Un «club» riservato alle signore

Un «club» riservato alle signore Un «club» riservato alle signore E' il « Soroptimist », una specie di filiazione femminile del Rotary, conosciuto e diffuso in tutti i Paesi - Nei giorni scorsi si è tenuto a Stresa il 1° congresso italiano - Tema: « L'educazione della donna nel mondo in evoluzione » Nei giorni scorsi sì è svolto a Stresa il I Congresso biennale delle Soroptimiste d'Italia, cioè delle socie dei club italiani della Soroptimist International Assoclation. Il sodalizio è una versione femminile del Rotary ed ha come scopi di favorire l'affermazione della donna in tutti i campi e di diffondere uno spirito di amicìzia e solidarietà. Le regole fondamentali dello statuto stabiliscono che l'istituzione « non ha carattere e finalità o riferimenti di ordine politico (nazionale o internazionale) e religioso ». La maggior differenza tra le due aasoclazionl, entram¬ be di origine americana ma diffuse in tutti i paesi democratici, è che quella maschile tutti la conoscono, mentre quella femminile è nota soltanto (o quasi) negli ambienti profesaìonali interessati. Le Soroptimiste appaiono profondamente diverse dal prototipo di suffragetta dell'Ottocento, commovente per nobiltà d'intenti ma troppo spesso Ispiratrice di scritti o disegni umoristici. Sono donne che lavorano molto (devono essere professioniste affermate) ma parlano poco. Vogliono tenersi al corrente dei fatti dei mondo, ma non si curano di far conoscere al mondo 1 fatti loro. Perciò anche il Congresso si è svolto discretamente, con dieci relazioni principali e 35 minori, più gli interventi. Il tema era: « L'educazione della donna in un mondo in evoluzione ». I Soroptimist Club italiani sono 36. Il più anziano è quello di Milano, focato nel 1928. Per ventun anni fu anche l'unico, poi nel 1949 seguirono Bologna, Firenze e Roma; nel 1950 Torino, nei 1951 Trieste e così, via via, tutti gli altri. Gli ultimi due sono nati a Gorizia e a Biella il mese scorso, presto si Inaugurerà il 37° a Taranto. Il Congresso di Stresa è stato presieduto dalla, dott. Lydia Beretta Bianchi di Varese, presidente nazionale giunta al termine del mandato (tenuto con grazia ed energia impareggiabili dal 1» ottobre 1963) con il prossimo mese di settembre. VI partecipavano circa 150 socie italiane, più altre giunte da Francia, Lussemburgo, Belgio, Svizzera e Austria, Rappresentavano tutte le arti e professioni, ce n'erano di ogni età, nubili o sposate, elegantissime o austere. Abbiamo visto anche qualche manto: facevano un po' la parte che di solito tocca alle mogli dei congressisti uomini, ma con intelligenza e dignità. fc. a#

Persone citate: Lydia Beretta Bianchi