Due anni e mezzo al geometra che sparò ed uccise l' amante di Antonio Antonucci

Due anni e mezzo al geometra che sparò ed uccise l' amante La sentenza di Sanremo dopo cinque ore di riunione Due anni e mezzo al geometra che sparò ed uccise l' amante Nel verdetto la Corte ha mutato l'accusa di omicidio volontario in quella di delitto colposo - Inflitti all'imputato anche dieci mesi per mancata assistenza familiare In tutto sconterà 3 anni e 4 mesi - Il giovane dice: «Sono guarito dalla passione delle armi. Metà le ho regalate, le altre le butto via appena ritorno a casa » (Dal nostro inviato speciale) Sanremo, 14 maggio. Dopo oltre cinque ore di permanenza in camera di consiglio il dott. Garavagno, presidente della Corte d'Assise di Sanremo, ha dato stasera lettura della sentenza a carico del geometra Giuseppe Calvi, trentunenne, imputato di omicidio volontario per avere provocato la morte, con un colpo di pistola, della sua amante Maria Stellino, di 27 anni. Cambiata la rubrica di accusa, la Corte ha ritenuto l'accusato colpevole soltanto di omicidio colposo, condannandolo a 2 anni e 6 mesi di reclusione, più 10 mesi per mancata assistenza familiare, 15 giorni per porto abusivo di armi, rifusione delle spese processuali, 250 mila lire di provvigione per la parte civile, assolvendolo dai reati secondari, come il concubinato per remissione di querela, e di mancata denuncia di armi perché il fatto non costituisce reato. Il pubblico ha accolto la sentenza con un abbozzo di applausi ed espressioni di gioia, calmate dal severo richiamo del presidente. Sono le 15 quando 11 dibattimento è dichiarato chiuso. Il presidente della Corte domanda all'imputato se ha qualche cosa da dire. Egli si alza, si avvicina e dichiara con voce un po' incerta: c Mi rimetto nelle vostre mani. Ho fiducia nel buon senso di giustizia e nelle istituzioni; credetemi, non ho voluto uccidere». Il presidente gli dice: «Corner ». L'im putato ripete: «Non volevo uc cidere ». La Corte si ritira in camera di consiglio. Tutti notano il volto pallidissimo del presidente, indizio chiaro di un tormento interiore andato ag gravandosi di giorno in giorno, man mano ohe la fatica minuziosa per diradare le ombre in maniera definitiva minacciava di apparire sterile. Resta nell'aula il rappresentante della Pubblica Accusa, dott. Antonio Penco, che que sta mattina, in sede di replica, ha confermato la sua richiesta in 21 anni di reclusione per il Calvi, ma si direbbe con minore convinzione di lu nedì scorso. Un alone di dubbiò, denso, scuro, è rimasto nell'aria turbando gli spiriti La Difesa non è riuscita a dimostrare con argomenti ineccepibili che il colpo fatale sia stato fortuito, mentre l'Accusa non ha potuto portare che « il suo libero convincimento » che appoggia la tesi che il col po sia stato volontario. Lo spazio ristretto destinato al pubblico comincia a gremir si molto più di quanto non si Eia mal visto nel giorni del dibattimento. E' un po' la cu riosità dell'epilogo, ma ancora di più l'afflusso dì conoscenti e amici di Taggia, Arma di Taggia, Badalucco e paesi vi cinl, dove l'imputato era sti mato come geometra e considerato un uomo innocuo, e parte quella sua mania eli gio cere troppo con le armi. Seduto sulla panca dell'AC cusa, trB due carabinieri, i gambe accavallate, l'imputato fuma nella indifferenza più apparente. Fino a qual punto questa indifferenza è soltanto una maschera? Gli domando che cosa pensa del suo caso ed egli risponde: c Sono tran Quillo ». Dico: « Il pensiero d sua moglie e dei suoi bambini che vivono adesso in condizio ni cosi amare non lo turba un poco? » Egli risponde con voce commossa: « Un po' tanto ». E una volta libero, quando che sia, continuerà a giocare con le armi? Cederà di nuovo alla stessa passione? Risposta « Basta, sono guarito. Metà le ho cedute, le altre le but to via ». Il tempo passa lentamente Un'ora, due ore. La folla con tlhua ad affluire. Nel breve spazio si soffoca; chi si ritira nel corridoio, chi preferisce l'aperto. Si discute, si fanno pronostici; si rievocano le ultime fasi del dibattimento. Che cosa è accaduto di sostanziale stamane? Ben poco, quasi nulla. La Pubblica Accusa, con il dott. Penco e la Parte Civile avv. Moroni, hanno continuato a battere II chiodo di Giuaeppe Calvi innamorato e gelosissimo della c Mimma», forti soprattutto della testimonianza di Liliana De Gregori, l'amica della «Mlmmai, che con lei si confidava, mentre l'avv. Franco Moreno, rimasto solo a difendere il Calvi, ha continuato a rifiutarsi di « credere ad un vangelo secondo Liliana ». Motti particolari stanno dalla aua. Tolta la Liliana, nessun testimonio ha deposto che Calvi fosse innamorato e geloso, meno che mai al super lativo. E basti un episodio, dice l'avv. Moreno. La « Mimma » è Innamorata del calciatore Marco Novi e spera di far3i sposare da lui e quando va a trovarlo a Napoli o Bene vento è Calvi che c graziosamente l'accompagna alla stagione ». Ma — ribatte l'Accusa amore e gelosia sono poste riorl a questo episodio. Può da«idpagfv darsi, ma nulla lo prova. C'è, anzi, il 7 giugno, quando la « Mimma », soggetta a crisi isteriche aggravate da mania depressiva, vuole gettarsi dala finestra. Il Calvi glielo impedisce. Telegrafa e telefona al cognato di lei perché venga riprendersela. Lo abbiamo già scritto: il Calvi « non gliela fa più a combattere con lei », vuole liberarsene. E' opinione dell'Accusa che ciò mirasse a guadagnare tempo per risolvere là sua crisi familiare e lasciare là «Mim-1 ma » guarita. Ma ciò non prova né l'amore né la gelosia. Soprattutto la gelosia. Udimmo già dall'avv. Ciurlo che la gelosia ha varie gradazioni: « dalla flemma inglese dell'uomo tradito che dice alla donna: "Cara, non sono cose che si fanno ad un amico ", per arrivare all'impeto dei meri dionali che seminano pugnalate e sangue dovunrjuè passano ». A quale scalino mettia mo il Calvi? L'Accusa lo affianca all'impeto meridionale. Ha detto e ripete: il Calvi apprende che «Mlmmei} lo tradisce e si scatena. Il colpo di pistola non è che 11 crescendo ultimo di un'agitazione cieca. Se non che — ribatte la Difesa — non si riesce a spiegare da chi il Calvi abbia appreso il suo infortunio, noto soltanto alla cMimma» e al cameriere Di Bernardo, che non glie ne fece parola. Rimane insoluto il problema del dito sul grilletto. L'imputato nega di avercelo messo. Le perizie escludono che il colpo possa partire senza dito sul grilletto. E' forse questo il dubbio supremo che Inchioda così a lungo la Corte nella camera di consiglio. La Difesa chiede, già come ieri, che il Calvi sia dichiarato non punibile ai sensi dell'art. 45 poiché si tratta di un caso fortuito e in subordine che sia escluso il dolo, cioè la «volontarietà del fatto » e così conclude: «Signori della Corte, date al Calvi quello che è di Calvi, ma non potrete mai proclamare che il Calvi sia un assassino ». - L'orologio scorre lentissimo. Le 17; le 18; le 1.9;. le 20. Non v'è cenno che la seduta finisca. Una voce vaga parla che ci vorrà ancora mezz'ora. Eccoci finalmente: sono le 20,30. | Si fa un silenzio solenne, che; sarà rotto soltanto dalle escla-1 mazioni popolari di cui abbia-1 mo detto. La folla si sfogherà quindi all'aperto, circondando di applausi la macchina che riporta Calvi in prigione. L'imputato non ha nascosto la sua felicità esuberante e quasi quasi piangeva dalla gioia. | Antonio Antonucci L'imputato Giuseppe Calvi ascolta la sentenza (Tel.)

Luoghi citati: Badalucco, Napoli, Sanremo, Taggia