere dissipato il pubblico denaro sospinti soltanto dalla ambizione: oggi l'accusatore è entrato nei dettagli per giustificare la gravità delle sue premesse. Il programma prevedeva che la requisitoria venisse completata in tre udienze, sennonché tutto lascia supporre che il discorso del magistrato finirà per essere molto più ampio e che il P.M. avrà bisogno di almeno quattro giornate per motivare la richiesta che ì due ex direttori generali, l'ex direttore amministrativo dott. Domenicucci, l'ex cassiere centrale dott. Rossi, alcuni medici dell'Istituto Superiore della Sanità e colui che con i suoi esposti ha dato origine a questo processo siano condannati. Oggi, il p.m. dott. Ricciardi sì è preoccupato di illustrare ai giudici del Tribunale soltanto un argomento: il sistema con il quale sono state distribuite dal prof. Marotta e dal prof. Giacomello le borse di studio: tredici per un complesso di 60 milioni. « E' un sistema — ha detto — basato soltanto sull'arbitrio, per cui risulta che sono stati favoriti soltanto coloro che potevano essere utili, direttamente o indirettamente, ai dirigenti dell'Istituto: o personaggi influen ti o loro parenti. La generosità del prof. Marotta ha superato ogni limite. Chiunque bussasse alla sua porta aveva una risposta che si traduceva in elargizione di danaro. Si può essere generosi: ma non con i fondi dello Stato. In questo caso, infatti, si compie un rea to esplicitamente previsto e punito dalla legge: peculato » Il P. M. dott. Ricciardi ha preso in esame dettagliata mente le borse di studio concesse dall'Istituto Superiore, Due impiegate, Maria Pesso e Viviana Lodato, hanno otte nuto due borse di studio di 1 milione e 80 mila lire e di 1 milione e 896 mila lire. Ri sulta che il loro lavoro è stato del tutto diverso da quello previsto per chi avesse vinto quelle due borse. Anche il suocero dell'allora direttore amministrativo dott. Domenicucci ebbe una borsa di studio ammontante a 2 milioni e 688 mila lire per compiere « studi su problemi di tecnica e di edilizia ospedaliera >. Risulta, invece, che l'arch. Camillo Puglisi Allegra si è limitato a compiere taluni disegni per un progetto di ampliamento dell'Istituto Superiore della Sanità. «Non credo che sia necessario un commento ad episodi del genere — ha aggiunto il P. M. — per spiegare il motivo per cui si è proceduto all'incriminazione dei responsabili ». L'elenco è piuttosto vasto. Vi sono degli altri esempi. Vi è quello del prof. Mario Fammia il quale ha avuto 2 milioni e 568 mila lire per degli studi di virologia: sennonché il prof. Fammia si è dedicato esclusivamente a studi personali nella clinica chirurgica dell'Università di Roma. Vi è quello del dott. Antonio De Lisi che ha avuto 1 milione e 035 mila lire, ma non ha mai frequentato il laboratorio dell'Istituto: ha prestato servizio esclusivamente presso il gabinetto del ministro della Sanità. Vi è quello delle sorelle Adalberta e Faustina Alberti (la prima ha avuto 900 mila lire, la seconda 540 mila) che non hanno mai svolto delle indagini biologiche: sono parenti di un parlamentare. Vi è quello del figlio del prof. Domenico Marotta il quale ha avuto 5 milioni e 280 mila lire ma ha svolto soltanto delle ricerche personali e non per conto dell'Istituto. Vi è quello di taluni docenti universitari — prof. Flaminio Fidanza, prof. Lino Businco, sen. Domenico Macaggi, sen. Giuseppe Alberti — ai quali l'Istituto ha liquidato somme notevoli (al primo 330 mila lire, al secondo 340 mila lire, al terzo 350 mila lire, al quarto 1 milione e 155 mila lire) per partecipare a congressi all'estero ai quali l'Istituto Superiore della Sanità non era affatto interessato. Infine, vi è l'esempio del prof. Enrico Greppi al quale il prof. Marotta ha liquidato 445 mila lire per la stampa di una sua pubblicazione. Esaurito l'esame di questo primo argomento, il P. M. dott. Ricciardi ha rinviato a martedì l'illustrazione degli altri temi che giustificano, a suo dire, l'eventuale condanna degli imputati. Guido Guidi Ricciardi durante la requisitoria (Tel P.)

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