Gli epigoni nel mondo di fascismo e nazismo di Ferdinando Vegas

Gli epigoni nel mondo di fascismo e nazismo Gli epigoni nel mondo di fascismo e nazismo In ogni paese i neo-nazisti hanno un volto proprio - Ma sono ispirati sempre da un rozzo rifiuto di risolvere i problemi con la ragione E' di pochi giorni fa la no-| tizia che in Svezia è stato scoperto un movimento neonazista; 1 cosiddetti « reparti vichinghi », forniti di un abbondante arsenale di armi, capeggiati da un «piccolo Fuhrer », un certo Lundhal, imbevuti dei soliti principi, con particolare accentuazione antisemitica. Che non si trattasse d'uno sparuto gruppetto di fanatici, limitati al piano teorico, ma di qualche cosa di più grave, con conseguenze pratiche, lo prova il fatto che il Lundhal e sei suoi complici sono stati tradotti in tribunale, a porte chiuse; pare infatti che il « piccolo Fuhrer » esercitasse lo spionaggio per conto dell'amba-1 sciata egiziana a Stoccolma e ria questa ricevesse armi da usare per un suo progettato putsch. Sembra incredibile che nella Svezia democratica possano allignare simili aberrazioni; eppure è proprio a Malmò che nel maggio '51 si riunirono un centinaio di delegati di vari partiti e gruppi neonazisti e neofascisti (italiani, tedeschi, austriaci, francesi, spagnoli, ungheresi, svedesi), che diedero vita al «Movimento Sociale Europeo », conosciuto generalmente come l'« Internazionale di Malmò ». La città svedese non era stata scelta a caso, perché ivi abita e agisce Per Engdahl, grande ammiratore di Mussolini, capo di un partito fascista, direttore d'una rivista ovviamente d'Intonazione fascista. Numerosi altri gruppi ed organi di stampa, dello stesso genere esistono | in Svezia; forse perché questo paese, avendo avuto « la fortuna di non conoscere gli orrori del nazismo », era più facile che fornisse « nel dopoguerra un notevole contributo alla rinascita dei movimenti estremisti ». L'osservazione è di Angelo Del Boca e Mario Giovana, gli autori di un'opera, I «finii del sole » - Mezzo secolo di nazifascismo nel mondo (ed. Feltrinelli, 605 pp., L. 3500), dedicata appunto ad una pa-l ziente, minuziosa eri esaurien-| te indagine sul fenomeno del-1 la ripresa del nazifascismo! ancora a vent'anni dal crollo ! sanguinoso dei regimi fasci-1 sta e nazista. Il caso della Svezia, portato alla ribalta dalla cronaca, alla fin dei conti è un caso marginale; ben più consistenti sono quelli di altri paesi: la Francia ed il Belgio per i contraccolpi delle vicende d'Algeria, d'Indocina e del Congo, il Sudafrica per gli sviluppi della politica dell'apartheid, gli Stati Uniti per la questione dei negri, l'Inghilterra per l'afflusso degli immigrati di colore. Abbiamo cosi una serie di quadri, in ciascuno dei quali i fenomeni di neofascismo d'un determinato paese sono rappresentati sullo sfondo delle precise condizioni storiche ed ambientali locali. In Austria, per esempio, si mescolano nostalgie del vecchio nazismo e dei tempi dell'Anschluss col pangermanismo, col reducismo, con i ricordi dell'occupazione sovietica; ma il «banco di prova» fondamentale è pur sempre costituito dalla questione del- l'Alto Adige, terreno ideale per l'esplosione della violenza e del terrorismo nazisti. Nel caso dell'Italia, che meglio possiamo apprezzare per conoscenza diretta, la trattazione degli autori costituisce una stringata, ma compiuta, monografia sulla storia del nostro paese nell'ultimo ventennio; sicché il neofascismo risulta non un fenomeno isolato di gruppi estremisti, bensì una specie di contrappunto allo sviluppo democratico del paese. Vi è, in altri termini, un neofascismo nel senso più ristretto, che comprende quanti si richiamano più o meno esplicitamente al vecchio fascismo o al nazismo o al razzismo; ma vi è pure un neofascismo in senso ampio, normalmente latente come tale, però animatore di fondo di movimenti diversi, tipo «Uomo Qualunque». Il fascismo, e non solo in Italia, è la tentazione della scorciatoia per superare i pas saggi difficili imposti dalla sto ria; è quindi il rifiuto della contesa democratica, nell'erronea speranza che con la forza si possano veramente risolvere le più complesse dif flcoltà. E poiché il nodo fondamentale della nostra epoca è quello del rapporti tra le classi, si spiega così il carattere specifico e saliente del fascismo: uno strumento adoperato dal capitalismo più rozzo contro i lavoratori. Come dicono nella Conclusione Del Boca e Giovana: «Neofascisti e neo-nazisti rappre sentano unità subalterne di forze più omogenee effettivamente depositarie delle possibilità eversive in senso reazionario ». Per quanto soddisfacente e storicamente provata sia questa spiegazione, essa va tuttavia completata col richiamo all'altra componente non meno caratteristica del nazi fascismo: l'irrazionalismo, da cui promanano i miti più assurdi e le degenerazioni estreme, sino al genocidio ed alle camere a gas. Fenomeno sociale, insomma, il nazifascismo; ma anche, e non meno, fenomeno morale: Ìndice della grande crisi che da mezzo secolo travaglia la nostra ci viltà. Ferdinando Vegas

Persone citate: Angelo Del Boca, Del Boca, Engdahl, Giovana, Lundhal, Mario Giovana, Mussolini