I patroni del geometra di Sanremo affermano che l'uccisione della ragazza fu accidentale di Antonio Antonucci

I patroni del geometra di Sanremo affermano che l'uccisione della ragazza fu accidentale Stasera si chiude il processo per il delitto della pensione I patroni del geometra di Sanremo affermano che l'uccisione della ragazza fu accidentale Gli avvocati Ciurlo e Moreno hanno chiesto che sia dichiarato « non punibile » - Secondo i difensori, l'imputato strappò la rivoltella carica dalle mani dell'amante: la giovane lo colpì con un calcio e, involontariamente, l'uomo schiacciò il grilletto della rivoltella - Oggi l'ultima udienza - Repliche del P.M., della parte civile e dei legali dell'accusato - Poi la Corte si ritira per la sentenza, attesa nella notte (Dal nostro inviato speciale) Sanremo, 13 maggio. Gli avvocati Renzo Moreno e Luca Ciurlo, difeìisori del geometra trentunenne Giuseppe Calvi, imputato di omicidio volontario per avere ucciso con un colpo di pistola la sua amante, Maria Stellino di 27 anni, detta «Mimma», hanno chiesto che il loro patrocinato sia dichiarato non punibile, ai sensi dell'art. 1,5 del codice penale, perché il colpo di pistola fu fortuito e, in subordine, che gli si riconosca il dubbio sul dolo. I due casi porterebbero alla assoluzione del Calvi. Siamo lontanissimi dai 21 anni di reclusione chiesti ieri dal rappresentante della Pubblica Accusa, dott. Antonio Penco. La Difesa non ha nemmeno accennato l'eventualità di un omicidio colposo, se non per respingerla nettamente. Ricordiamo che la Pubblica Accusa, nel formulare la sua richiesta, e cioè nel sostenere in pieno la tesi dell'omicidio volontario, partì dalle seguenti premesse essenziali: 1) il Calvi era innamorato della a a a l n o a n n a , e a Mimma"; 2) era gelosissimo della "Mimma"; 3) voleva la Mimma" tutta per se, quindi l'aveva condannata a una vita di reclusa, e lei non doveva uscire se non insieme con ui; ),) verso le 2,30 del 1" luglio venne a sapere occasionalmente che la Mimma, infrangendo il suo divieto, era uscita, e per di più in compagnia di un cliente occasionale «per denaro», donde reso furibondo dall'umiliazione e dal dispetto compì l'atto insano; questo atto non poteva attuarsi se il Calvi non premeva volontariamente sul grilletto della pistola, Beretta 7,65, arma di precisione. Contro questi capisaldi del castello d'accusa, hanno sparato oggi le artiglierie dei difensori. Fragorose quelle dell'avv. Ciurlo, senza troppo chiasso quelle dell'avv. Moreno, ma tutti e due convergenti in una medesima linea di tiro, ugualmente limpida, ragionata, precisa, efficace. Come si fa a sostenere che il Calvi era innamorato della "Mimma"?, si chiede la Difesa. Ne era appena invaghito Gli piaceva e l'aveva ottenuta parecchie volte, pagandola. In seguito, esattamente negli ul timi due mesi, aveva preferi to una spesa in blocco, mante nendola ( stentatamente) in una pensione. Ma a quale sco po? Non certo per amore. Egli tentava di liberarsene lentamente, poiché la Mimma era « molesta di carattere » e stava sfiorendo. Contemporanea mente egli avrebbe compiuto l'opera buona di sospingerla sulla retta via con un ritorno in famiglia, al quale scopo le aveva anche promesso tra viatico di 100.000 lire. E da dove è venuta fuori la gelosia, per di più superlativa, di Giuseppe Calvi? Quando lei era innamorata del cai datore Marco Novi, e non glie ne faceva mistero, egli accettò tranquillamente la situazione di amante subordinato e prò mise anche di contribuire al corredo di lei in un eventuale matrimonio con il calciatore Di gelosia al superlativo parlò soltanto una teste, riecheg giando confidenze della «Mim ma », della quale era molto amica. Quale peso si può dare a confidenze di donne, naturalmente portate a ingiganti re la propria personalità? Ma supponiamo pure (è sempre la Difesa che parla), supponiamo che il Calvi fosse ge loso. Secondo la Pubblica Accusa il perno del dramma va ricercato nella signorina Gre gorio detta « Viki », che verso le 2,30 del 1° luglio nel locale «La brache» disse al Calvi d avere visto poco prima la « Mimma ». Innanzi tutto alla Corte la « Viki » disse che non ricor dava che assai vagamente Disse soltanto: « Penso d averglielo detto, mi sembra logico di averglielo detto »; non poteva dirgli comunque che s'era incontrata con qualcuno « per denaro » poiché lo ignorava. Ma perché nell'apprendere ciò il Calvi sarebbe dovuto diventare furioso? Egli ha già incontrato la «Mimma» verso la mezzanotte, mentre andava a passeggio per conto suo, l'aveva presa in macchina, l'aveva accompagnata a bere qualche cosa al « Tropical», il cui gerente dichiarò che tutti e due erano «tranquilli e sereni » Poiché la « Mimma » non si sentiva bene il Calvi l'aveva riaccompagnata alla pensione verso le 0,15. La proprietaria della pensione non li sentì entrare, pur essendo sveglia. E cId a e E con ciò? Non è forse vero che lei confuse il colpo di pistola con il rumore di un palloncino di ragazzi che scoppia? Il suo udito non poteva essere distratto? Il Calvi dunque accompagna la sua donna sofferente a casa, le promette delle pastiglie per l'indomani. Poi cambia idea e gliele compera di lì a qualche ora. Soltanto per ciò rientra alla pensione. La Parte Civile e la Pubblica Accusa hanno « immaginato », non già dimostrato con prove assolute, un dialogo temporalesco avvenuto allora, durante il quale il Calvi « innamorato e geloso » rimprovera aspramente la sua donna, accusandola di bugiarda e di infedele. Al colmo dell'esasperazione egli impugna la pistola e. spara (volontariamente). Osserva la Difesa che se il Calvi avesse voluto uccidere la «Mimma», da esperto tiratore come era non avrebbe sparato in quel modo, ma l'avrebbe fulminata subito invece di rischiare che il proiettile fosse deviato da una costola (la « Mimma » fu colpita al decimo spazio intercostale sinistro). Per la Difesa non vi fu invece nessun dialogo tempestoso tra i due provocato dall'uomo, ma semplicemente un assalto isterico della donna, la quale, sapendosi in fallo, ap plica la migliore tattica della difesa, che è l'attacco. Ed esso avviene con una « teatralità » progressiva. Prima gli rim provera di essersi fatto aspet tare tanto mentre lei soffri va, poi lo morde, poi minaccia di svenarsi con una limetta per le unghie, poi di gettarsi dalla finestra. E' una cosa seria, questa. La «Mimma» teìitò già qualche cosa di simile, cioè di get tarsi dalla finestra, il 7 giù gno, tanto che il Calvi telegrafò al cognato di lei pregan dolo di venirsela a prendere perché lui « non gliela faceva più a combattere con lei ». La Difesa lamenta che l'Accusa non abbia fatto memoria di ciò. Infine, ecco entrare in scena la pistola, manovrata dalla donna. Il Calvi sa che è sempre carica, non gliela toglie quindi prendendola per la canna, ma la scansa con la sini stia, quindi rovesciando la donna sul letto con la mano destra le stringe duramente il polso fino a quando allarga le dita e la pistola cade. Restano i lividi al polso constatati in sede di autopsia Non potevaiio essere stati in ferti nel toglierle la limetta? Evidentemente, no. Non occorreva tanto. Lei reagisce con un calcio, il Calvi urta con il gomito contro il comò, e precisamente contro una ma niglia, il colpo parte. L'esame della traiettoria convalida il racconto del Calvi in tutto per tutto. Il dito del Calvi fin magari necessariamente sul grilletto, ma non «volontaria mente ». La Difesa ha parlato per oltre sei ore anche su parti colori minuti che dobbiamo tralasciare, sempre sulla trincea opposta della Pubblica Accusa. L'atmosfera di dubbio che tuttora avvolge l'intera vicenda autorizza diverse versioni. Infine, dopo le richieste di cui abbiamo detto, l'avvo cato Ciurlo ha invitato paté ticamente la Corte a non di menticare che una condanna del Calvi colpirà indiretta mente anche creature inno centi, come i suoi due barn bini, in tenera età, e la mo glie, Marisa, ben disposta tornare a vivere con lui «se rimetterà la testa a posto », e che gli ha già perdonato. Domani replicheranno Pubblico Ministero, Parte Civile e Difesa. E' prevista una camera di consiglio di quattro o cinque ore. La sentenza si avrà a tarda sera. Antonio Antonucci à 7 a i e 7 n ò L' L Cil dif dl Gi Cli L'avv. Luca Ciurlo, difensore del geom. Giuseppe Calvi, durante l'arringa ieri in Assise a Sanremo (Telei'oto)

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