Generale dei Gresuiti è il basco Arrupe Organizzò il primo ospedale di Hiroshima

Generale dei Gresuiti è il basco Arrupe Organizzò il primo ospedale di Hiroshima E' STATO ELETTO AL TERZO SCRUTINIO; DICONO CHE RASSOMIGLI A SANT'IGNAZIO Generale dei Gresuiti è il basco Arrupe Organizzò il primo ospedale di Hiroshima Ha 58 anni - Nato a Bilbao entrò nella Compagnia di Gesù quand'era studente di medicina a Madrid - Studiò in Belgio e in Olanda, esercitò il primo apostolato nel Nord America, poi andò missionario in Giappone - Era a Hiroshima il giorno che esplose la bomba atomica: con i suoi novizi preparò e diresse le opere di soccorso nelle prime terribili settimane - Il suo programma è di riportare nel mondo operaio e dell'alta cultura il sentimento cristiano (Nostro servizio particolare) Roma, 22 maggio. // nuovo Papa nero, ventottesimo successore di Sant'Ignazio di Loyola nel governo, della Compagnia di Gesù con il titolo di Preposito Generale, è il padre Fedro Arrupe, un basco, nato a Bilbao cinquattotto anni fa. Tra gli spagnoli è il sesto che in quattro secoli sia stato eletto a dirigere l'Ordine che ha per insegna « Sub Crucis vexillo Deo militare », militare per Dio sotto il vessillo della. Croce, secondo le parole di apertura della Formula Instituti approvata da Papa Paolo III: ma per quanto spagnolo, padre Arrupe probabilmente deve pochissimo della sua formazione sacerdotale e culturale alle influenze ed alle tradizioni del Paese dove è nato. In Spagna infatti, da gesuita, visse soltanto cinque anni, nel noviziato di Loyola, città di Sant'Ignazio, dove era entrato il 15 gennaio 1927 dopo un breve periodo di studi di medicina seguiti all'Università di Madrid. Nel 1931, sciolta la Compagnia di Gesù dal governo della Repubblica di allora (costituzionalmente chiamata Repubblica de trabajadores de todas las clasesj il giovane Arrupe emigrò in Belgio, a Marneffe, per continuarvi gli studi di filosofia. Poi fu in Olanda, a Valkenburg, alunno del teologato dei Gesuiti tedeschi; quindi in America del Nord per il suo primo apostolato che esercitò fra messicani e portoricani immigrati negli Usa, e finalmente missionario in Giappone. In Spagna, in tutti questi anni, è ritornato solo saltuariamente, per conferenze o per affari relativi alla missione giapponese, presso la quale ha fatto tutta la sua carriera, da missionario a maestro dei novizi, rettore della Casa di noviziato, superiore della Viceprovincia e finalmente, ancora ieri, Preposito della provincia del Giappone. « Este Japon increible », questo incredibile, sorprendente Giappone, è il titolo del suo libro più noto, un volume di memorie pubblicato a Bilbao nel 1959. Raccoglie le esperienze di vent'anni di vita giapponese, umanamente culminate, come egli stesso racconta, nel dramma vissuto ad Hiroshima il giorno dello sgancio della prima bomba atomica sulla città, alle nove e un quarto del mattino del fi agosto 19//5. Padre Arrupe era allora maestro dei novizi di Hiroshima, si ricordò di avere fatto qualche studio medico all'Università di Madrid, si improvvisò dottore e direttore d'ospedale organizzando un'infermeria da campo per curare feriti e sinistrati, tutti i novizi messi a fare i portantini e gli infermieri. Furono mesi spaventosi, per giorni e settimane non essendo possibile né a padre Arrupe ne ai novizi raccogliersi agli studi professati, attendere a esercizi spirituali, quasi nemmeno cencentrarsi in preghiera. Che importa' incoraggiava padre Arrupe, richiamandosi secondo Sant'Ignazio alla supremazia dell'apostolato: «Quando, per esercitare un ministero apostolico sia necessario tralasciare una pratica spirituale, bisogna farlo senza timore di subire un danno spirituale, perché "è preghiera quanto si fa per il bene delie anime" ». In quei giorni, era pure per il bene dei corpi che si prodigavano i novizi e padre Arrupe, sempre nell'obbedienza della regola ignaziana che sopra ogni altra cosa condanna l'estraniarsi del gesuita dalle cose del mondo, atteggiamento riprovevolissimo «Muy repugnante a nuestro institufo ». Padre Arrupe, del resto, a Sant'Ignazio assomiglia anche fisicamente come è stato notato nelle anticamere vaticane il giorno che Pao 10 VI ricevette in udienza i grandi elettori del Papa, nero venuti a Roma per la loro trentunesima congregazione generale. All'uscita, difatti, fu salutato calorosamente con un applauso spontaneo rivolto al « piccolo Sant'Ignazio », tutti bene augurando la sua elezione: « E' 11 più perfetto gesuita elicsi conosca» si dice oggi di lui e l'apprezzamento va inteso nel senso di riconoscer gli particolari doti di uomo di mondo, dinamico, aperto tutte le esperienze, sollr- a cito e curioso delle più ani pie conoscenze. Parla più lingue fra le quali, natura! mente, la giapponese, e in giapponese ha tradotto diversi autori classici di spiri- tualità cristiana. Inoltre parla l'italiano, il francese, il tedesco, l'inglese, e al castigliano aggiunge altri due idiomi iberici, il basco e il catalano. Il suo programma di governo della Compagnia è ispirato, per quanto se ne sa, all'esigenza di fronteggiare i bisogni nuovi del mondo attuale. Si prospetta la ìiecessità di penetrare in ambienti in cui c scarso, oggi, il sentimento cristiano, quali il mondo operaio, il mondo universitario, l'alta specializzazione scientifica e tecnica e in genere il mondo della cultura. Vuole raggiungere le élites del mondo moderno, che non si trovano più in uguale misura negli strati sociali in cui si trovavano nel passato. Vuole arrivare ad una più perfetta conoscenza dei grandi strumenti della comunicazione sociale, stampa, cinema, radio, televisione, per riuscire a impiegarli con profitto ad influenza sul costume e sulle idee: di qui il problema di un radicale « aggiornamento » della Compagnia rispetto ai nuovi fini dell'apostolato. Il ventottesimo successore di Sant'Ignazio ha piena coscienza delle novità che comporta l'esercizio dell'apostolato in una società come la nostra, industriale, tecnologica ed altamente specializzata, e quindi assai diversa per mentalità e livello culturale dalla società preindustriale, pressoché immobile nelle sue componenti sociali, in cui la Compagnia di Gesù si è trovata a vivere durante quattro secoli. Ne consegue la necessità di un aggiornamento sul piano culturale, innanzitutto, dato che oggi più non basta, per essere presenti nel mondo come Sant'Ignazio prescriveva, una formazione basata sulle lettere classiche, la filosofia sco¬ Uistica e la teologìa. Padre Arrupe richiede integrazioni con la cultura tecnica e scientifica, con la filosofia profana, e con maggiori apporti biblici e patristici, liturgici e pastorali per quan- to ha tratto alla teologia. Poi ci sono ì problemi del terzo mondo, ai quali il padre Arrupe è tanto più sensibile, come religioso di esperienza e formazione prevalentemente extraeuropea. Una. sua autentica passione missionaria è nota a tutti i militanti della Compagnia, che padre Arrupe intende « proiettare » i?i Africa, Asia, America Latina, in funzione di apostoli e missionari, Quale egli stesso è stato nei suoi anni trascorsi nel Japon increible. La Compagnia di Gesù è oggi l'ordine missionario più numeroso, avendo nelle missioni circa 7000 suoi soggetti, rappresentanti il 19 per cento del totale della milizia missionaria. Il predecessore di Arrupe, il defunto Padre Jatissens, affermava con una sorta di santo spirito di corpo che sarebbero dovute arrivare al 30 per cento, e sarà forse padre Arrupe che riuscirà a colmare l'ambizione. or. Il rev. Pedro Arrupe ieri a Roma dopo l'elezione a Generale dei gesuiti (Tel. A. P.)