La carovana degli «amici del vino» tra i prodotti dell'Umbria e del Lazio di Antonio Antonucci

La carovana degli «amici del vino» tra i prodotti dell'Umbria e del Lazio Partita daW A»tiaiana percorre tutta l'Italia viminata La carovana degli «amici del vino» tra i prodotti dell'Umbria e del Lazio L'accoglienza di Perugia e l'elogio della «fortissima Asti» - Quando, quanto, come e perché si beve, è stato il tema di un'interessante relazione - Consegnate le medaglie d'oro agli "amici" più meritevoli (Dal nostro inviato speciale) Perugia, 22 maggio. Annualmente gli italiani consumano in media 125 litri di vino a testa, superati soltanto dai francesi che si spingono fino a 135. Questa bevanda ha quindi molti amici, ma, tra questi, taluni che la amano più degli altri fondarono in Asti, nel 1960, una associazione che si chiama per l'appunto * Amici del vino ». La loro amicizia è generosa e nello stesso tempo severa. Essi non tributano lodi o emettono biasimi per semplice sentito dire; fiduciosi soltanto nel loro palato e nella esperienza personale, essi hanno in animo dì percorrere tutta l'Italia vinicola con gite annuali. Un po' di Piemonte, di Toscana, di Puglie e di Veneto lo sanno già. Quest'anno sono di turno l'Umbria e il Lazio settentrionale. La carovana ha cominciato quindi con il raccogliersi a Perugia. La scelta dell'Umbria è anche un omaggio alla storia antica. Quella moderna ha ben poco da dire, per lo meno a Peru¬ gia, in cui vini bianchi e rossi non alzano la voce pubblicitaria, ma si accontentano di una felicità casalinga, fieri soltanto di non commettere adulteri con la chimica. Paolo III Farnese, bevitore ottimo, che conquistò queste terre, non li ammise all'onore delle sue cantine. L'accoglienza di Perugia è stata cordialissima, soprattutto attraverso le calde parole del presidente della Camera di commercio sen. Benedetto Pasquini, che ha tessuto l'elogio della « fortissima Asti » e r/i<indi del vino come ramo importantissimo della nostra economia agricola, elemento gioioso della vita e meraviglioso pungolo dell'intelligenza. Ap plauditissimo, egli ha ripetuto il notissimo stornello popolare: «Bevevano i nostri nonni? Sì! Bevevano i nostri padri? Sì! E noi che figli siamo he viam, beviam, beviamo ». La realtà vuole tuttavia che i « figli » bevano meno dei padri, che già bevono meno dei nonni; onde non è sprecato soffermarsi un tantino sulla prima relazione ufficiale di questo convegno, affidata al dott. Viscardo Montanari, già presidente del Consiglio superiore dell'agricoltura di Roma. Tema della relazione: « Quando, quanto, come e perché si beve il vino ». Quando? — In genere durante i pasti, ma non è da bandire la mattina e soprattutto come aperitivo. Quanto? — La stessa domanda rivolta al pontefice Gregorio XVI si ebbe, come risposta: « un quartarolo scarso » il che fu certamente detto in tono scherzoso, essendo il quartarolo una misura di circa sedici litri. Oggi è. scientìficamente ammesso che si possa bere tanto vino sino all'equivalente di un grammo di alcool per ogni chilogrammo di peso e ogni giorno. .Un uomo di settanta chili può quindi bere circa un litro. Come? — Non staremo a ripetere quali vini meglio si addicano alle varie pietanze, che il discorso sarebbe troppo lungo c d'altronde si trovano elenchi dettagliati in ogni libro di cucina. I più raffinati possono aprire a pagina 67-68 « Il vero bevitore » di Paolo Monelli, che ne ebbe la lista « da un sagace intenditore di queste cose ». L'essenziale è che si beva sempre a piccoli sorsi, lentamente. Perché? — Perché il vino, con il suo contenuto di alcool, zucchero, salì organici e minerali, acidi, sostanze azotate, lieviti, vitamine ecc. è un alimento prezioso che dà energia, calore ed esalta la vita lità umana. Perché, ed è quello che infine forse più conta, lavorano intorno al vino un milione di famiglie agricole, industrie del vetro, del legno, delle materie plastiche, dei trasporti ed altre ancora per un reddito complessivo annuale che va dai quattrocento ai cinquecento miliardi dì lire. Due miHoni di ettolitri, poi, vanno all'estero. Come buona pubblicità del paese e introito di ricchezza. Il capo-carovana gr. uff. Giuseppe Cavezzana ha letto moltissime adesioni e ha poi consegnato medaglie d'oro ad « umici » particolarmente meritevoli come l'eminente gastronomo Luigi Carnacina, i torinesi rag. Cesare Massa, e dott. Silvio Marucco, i milanesi signora Giannina Cavezzana e il comm. Primo Lavizzari, Tullio Colombi di Piacenza e Giuseppe Monti enotecnico di Gallarate. Il tempo, pessimo ieri, ha concesso oggi una bella schiarita sicché la comitiva, dirigendosi a Terni come tappa di riposo, ha potuto sostare a Tergnano, dove &a sorgendo' • una moderna azienda vinicola. Da Terni, domani mattina la carovana ripartirà per Orvieto, Montefiascane, Viterbo dove sarà sciolta. Lungo la strada avremo una seconda relazione dal titolo «Vino e malattie neuropsichiche» affidata al neurologo milanese Antonino Massone. Antonio Antonucci