Un teste rievoca in aula il delitto di Diano Marina

Un teste rievoca in aula il delitto di Diano Marina Un teste rievoca in aula il delitto di Diano Marina Nell'udienza di ieri alle Assise di Sanremo la deposizione della donna che per qualche tempo era stata l'amante della vittima - Vide l'assassino — ancora latitante — sparare al muratore calabrese (Dal nostro corrispondente) Sanremo, 26 maggio. La Corte d'Assise di Imperia, in sessione a Sanremo, ha continuato stamane l'escussione dei testimoni del processo contro Antonio Mancuso, imputato dell'omicidio volontario con premeditazione di Salvatore Fusca. Il fatto di sangue — tipico dell'ambiente calabrese — avvenne il 3 febbraio del 1964 in una strada di Diano Marina. Nelle sue prime due udienze il processo ha detto molto poco per l'omertà dell'ambiente calabrese e la reticenza di alcuni testimòni che negano di aver fatto alcune dichiarazioni che avrebbero un certo peso sull'andamento del dibattito. Questa mattina, in apertura di udienza, ha deposto l'avvocato Vittorio Simone, il legale che aveva tentato di far recedere Salvatore Fusca dalla querela che aveva sporto contro Antonio Mancuso per lesioni colpose. L'episodio era avvenuto perché la vittima si era sempre opposta ad una relazione tra la figlia Rosina di 18 anni e il giovane compaesano, relazione che d'altronde era respinta dalla stessa ragazza. L'avvocato, in quella occasione, non era riuscito al suo scopo. E' stata poi la volta dei coniugi Favero che accolsero in casa Antonio Mancuso subito dopo il delitto di Diano. « Era sporco di sangue — hanno dichiarato i due coniugi — ma non volle che gli pulissimo i vestiti e se ne andò subito ». Il prof. Giorgio Chiozza dell'Istituto di medicina legale dì Genova, perito che ha eseguito l'autopsia del cadavere, ha precisato alla Corte che le fe rite ed abrasioni presenti sul capo della vittima non erano state provocate da colpi d'ar ma da fuoco. Una vasta ferita lacero contusa alla regione sopraccigliare è stata provocata — secondo la perizia — da un colpo inferto col calcio della pistola. Questi dati dimostrano — se ancora ce ne fos se bisogno — che Salvatore Fusca, prima di venire ucciso, ebbe una colluttazione col suo assassino. Il presidente dr. Garavagno, a questo punto, ha ricostruito la scena del delitto basandosi soprattutto sulla testimonianza del floricoltore Patrucco interrogato nell'udienza dì ieri, e che fu uno dei primi ad accorrere sul posto, subito dopo la sparatoria. Secondo il dr. Garavagno i primi due col pi di pistola sarebbero stati sparati a scopo intimidatorio e soltanto l'ultimo colpi Sai vatore Fusca che, per la paura, si era rannicchiato a terra. Nel pomeriggio è stata ascoi tata Carmela Denaro, la don na che aveva convissuto con la vittima e che avrebbe do vuto essere la teste più importante di questo strano processo senza imputato e con dei testimoni che in aula ci sono soltanto come presenza fisica. La prima parte del l'udienza, quella riservata ai presunti rapporti amorosi tra Rosina e Antonio Mancuso, stata tenuta a porte chiuse Chiusa questa parentesi il pubblico 6 stato riammesso in aula Si è così saputo che i! 2 febbraio la Denaro aveva incontrato Maccarone e Man cuso ad un passaggio a livello. In quell'occasione l'imputato avrebbe sollecitato la donna a dichiarare il falso su alcune circostanze relative all'aggres sione che Salvatore Fusca aveva in precedenza subito dal Mancuso. La Carmela Denaro si sarebbe rifiutata. Venendo al giorno del delitto Carmela Denaro ha dichiarato che quella mattina aveva incontrato Salvatore Fusca il quale le aveva dato appuntamento per le 14 dovendo discutere entrambi su un'abitazione che avrebbero dovuto affittare a San Bartolomeo del Cervo. All'appuntamento, però, l'ex amico non giunse e la donna si recò nel Dar ove le avevano indicato che' si trovava. Accanto al Salvatore Fusca c'era un altro meridionale, il Verdulli, lo stesso che nell'udienza di ieri aveva dichiarato di non aver mai conosciuto la vittima. La Denaro e il Fusca uscirono dal bar ma, fatti pochi passi, giunse In motocicletta Antonio Mancuso. Subito Salvatore Fusca gli chiese: «Hai bisogno di qualche cosa da me?». Mancuso rispose: <No, dite piuttosto che cosa volete voi? ». Fusca rispose: « Io voglio il mio onore». Mancuso: « Ma nessuno ve lo toglie ». Nei primi due interrogatori la teste aveva dichiarato che l'imputato aveva colpito con uno schiaffo il Fusca, ma ora, in aula, sì capovolgono i fatti: è Fusca che colpisce con uno schiaffo l'avversario. Finalmente, con Carmela Denaro, compare un teste che ha visto la scena più importante: quella del delitto. <i due — dice la donna — si rotolarono a terra e poi Mancuso estrasse una pistola e fece fuoco su Salvatore Fusca. Io, al Mancuso che fuggiva, gridai: "Miserabile me l'hai ucciso". In quel momento apparve il Maccarone che mi chiese: "Chi l'ha ucciso?". A questa domanda risposi: "E me lo chiedi, anche..."». Venerdì si entrerà nella fase conclusiva con l'arringa dei patrono di parte civile avv Bruna. Seguirà la requisitoria del P. M. e quindi le arringhe di difesa e. b.

Luoghi citati: Diano Marina, Genova, Imperia, Sanremo