Peiper, l'SS che incendiò Boves deportò 200 ebrei rifugiati in Italia

Peiper, l'SS che incendiò Boves deportò 200 ebrei rifugiati in Italia Peiper, l'SS che incendiò Boves deportò 200 ebrei rifugiati in Italia Le vittime furono rastrellate a Borgo San Dalmazzo (Nostro servizio particolare) Borgo S. Dalma/./.», 2 giugno. Un nuovo grave capo d'accusa sarebbe stato raccolto a .•ai-ico di Joachim Peiper, ilmaggiore delle SS naziste autore dell'incendio e dell'eccidio di Boves, sottoposto a giudizio istruttorio dalla magistratura ili Stoccarda in seguito alla denuncia presentata un anno fa da un gruppo di expartigiani cuneesi. Questi hanno successivamente dato vita a un comitato che in questi ultimi mesi ha tenuto frequenti contatti con la Pro cura di Stoccarda, alla qualeha rimesso molti elementi diprova nei confronti del famigerato ufficiale. Peiper, già condannato a morte da un tribunale militare interalleato per una strage di prigionieri di guerra americani, fu graziato dopo dieci anni Joachim Peiper sarà denun- Ciato alla magistratura tede- sca quale responsabile della deportazione di duecento ebrei profughi dell'Europa Centrale e Orientale e mandati a morire all'inizio del 1944 ad Auschwitz. Rifugiatisi nella Francia occupata dalle truppe italiane nella primavera del 1943. alcune centinaia di ebrei slavi, bulgari, polacchi e di altre nazionalità si aggregarono dopo l'8 settembre alle truppe della IV armata in ritirata verso l'Italia. Scioltasi nel Cuneese la grande unità, i profughi trovarono ospitalità presso famiglie della zona di Borgo San Dalmazzo. 11 14 settembre 1943, un manifesto affisso in questa città dal comandante germanico locale, capitano Muller, ufficiale del reggimento del maggiore Peiper, intimava a tutti gli stranieri sbandati nel territorio di presentarsi al comando tedesco, pena la fucilazione per coloro che fornivano loro ospitalità. Oltre duecento, fra donne, vecchi e bambini, allluirono al centro di raccolta, fissato nella caserma degli alpini di Borgo, dove rimasero rinchiusi per varie settimane, finché furono spediti in vagone bestiame a Nizza. Di qui vennero deportati nel tragico lager polacco Soltanto una donna si salvò. n. m.

Persone citate: Joachim Peiper, Muller, Peiper