Onetti, il decano dei pittori torinesi

Onetti, il decano dei pittori torinesi , ARTE ED ARTISTI , Onetti, il decano dei pittori torinesi In una piccola galleria al numero 27 di corso Inghil-tei-ra, la «Malavolti», sono riap parsi alcuni dipinti, di Luigi Onetti. E' quasi certo che que--sto nome — il nome di un pit-ture che essendo nato a Lu di Monferrato nel 1876 è il de-cano degli artisti viventi eoperanti a Torino - poco clmila dirà alle nuove genera-zioni. Eppure Onetti, che fuancora allievo di Gaidano, GÌ- lardi, Grosso all'Accademia Al-bertina, ed esordì alla Promo trice nel 1892, ed espose poi a Venezia (Biennale del 1910), Milano, Roma, Monaco, Pra- sa, Parigi, ha una gran tela.Tramonto (1906), alla Galleria d'arte moderna di Torino. enelle mostre torinesi di cin-quanfanni fa era uno dei pit-tori più discussi. Non ci par giusto, oggi che per innumerevoli giovincelli d:belle speranze si moltiplicano con straordinaria facilità le« personali » (oh, quant'era dif¬ ficile una volta il contatto col pubblico anche per i maestri!) tutte accompagnate da sontuosi cataloghi con studiatisslme presentazioni, che un inesorabile oblio avvolga i vecchi che continuano a lavorare, proprio mentre si sprecano tante parole nelle retoriche « Gior-nate degli Anziani»; e ci som-bra doveroso un saluto al no-vantenne che con la pittura manifestò la propria fede di socialista accanto a Pellizza da Volpedo, del quale fu amico che difese strenuamente La critica, se la parola fos-se stata allora di moda, avreb- be potuto dirlo artista « impe- gnato » come pochi altri. E ln-| fatti a lui si rivolse la vecchia «Camera del Lavoro» torinese fatti a lui si rivolse la vecchia j!per fargli decorare il salone|con le grandi figurazioni /ijLavoro, La Fatica, La Bufera, dipinti andati distrutti, e rim- Pianti dal Sempre Avanti! del1" settembre 1946, dove special- mente si lodava l'ultimo, di unsfondo sociale.simbolismo a complicato ed insieme ingenuo (il simbolismo spesso vagheggiato dall'Onettì), che scadeva al confronto col robusto realismo — un realismo «socialista » avanti lettera — degli altri due: il medesimo da lui manifestato nei quattro vasti pannelli eseguiti per il padiglione dell'industria dello zucchero all'Esposizione internazionale di Torino del 1911. E'curioso (e divertente) leg- gere quel che ne scriveva unnostro predecessore a LaStam- pa, il Ferrettini: « L'Onetti, chefra i giovani pittori della scuola piemontese appartiene al gruppo dei veristi più coscienziosi... volle anche qui farsi ri¬ | cercatore francescano della ve| rita... i suoi contadini sono be- ne la cosa della gleba... A guardare ie riproduzioni dei dipin- (ti dell'Onetti sembra d'avere jinnanzi fotografie dal vero...», I Non frema l'ombra di Lionello 1Venturi, che anch'egli collabo|rò a questo giornale. Era la ipoetica del tempo; e chi sa coIsa diranno i critici, fra 54 an|ni, della nostra d'oggi, Ma u Ferrettini non aveva ; forse visto j bozzetti di quei pannelli, ora esposti nella citata galleria. Altro che « fotografie dal vero»! Una splendida libertà di tocco, una fulminea jimpetuosita di pennellata, un | rap,„s mventivo cne può ram. |mentare certo dinamismo pit|toric0i tutto vivo nelle sciabo. jlate di luce_ dei Boldini. Que sto era n migiior onetti, ac- canto al romantico dipintore ;degli infocati tramonti del suo ; Monferrato i . * * Ilustre Moore' Alludiamo, con - «UMta supposizione, special-!mente. a l..T,nnf9nt] ed a a i Alcuni dei quadri presentati dal giovane torinese Alfredo Billetto a «L'Approdo» con una amichevole introduzione di Adalberto Rossi, fanno pensare che se egli invece di dipingere scolpisse, probabilmente starebbe sulla traccia dell'il- \lncontro sulla spiaggia, composizioni di forme umane schematizzate da una sintesi rigorosa, calibrate da uno strettisimo rapporto di spazio e volu- ìn,i- Questo rigore compositivo che tocca il suo limite in una geometrica ^(«ra morta, ci | ! sembra la qualità precipua dei- jlo studioso, riflessivo pittore !che a Milano, ad Alessandria, |a Blella (dl len lft. s"a m°stra jal CenU'° di artl figurative, Presentata da Umberto Ma stroianni) e altrove dopo che !a Torino, è stato preso in seria j considerazione dai conoscitori |e dalla critica- Q"a"to poi ai !«motivi della integrità dell uomo » che il De Micheli, e dal e più al meno il Mastroianni, scorgono nella sua pittura, confessiamo che il nostro sguardo non è abbastanza acuto per afferrarli; vediamo invece una ricerca formale intelligente e severa che il Billetto potrà mettere al servizio di una più chiara espressione. Col titolo «3° Maggio Torinese» la galleria «Caver» ha allestito una piacevole esposizione collettiva di noti pittori - j Per lo più locali: da Sartorio ela Levrero, Gemma e A. Rena- ¬ to Vercelli, Loro, Longhetto, Lisa, Vellan e un'altra trentina: pittura in genere aperta e cordiale. mar. ber.