Un astronauta americano uscirà dalla capsula nel cosmo

Un astronauta americano uscirà dalla capsula nel cosmo Un astronauta americano uscirà dalla capsula nel cosmo E. White ripeterà il 3 giugno l'impresa del sovietico Leonov - In orbita il satellite «Pegaso II» per lo studio delle meteoriti (Dal nostro corrispondente) | i a l Washington, 25 maggio, Il dott. Robert Gillrute, direttore del Centro di volo spaziale umano della Nasa (l'ente americano per l'astronautica), con sede a Houston nel Texas, ha oggi dichiarato in forma ufficiale ai giornalisti, che nel prossimo volo Gemini, previsto per il 3 o 4 giugno, l'astronauta Edward H. White II uscirà dall'abitacolo e, se le condizioni saranno favorevoli, si allontanerà di sette metri e mezzo dalla navicella alla quale resterà collegato con un cavo di sicurezza. Gli americani ripeteranno così l'impresa felicemente riuscita alla russa Voskhod il 18 marzo scorso, alI lorché due piloti-cosmonauti compirono 17 giri orbitali at! torno alla Terra e nel secondo di essi, il tenente colonnello Alexei Leonov uscì nello spajzio librandosi nel vuoto. Edward H. White tenterà l'impresa, come si è detto, nel prossimo volo Gemini, il secondo del progetto che reca questo nome, previsto per i primi giorni di giugno e per il quale è preannunciata una « permanenza orbitale » di quattro giorni. Il primo volo del progetto Gemini (il nome stesso vuol dire due astronauti nella stessa navicella spaziale) è avvenuto il 23 marzo scorso. I piloti Virgil Grissom (l'unico uomo che abbia volato due volte nel cosmo) e John Young compirono tre giri completi attorno al globo terrestre, e modificarono più volte la propria rotta azionando gli appositi comandi a bordo rendendosi così in certo modo indipendenti dai radiocomandi automatici provenienti da terra La preparazione tecnica per sempre più impegnative im prese spaziali umane continua senza soste. Nel quadro di questi preparativi strumentali ed esplorativi è stato lanciato stamattina da Capo Kennedy, in Florida, un nuovo satellite americano: il Pegaso II, destinato a compiere rilevamenti sulla frequenza delle meteoriti nello spazio extraterrestre. Esso è entrato regolarmente in orbita e viaggia su un percor- so ellittico ad un'altezza va- rìante tra i 510 ed i 740 chilometri. Il Pegaso all'atto del lancio era racchiuso nel cono terminale del razzo, all'interno di una speciale capsula metallica. Questa, all'inizio della fase orbitale, ai ò aperta, permettendo al satellite di spiegare due ali artificiali, proprio come il mitico cavallo dal quale esso prende il nome, lunghe ciascuna oltre 24 metri, più grandi cioè delle superflcì di sostentamento di un normale quadrimotore. Le ali, dallo scheletro di metallo, contengono 208 sezioni rettangolari coperte, su due lati, da una sottile pellicola di rame ed alluminio. I pannelli, caricati elettricamente, sono di vario spessore, in modo da poter misurare con esattezza l'eventuale impatto di una meteorite. Il Pegaso I venne lanciato lo scorso 16 febbraio, ma diversi dei suoi pannelli sono stati resi inefficaci da una serie di cortocircuiti; il nuovo Pegaso, di notte, sarà visibile ad occhio nudo. Il secondo stadio del missile vettore viaggia attaccato al satellite, per motivi di stabilizzazione. La massa totale dì 10 tonnellate e 700 chili è una delle più cospicue attualmente in orbita. n. c.

Persone citate: Alexei Leonov, Edward H. White, Edward H. White Ii, John Young, Leonov, Robert Gillrute, Virgil Grissom

Luoghi citati: Florida, Houston, Texas, Washington