Eseguì il trapianto di polmone sull'uomo dopo quattrocento esperimenti su cani di Angelo Viziano

Eseguì il trapianto di polmone sull'uomo dopo quattrocento esperimenti su cani Il prof. Hardy spiegherà il suo ardito metodo Eseguì il trapianto di polmone sull'uomo dopo quattrocento esperimenti su cani Due anni fa il chirurgo americano operò un ammalato di cancro e gli sostituì il polmone infetto con quello sano prelevato ad un morto Il resocontista scientifico di fronte al programma — un vero volume — delle Riunioni mediche internazionali che prendono avvio oggi al Valentino non può che trovarsi perplesso sulle scelte delle aule da imboccare; perché tanti e troppi temi di svariate malerie si accavallano contemporaneamente per lo svolgimento. E pur molti sono quelli che al valore scientifico accomunano interesse divulgativo. Oggi, ad esempio, occupata la mattinata dalla grande cerimonia inaugurale, c'è in pentola un Simposio internazionale (presidente F. Brunetti) sulla chirurgia tumorale della ghiandola parotìde, la più grande ghiandola salivare, di cui solo le mamme conoscono l'ubicazióne, al di sotto' dell'orecchio esterno in una loggia tra la mandibola e l'osso mastoide, quando i loro bimbi hanno la parotite epidemica, che esse chiamano «.orecchioni »; ad un tempo troviamo il Congresso nazionale sul cancro della tiroide (pres. C. Cassano), quell'altra ghiandola che — seriremmo giorni fa — ci ha rivelato ora un nuovo ormone; ed ancora, sempre in fatto di mali simili, registriamo il Simposio internazionale sui tumori cerebrali dell'infanzia (pres. D. Bolsi). Si, purtroppo esistono anche quelli, che, fortunatamente rari, appunto per la loro scarsa frequenza e i disturbi non chiari all'inizio, più rischiano di sfuggire all'attenzione delle i>rime visite mediche. Ma non basta; che pure nel pomeriggio prendono avvio le giornate internazionali sull'igiene alimentare e dietetica infantile (presidenti: O. Pinotti e M. Gomirato Sandrucci). Ghiottissime riunioni anch'esse. E domani e nei giorni seguenti la cosa sarà più complicata. Il resocontista smaliziato troverà, comunque, modo di spremere il succo utile per quanti amano seguire le nuove svolte del sapere medico; mentre attraverso il suo apparente disappunto ha cominciato implicitamente col dimostrare che il concorso di medici studiosi a Torino è di questi giorni davvero eccezionale. Medici del l'uomo, ina anche medici veterinari, in una cordiale collaborazione per una lotta sul piano sociale contro malattie di comune interesse. Difatti una importante riunione internazionale di medicina veterinaria (pres. P. Sartoris, preside della Facoltà torinese di veterinaria/ comporta due relazioni ufficiali: l'una (relatore M. Seelemann, di Kiel) sulla tormentosa brucellosi, o febbre maltese od ondulante; l'altra (rei. J. Euzeby. di Lione) sui parassiti degli animali trasmissìbili all'uomo. Per chi va a caccia di argomenti sensazionali, spigolando l'interminabile programma c'è qualcosa pure di allettante. Lasciamo un po' di curiosità per il momento insoddisfatta. Ma quel nome di J. Hardy (di Jackson, Miss.) che troviamo in seconda giornata del Simposio internazionale di patologia respiratoria (pres. L. Biancalana) non ci torna davvero nuovo e qualcosa dobbiamo dir subito del tema sensazionale di cui sarà primo relatore. Si tratta nientemeno che del « trapianto del polmone ». Sta di fatto che egli l'ha già eseguito sull'uomo, da un uomo appena spento ad un altro, die aveva aderito al rischio di farsene cambiare uno non soltanto mutile ma di grave imbarazzo per la sua vita perché canceroso c fomite di ascessi; mentre quello che gli sarebbe rimasto minacciava pure di fare sciopero, e incombeva sul poveretto una mmplicanza cardiaca e renale. Che cosa verrà a dirci Har dy dopo un volo transoceani¬ co? Noi sappiamo come sia andato a finire quel primo storico tentativo, da un lato incoraggiante e dall'altro da far meditare ancora; ma il veder programmato tale e tanto problema stimola ogni attenzione. Un'attenzione che deve mantenersi pacata; non correre cioè sulle ali troppo veloci dell'entusiasmo, fomentato dalle ormai accertate possibilità delle tecniche cliirurgiche di trapianto un tempo impensabili; d'altro lato non restare aprioristicamente congelata dai vari presupposti di quella ben nota intolleranza biologica (immunologica) tra il tessuto del donatore e quello del ricevente, mentre un complesso di studi (ne abbiamo più volte parlato) è tuttora in marcia per scoprire mezzi sempre più accostanti la speranza di vincere una buona volta quella ripugnanza che si manifesta tra organismi che non siano di gemelli puri (monovulari). Fu, dunque, l'undici giugno del 19G3 che Hardy eseguì il primo trapianto di un polmone da un uomo all'altro, mediante preventivo trattamento del ricevente con speciali sostanze dette « antirigetto ». Ne aveva praticati antecedenza quattrocento aa cane a cane. Nella sua relazione in sede scientifica spiegò come la decisione fosse stata presa solo dopo avere valutato tutti gli elementi tecnici e morali idonei a giustificare l'impresa, cui evidentemente concorse la donazione (tramite congiunti) di un defunto altrettanto idoneo. Insomma l'intervento riuscì e il polmone trapiantato riprese a funzionare nel suo nuovo proprietario, che visse ancora dioiotto giorni e dovette soccombere solo a causa delle conseguenze della affezione renale di cui era già portatore, come dianzi accennammo. Hardy sottolineò in allora che nessun segno di reazione immunologia al trapianto era comparso Abbiamo visto nel corso di questi anni persino trapianti di cuore da cane a cane riu¬ scire, ma ad un certo momento anche alquanto lungo venirne il rigetto. Nell'uomo sono i trapianti renali, fatti in circostanze di eccezionale protezione antirigetto con svariati mezzi, di cui più volte riferimmo, che già danno esempi di lunghissima sopravvivenza e funzionalità tanto da suscitare grandi speranze per Vavveni re; ma non pare che arrivino ancora a quel comportamento fisiologico auspicabile definitivo. Ora nei riguardi del polmone, per quanto tecnicamente il trapianto si sia dimostrato bene attuabile, e per quanto in particolari condizioni di meccanica respiratoria toracica si sia ottenuto il ripristino della attività polmonare a mantice, viene da pensare che i fenomeni immunita: i, con cui l'organismo crede di difendersi contro l'intruso o l'intruso contro l'ospite, siano ben più diffìcili a frenarsi. Gli è che il polmone è un organo complesso per i suoi tessuti e di una struttura più sensibile ai fenomeni reattivi immunologici. Basti pensare che esso è il più grande produttore di «anticorpi» di difesa essendo il più ricco del sistema idoneo. Ecco, dunque, che per la soluzione definitiva del grosso problema occorrerà che i genetisti traggano da nuove loro ricerche i mezzi per aggirare lo scoglio o che i biochimici perfezionino nuovi prodotti antirigetto, intesi ad evitare lo scatenamento della furia dei fenomeni di intolleranza.Ma l'abbassamento della difesa immunitaria polmonare non potrà far sorgere altri problemi locali? Per tutto ciò indubbiamente sarà di grande interesse per i medici la riunione in discorso; tanto più che quale secondo relatore interverrà E. S. Buccheri, di Berlino; il quale è un altro eminente sperimentatore (nei cani) del trapianto polmonare. Inoltre sono preordinati gli interventi di R. Marshall, di Oxford; G. Fegiz, di Roma; E. Masenti e D. Gullino, di Torino; G. Zorzoli, di Roma; R. Ceppellini, genetista medico di Torino. Angelo Viziano I professori sovietici Vischneiwski, a sinistra, e Berglieli arrivano a Torino per le « Giornate mediche »

Luoghi citati: Berlino, Jackson, Kiel, Oxford, Roma, Torino