La Grecia vive un momento felice della sua storia ricca di civiltà di Gigi Ghirotti

La Grecia vive un momento felice della sua storia ricca di civiltà La Grecia vive un momento felice della sua storia ricca di civiltà I redditi sono in aumento, la marina mercantile lavora a pieno ritmo, le rimesse degli emigrati raggiustano la bilancia dei pagamenti • E' in corso una riscoperta del Paese da parte del turismo mondiale - Lo Stato ha fatto costruire buoni alberghi - Per contro i prezzi si allineano al resto dell'Europa (Dal nostro inviato speciale) Atene, giugno. Il cielo è nitido e il sole scotta come nella piena estate. Chi sbarca in questi giorni all'aeroporto di Atene scopre che non gli sarà facile mettersi al lavoro. Un'aria di vacanza incominciata ti accoglie: lungo la strada che porta in città, le ville hanno già aperto i balconi, i caffè gli ombrelli da spiaggia; gli arenili sono popolati di gioventù in costume da bagno, i ristoranti odorano dì pesce fritto e in lontananza, sul mare, scorgi barche che veleggiano in silenzio. Anche il centro della capitale e investito da quest'ondata di indolenza, balneare. Negozi e uffici chiudono all'una, irremissibilmente. Riaprono alle cinque - cinque e mezzo: il tempo, insomma, per lasciar che commessi e impiegati corrano alla spiaggia, a rinfrancarsi, a stirare le membra, a riprender forza per le fatiche del pomeriggio. Intorno alle settesette e mezzo corre per Atene una mezz'ora di panico: il panico di far tardi a chiuder bottega. S'abbassano impetuosamente le saracinesche; si chiudono porte, portoni, sportelli, e tutti, d'improvviso, si mettono a correre: pedoni, automobilisti, tram, metropolitana, motociclisti, carrettini. Atene, che ignora e disdegna gli strapazzi dell'orario unico, coltiva i piaceri della buona serata. Sono le serate più lunghe del mondo. Il sole stenta a calare: la sua lu- ce si riverbera tra il Licabetto e la collina dell'Acropoli in un interminabile tramonto violaceo. La sera i marciapiedi del centro sono affollati e animati come se ci fosse sempre una festa popolare in corso. Piazza della Costituzione era sorta, forse, con dimensioni e propositi monumentali: ma si è trasformata in un'enorme distesa di tavolini da caffè. Tendi l'orecchio e ascolti il ronzare dì Atene che commenta la sua giornata. Gli ateniesi, li trovi a migliaia anche al Pireo: le darsene del Turcolimeno sono un unico, interminabile ristorante all'aperto, festoso di luci e di musiche. Anche il quartiere di Plaka — un intrico di stradine ripide e strette, arrampicate sulla collina dell'Acropoli — si vede benissimo che non andrebbe mai a letto: fino a tarda ora, le sue taverne sono aperte. Grassi tavernieri, in grembiule bianco, con il tovagliolo alla spalla, a guisa di stola, sono pronti ad accoglierti in cucina, per scegliere il pesce o la schidionata di montone che ti farai arrostire. Atene sta attraversando un momento tra i più felici della sua storia. I redditi sono in aumento, la marina mercantile lavora a pieno ritmo, le rimesse degli emigranti riaggiustano la bilancia dei pagamenti, e, soprattutto, è in corso una riscoperta della Grecia da parte del turismo mondiale. Una volta, agivano solo i richiami delle antichità; ora, s'aggiungono le straordinarie esperienze della navigazione da diporto. Millecinquecento sono le isole della Grecia, e di queste solo centosessanta abitate: le altre, deserte, o quasi deserte, e alcune mai esplorate. Fino a pochi anni fa, le guide consigliavano di non partire per la Grecia senza munirsi di un tappo di gomma o di sughero: doveva servire per tappare le vasche da bagno nelle stanze dell'albergo. Perché questi erano gli usi: l'albergatore, temendo che il forestiero gli dimenticasse aperti i rubinetti, si cautelava lasciandogli la vasca senza chiusura. Ora, queste ansietà sembrano scomparse. Lo Stato ha costruito e dato iti gestione, in tutta la Grecia, una sessantina di ottimi alberghi (Xenìa) dove si trovano tutti i conforti che la circostanza richiede. Purtroppo, con i tappi nella vasca, sono arrivati anche i conti: la Grecia non è più il paradiso del buon mercato, i prezzi tendono a livellarsi a quelli del resto d'Europa. Per prevenire il contraccolpo, la Grecia s'è messa all'opera per organizzare una imponente stagione teatrale, di cui abbiamo già dato, giorni fa, alcuni cenni: settecento spettacoli in tutta l'estate. Cinquanta teatri in tutta la Grecia sono per essere aperti di bel nuovo o riaperti dopo un silenzio di duemila anni. Il teatro di Epìdauro, che mai aveva ospitato compagnie straniere, quest'anno si apre per la « Dannazione di Faust » dell'Opera di Parigi e per la « Messa di requiem » di Verdi, diretta da von Karajan. Gli apostoli di questo « miracolo teatrale ellenico* (Re- Jane Joussif, Niko Xinodinos, Timos Souras) sono anche i promotori di un'altra manifestazione, che sì avrà in settembre sulla collina di Filopappo, davanti all'Acropoli: le « Panatenaiche della Scultura ». Vi parteciperanno oltre cinquanta artisti: i maestri che hanno influenzato la scultura del nostro secolo, da Archipenko a Marino Marini; e ci saranno anche i pittori-scultori. Tredici statue manderà Picasso, altrettante Ossip Zadkine; Salvador Dali. sta terminando in questi giorni una sua « Afrodite » di cui si attende con una certa ansia la prima fotografia. La Grecia ha avuto la sensazione che occorresse afferrare l'istante fortunato che sta attraversando, per non lasciarlo cadere mai più: e cosi ha dato fuoco a tutte le polveri. Le arti in doseurto, per traumatizzare la stagione, e per creare l'indispensabile premessa per ulteriori sviluppi negli anni prossimi. «Se avessimo fatto di meno, l'anno venturo qualcuno, al nostro posto, avrebbe potuto pensare di far nulla del tutto: chiunque verrà al nostro posto, d'ora in avanti, dovrà tener conto di questa esperienza. Potrà far di meno, potrà far di più. Nulla, non lo potrà fare nessuno ». Cosi dicono i tre animatori della straordinaria esperienza che la Grecia affronta in quest'estate del 1965: l'estate del suo recupero definitivo alla vita del mondo civile di oggi e di sempre. Gigi Ghirotti UN'ARIA DI VACANZA ACCOGLIE I FORESTIERI

Persone citate: Faust, Marino Marini, Niko Xinodinos, Picasso, Plaka, Salvador Dali, Timos Souras, Verdi