Giornali in Russia di Massimo Conti

Giornali in Russia VISITA ALLE «IZVESTIA» Giornali in Russia (Dal nostro corrispondente) Mosca, giugno. Si vede poca gente a Mosca leggere il giornale al caffè, sugli autobus e sulle vetture della metropolitana. In Russia i giornali sono gravi di prose politiche e di dibattiti economici, con rare concessioni ai fatti della vita; commenti e interpretazioni di solito sostituiscono fatti ed avvenimenti. I russi, pertanto, preferiscono leggere i giornali a casa, dove c'è più tempo per capirli e meditarli. Non ancora smaliziati come i popoli occidentali, i russi soggiacciono al fascino ancora intatto della parola stampata. In nessun altro paese del mondo, forse, i giornali godono di altrettanta autorità e prestigio. Naturalmente il giornale non può sbagliare. La fotografia di un aereo a turboelica, apparsa l'altra sera sulle Izvestia con la didascalia « Un moderno jet », ha indotto migliaia di persone a telefonare e a scrivere alla redazione del quotidiano con accenti di risentita meraviglia e quasi di indignazione. « Ci bombardano di telefonate e di lettere per giorni e settimane intiere se nel giornale trovano un errore o una semplice svista », mi conferma il signor Michail Zeitlin, membro della direzione delle Izvestia. La sede delle Izvestia (le « Notizie ») è una palazzina grigia a cinque piani sulla piazza Puskin. Si stenta a credere che quella sia la sede del più diffuso giornale dell'Unione Sovietica e uno dei più grandi quotidiani del mondo, con una tiratura giornaliera di 8 milioni e 300 mila copie (una copia viene - letta in media da tre persone), oltre a un supplemento settimanale di 1 milione di esemplari: anche se si deve tenere conto del fatto che le copie stampate nella capitale sono soltanto 700 mila, e che il resto delle copie viene stampato in trentadue città, da Kiev a Vladivostok, con l'ausilio di Hans trasportati ogni giorno da Mosca con aerei speciali. E' soltanto con questo espediente infatti che le notizie del giornale di Mosca possono raggiungere le zone più remote della Russia asiatica con c appena » ventiquattro o quarantotto ore di ritardo, data la differenza dei fusi orari (un tempo i pacchi di giornali trasportati con i treni arrivavano a destinazione dopo circa una settimana). Vado a visitare il palazzo delle Izvestia mentre si fa il giornale; eppure non avverto la eccitata animazione che nelle redazioni di tutto il mondo precede l'approssimarsi della « chiusura ». Nei saloni del giornale l'opera dei redattori si svolge nella calma e nel silenzio. I columnists meditano i loro commenti in una sala appartata protetta da porte doppie di legno chiaro. Le telescriventi della Tass e delle agenzie occidentali battono notizie senza interruzione; ma il ritmo incalzante delle informazioni provenienti da tutto il mondo si spegne nell'atmosfera distesa e un po' rarefatta del giornale. Tutte le notizie, qui, anche quelle di importanza trascurabile, passano attraverso elaborati filtri prima di venire offerte al pubblico. In Russia i giornali sono strumenti di formazione, cioè di educazione politica, più che di informazione. Fretta e tempestività risultano bandite, anche perché i giornali non possono permettersi errori di alcun genere. Una parola di dubbia accezione stampata sulle Izvestia può avere ripercussioni enormi in tutto il mondo. Le omissioni, gli stessi silenzi pesano; e non di rado alimentano congetture e speculazioni. Fu la mancata pubblicazione delle Izvestia, la sera del 15 ottobre scorso, uno dei segni premonitori della caduta di Kruscev. Per le Izvestia, poi, i compiti affidati dal regime alla stampa sovietica risultano vieppiù complessi, dato che il giornale coltiva l'ambizione di offrire un quadro un po' più vivido degli avvenimenti, nonché di rendersi portavoce del pubblico più di quanto non lo siano altri quotidiani. Se tutti gli altri giornali sono rassegne di documenti ufficiali, le Izvestia cercano invece di dare agli avvenimenti una veste giornalistica più simile a quella occidentale. « Ci sforziamo di presentare gli avvenimenti nella maniera più gustosa possibile — mi conferma il signor Zeitlin —, in uno stile conciso prima di tutto e vivace, di facile lettura: senza che ci scapiti per questo la serietà e la profondità della materia trattata. Facciamo dei titoli capaci di stuzzicare la curiosità della gente, pubblichiamo molte fotografie. Non rifiutiamo, insomma, le esperienze migliori della stampa occidentale ». Si cerca, aggiungiamo noi, di « vendere meglip » il comunismo, con una confezione più attraente. Il lavoro non è facile. Sulla ' scrivania del signor Zeitlin vi sono tre telefoni, uno nero, uno rosso (« Questo è collegato con la Casa Bianca», mi dice scherzosamente il signor Zeitlin) e uno, infine, di color avorio. Il signor Zeitlin afferra il microfono bianco per chiedere il « bozzone » delle ultime notizie. La novità della giornata è che dodici lavoratori agricoli del Turkmenistan sono diventati per i loro meriti « eroi del lavoro socialista ». « Ecco — domando, — come si fa a rendere vivaci notizie di questo genere? ». « Comprendo l'obiezione — mi spiega il signor Zeitlin —, lo so bene anch'io che sarebbe più facile attirare l'attenzione del pubblico sulle vicende private di Sophia Loren. Ma noi sovietici abbiamo un'altra concezione del giornalismo. Noi ci sforzia'mo di educare il gusto, la mentalità del pubblico. Quindi niente cronaca nera, niente delitti e sciagure. L'incendio fa notizia per noi soltanto se c'è il pompiere che salva la vita di quattro persone rischiando la propria ». Entro questi limiti, le Izvestia sono l'unico giornale russo sensibile ai fatti della vita quotidiana, alla cronaca nel senso nostro. Fu Alexei Agiubei, il genero di Kruscev, a incoraggiare questa formula giornalistica quando era direttore delle Izvestia. E il sue cesso ottenuto dal quotidiano rivela nel pubblico russo interessi e curiosità nuovi, un grado diverso di sensibilità rispetto al passato. Nel 1964 la tiratura del giornale è aumentata di un milione di copie e, mi spiega il signor Zeitlin, ne occorrerebbero ancora un milione e mezzo per soddisfare la richiesta crescente del pubblico. Il barometro delle curiosità e degli interessi della gente sono le lettere dei lettori, che costituiscono al tempo stesso uno dei motivi del successo editoriale. Settanta persone fra redattori e impiegati sono incaricate di vagliare le lettere del pubblico, che giungono da tutte le parti dell'Unione Sovietica al ritmo di duemila al giorno. « Fra gli argomenti più sentiti dal pubblico vi sono i problemi morali, i rapporti umani e familiari, le relazioni fra i coniugi, l'educazione dei figli». I problemi e i bisogni dell'individuo, in altre parole, diventano oggetto di dibattito, materia di interesse pubblico. Si sta affermando la necessità di una sociologia, uno degli studi più negletti finora nell'Unione Sovietica. Sono segni di evoluzione anche questi, che si ac compagnano al lento miglioramento delle condizioni di vita: molta attenzione viene dedicata dal giornale ai reclami e alle proteste dei cittadini contro le autorità. Accade di frequente, infatti, che un cittadino si rivolga al giornale non avendo ottenuto soddisfazione dalle autorità, con un coraggio che un tempo certo non avrebbe avuto. Più di ogni altro giornale le Izvestia offrono la misura delle graduali metamorfosi in corso nella società sovietica; dei bisogni, delle tendenze e delle curiosità del pub blico, che soltanto adesso comin ciano ad avere possibilità di espressione. C'è sempre una cor relazione intima tra la forma < la sostanza delle cose. La stessa tendenza all'informazione sta ad indicare una maggiore maturità del pubblico, che vuole giudicare ora « fatti obiettivi », e non già venire istruito sull'uno o sull'ai tro argomento. E' certo che lo stile occidentale cui si avvicinano le Izvestia piace soprattutto ■agl'intellettuali e ai giovani. Massimo Conti

Persone citate: Alexei Agiubei, Kruscev, Michail Zeitlin, Sophia Loren