Deposizioni a porte chiuse per il delitto di Diano Marina

Deposizioni a porte chiuse per il delitto di Diano Marina Deposizioni a porte chiuse per il delitto di Diano Marina In Assise a Sanremo - L'autore del crimine è latitante - Respinto da una ragazza le uccise il padre (Dal nostro corrispondente) Sanremo, 25 maggio. L'omertà dell'ambiente calabrese è stata la protagonista dell'udienza di oggi. La paura che traspare chiaramente da moltissimi testimoni che si sono susseguiti al pretorio del processo contro il latitante Antonio Mancuso, di 27 anni, di Limbadi (Catanzaro), accusato di omicidio volontario del compaesano Salvatore Fusca, di 40 anni, ha costretto, questo pomeriggio, il presidente dottor Garavagno, a far proseguire il processo a porte chiuse. L'episodio che ha indotto il presidente a questa misura precauzionale è stato quello relativo ad Arturo Verdulli, il teste chiamato in causa nella sua deposizione di sabato da Domenico Fusca, uno dei tre fratelli della vittima. Domenico, infatti, aveva detto di avere incontrato il Verdulli in un bar di Diano Marina, poche ore dopo l'uccisione del fratello. La Corte ha provveduto a sentire Arturo Verdulli il quale non si sa ancora se per paura oppure perché effettivamente non sa nulla, ha cercato di negare ogni cosa, perfino di avere mai conosciuto Domenico Fusca. Durante l'udienza a porte chiuse, secondo quanto ci risulta, il Verdulli avrebbe leggermente modificato il suo at teggiamento fino allora negativo. Avrebbe cioè detto alla Corte di non ricordare esattamente quanto era accaduto. Durante il precedente confronto con Domenico Fusca questi aveva ribattuto l'atteggiamento del Verdulli, dicendo di potere provare che al loro colloquio era presente anche un certo Francesco Soleri, che la Corte aveva invitato per l'odierna udienza. E' da notare che Domenico Fusca nella sua deposizione di oggi ha ricordato molti particolari importanti, che dovrebbero dimostrare appunto la veridicità del suo racconto. Interrogato dal presidente Dr. Garavagno, Francesco Solerl ha negato tutto. Anche per questo teste, il Presidente disponeva, dopo una breve sospensione della seduta, la ri presa a porte chiuse. Secondo quanto sì è poi venuti a sapere, pure il Solerl avrebbe lievemente modificato il suo atteggiamento negativo. In apertura del processo, iniziato nel tardo pomeriggio, il pubblico ministero dottor Sanzo aveva prodotto un ingrandimento della firma di Antonio Mancuso. Come si ricorderà, Domenico Fusca aveva portato in aula una foglia di edera su cui era vergata un'accusa f.ontro un certo Francesco Cornerei. Il firmatario della strana missiva lo indicava come il vero responsabile dell'omicidio. La firma, < sono Antonio >, assomigliava stranamente a quella di Antonio Mancuso. Particolarmente interessante è stata la deposizione di un floricoltore di Diano Marina, Luciano Patrucco, il quale udì il rumore degli spari proprio mentre stava uscendo dalla sua abitazione, poco distante dal luogo del delitto. Mentre stava percorrendo la sua abituale strada, il floricoltore incontrò un uomo piccolo di statura, che stava correndo. Il Patrucco ha dichiarato che giunto sul luogo del delitto vide il corpo di Salvatore Fusca raggomitolato. Il poveretto, che era appena spirato, aveva accanto Carmela Denaro e Giovanni Maccarone, colui che presentò alla Corte la tesi della legittima difesa del presunto assassino. Offertosi di portare il ferito all'ospedale sulla sua automobile fu aiutato da entrambi a caricare il corpo sulla vettura, ma solo la donna lo seguì al nosocomio. e. b.

Luoghi citati: Catanzaro, Diano Marina, Limbadi, Sanremo