Interisti e portoghesi sono pronti alla partita per la Coppa d'oro del calcio di Giulio Accatino

Interisti e portoghesi sono pronti alla partita per la Coppa d'oro del calcio Interisti e portoghesi sono pronti alla partita per la Coppa d'oro del calcio Helenio Herrera conferma la formazione dell'Inter: Peiró centravanti - Nel Benfica incertezza tra Neto e Calato - Colufia vorrebbe trasferirsi in Italia - Simoes parla di Combin (Dal nostro inviato speciale) Milano, 25 maggio. A Milano e nelle ricche città della cintura cresce di ora in ora la «febbre del tifo > per l'incontro fra l'Inter ed il Benfica, valevole come finale per la Coppa Europa dei Campioni. A due giorni dalla gara — la partita, come è noto, si disputerà a San Siro giovedì sera — il tutto esaurito è assicurato. L'agibilità dello stadio milanese è di 79.1)00 spettatori, e tanti sono stati i tagliandini distribuiti in varie direzioni: llf.000 sono gli omaggi a personalità politiche e sportive, a giornalisti italiani e stranieri, a dirigenti di società, 32.000 sono stati acquistati dagli « Inter clubs » per la distribuzione ai soci, 5000 vennero spediti in Portogallo, ma la metà è stata restituita ed immediatamente assorbita da Milano, buona parte dei rimanenti biglietti (poco meno di trentamila) messi in vendita la settimana scorsa, è andata a ruba nel breve spazio di sei ore. Per frenare il bagarinaggio, che ha già portato i prezzi a quotazioni mai viste, domani saranno vendute le ultime rimanenze, e con l'attesa che regna negli ambienti sportivi della città, è facilmente prevedibile che non occorrerà molto tempo per liquidare la partita. L'incasso, se U tutto esaurito si verificherà, sarà di 165 milioni. Le due squadre sono concentrate — come è abitudine — in zone limitrofe alla grande città, i neroazzurri a Varese in un grande albergo, i portoghesi nell'incantevole Cernobbio proprio nei lussuosi saloni di Villa d'Este. Varese dista da Ap¬ piano Gentile pochi chilometri, e stamane Helenio Herrera ha portato i suoi nomini sul solito campo d'allenamento per la seduta conclusiva della preparazione. Tutti a posto, tutti pronti, tutti animati da grande volontà. Gli incitamenti del « mago », i vistosi premi per la possibile conquista (si parla di circa due milioni a testa) ed il vantaggio di potere giovedì giocare di fronte al pubblico amico servono da sprone. La formazione è decisa; niente pretattica, niente sotterfugi, niente colpi a sorpresa. Anche questo vorrebbe essere un segno di sicurezza. Helenio Herrera parlando della squadra ha dichiarato solamente: «La conoscete già ». Ecco comunque l'Inter per la grande contesa: Sarti; Burgnìdi, Pacchetti; Bedin, Guarneri, Picchi; Jair, Mazzola, Peiró, Suarez e Corso. Suarez lamenta un certo aggravamento dei disturbi per il raffreddore da fieno, ma lo spagnolo non vuol mancare, e giocherà senz'altro. Da Appiano Gentile in poco più di un quarto d'ora di macchina si raggiungono Cernobbio e gli stupendi giardini di Villa d'Este. In questo ambiente è strano vedere aitanti giovanotti senza cravatta, con maglioni sgargianti, correre veloci per i viali ghiaiosi del parco e sui tappeti dei salo?ii. I giocatori del Benfica non sentono meraviglia per sguardi troppo indiscreti. L'allenatore dei portoghesi Schwartz pensa alla tattica, ma non parla, il « capitano » Coluna crede che il Benfica possa superare tutti i guai. E' sicuro di sé e pensa già alla stagione a venire: «Vorrei trasferirmi in Italia — dice sorridendo — vi si guadagna molto giocando al calcio. Preferirei la Juventus, ma qualsiasi squadra mi interesserebbe ». Il giocatore non sa che — almeno per un anno — nessuno straniero potrà varcare la frontiera italiana «come calciatore professionista ». Chiediamo a Simoes se conosce qualche nostro giocatore. « Conosco Combin — risponde con sicurezza —, ma non credo possa trovarsi molto bene in Italia dove si marca stretto e dove non si fanno complimenti. Combin (contro cui ho giocato nella nazionale militare) deve avere spazio di manovra ». In serata la comitiva ospite ha lasciato Villa d'Este per raggiungere San Siro dove Schwartz ha diretto un allenamento atletico sotto la luce dei riflettori. Il tecnico portoghese aveva preannunciato la comunicazione ufficiale della squadra dopo la seduta di preparazione, ma alla fine ha preferito rinviare a domani ogni decisione. Comunque i dubbi riguardano solamente la scelta fra Neto e Calado come centrocampista. Neto è più combattivo, Calado più tecnico. Si tratta di un giudizio preferenziale che implica addirittura la tattica: con Neto significherebbe squadra difensiva, con Calado squadra d'attacco. Giulio Accatino