Due giovani armati rapinano una banca a Milano e poi tornano a lavorare in cantiere: arrestati

Due giovani armati rapinano una banca a Milano e poi tornano a lavorare in cantiere: arrestati Catturati in poche ore gli autori di un audace «colpo» Due giovani armati rapinano una banca a Milano e poi tornano a lavorare in cantiere: arrestati L'assalto a Besate, contro la « Popolare » - I banditi (di 25 e 21 anni) puntano le pistole al cassiere e lo costringono a consegnare il denaro: 800.000 lire - Infine fuggono su un'auto rubata - I malviventi rintracciati ad Abbiategrasso - Confessano, consegnano le rivoltelle e tutti i soldi portati via (Dal nostro corrispondente) Milano, 24 maggio. Due giovani, armati di pistole, hanno rapinato stamane l'agenzia eli una banca di Besate, presso Milano, riuscendo a fuggire con 787 »ii/a lire. Poche ore dopo sono stati arrestati e i carabinieri hanno completamente recuperato la refurtiva. Si tratta del venticinquenne Carmelo Fiocco da Capo d'Orlando (Messina) e del ventunenne Giovanni Landolfl da S. Giovanni a Teduocio (Napoli), entrambi abitanti a Pavia. Besate è un piccolo centro agricolo a 37 chilometri da Milano. Il « colpo » ò stato compiuto alle 0 contro la filiale della «Banca Popolare di Abbiategrasso »,' in via IV Novembre, la strada principale. A quell'ora nel vasto locale al pianterreno si trovavano il direttore dell'agenzia, il ragionier Bruno Conti, di .',:> anni, da Motta Visconti (ex gerente dell'agenzìa di Buccinasco, assalita da banditi mesi fa), il cassiere Pietro Cornaggia, di 30, anch'egll abitante a Motta Visconti e la. donna delle pulizie, Annunciata Scotti, di 1,1,, da Besate. L'inserviente aveva appena finito di lavare il pavimento vicino alla porta quando il direttore Conti usciva un attimo nel cortile retrostante. In quel momento davanti alla banca si è fermata una « Renault RI,» (la vettura era stata rubata ieri sera ad Angelo Rescoli, che l'aveva lasciata incustodita davanti alla propria, abitazione in via Pollaiolo 51, a Pavia) dalla quale sono scesi due giovani di media statura: il primo indossava un maglione col collo rialzato fino a coprire parte del volto; il secondo aveva il viso nascosto da un fazzoletto. I due giovani erano armati di pistole. « Fermi e zitti » Ila intimato uno. Subito dopo i banditi hanno aperto il portello che porta al di là della transenna, nella parte del salone riservata agli impiegati, c si sono diretti verso Pietro Comaggia. Con le pistole puntate, alla schiena, il cassiere è stato costretto ad avvicinarsi alla cassaforte: « Adesso aprila, senza fare scherzi » gli hanno detto. Le serrature erano già sbloccate e l'impiegato ha dovuto soltanto tirare a sci lo sportello, quindi i banditi l'hanno spinto da parte afferrando il denaro a portata di mano. Il direttore Conti, dal cortile, si è accorto di quanto accadeva ed è uscito in strada chiamando aiuto. I banditi, sorpresi dall'allarme, hanno preso quanto più denaro potevano (circa soo.ooo lire), e, balzati fuori dalla banoa sono saliti sulla «Renault» e si sono dati alla fuga. In breve giungevano a Besate i carabinieri di Motta VI- sconti, quelli del nucleo investigativo di Milano e gli uomini della squadra, mobile milanese. Mentre iniziavano le indagini la « Renault » veniva ritrovata a due chilometri dal luogo della rapina a Bassiano, in un viottolo che immette in una riserva di'caccia, sulla strada tra Besate e Abbiategrasso. Dal ritrovamento dell'auto i carabinieri sono ben presto riitscifl a giungere ai responsabili. Il primo ad essere arrestato ò stato Giovanni Landolfl abitante a Pavia in via Verde 5 assieme al Fiocco. 1 due avevano trovato da qualche tempo lavoro in un cantiere di Abbiategrasso dove stamane non si erano presentati come di consueto: hanno, cominciato a lavorare alle 11, senza spiegare la loro assenza. Il Landolfl. e il suo complice sono stati traditi da un bottone della giacca che il napoletano durante la fuga aveva perduto a bordo della « Renault ». Gli inquirenti avevano subito rilevato questa prova e quando il Landolfl è stato raggiunto nel cantiere — dove stava lavorando in tuta — i carabinieri gli hanno chiesto di mostrare l'abito ohe indossava stamane; dalla giacca mancava il bottone trovato sull'auto. Al Landolfl non è ri¬ masto altro da fare che confessare, indicare il nascondiglio del denaro (sotto un cumulo di pietre del cantiere) e fare il nome del suo complice, arrestato poco dopo. g. m. Giovanni Landolfl, a sinistra, e Oarmelo Fioooo, I due rapinatori arrestati (Tel. A. P.) «■■iiiiiiiiiiiitiiiiitiiitiiiTtiiiiiiitiiiJifiiiiiiiijiiiitiiiiiiifiiriiiiiiiiitiiiiiiiTliiiifii:iiMiitiiifiiriiiiiJ]iiiiiiiiiiiiiijiiiiiiiiiiTtiitiiiitiiiiiiriiitiiii:iiiiins

Persone citate: Angelo Rescoli, Bruno Conti, Carmelo Fiocco, Giovanni Landolfl