Il traforo del Monte Bianco pronto per la metà di luglio

Il traforo del Monte Bianco pronto per la metà di luglio Sono g Il traforo del Monte Bianco pronto per la metà di luglio Le più importanti opere tecniche della gigantesca impresa sono ormai completate - L'illuminazione sarà garantita da un doppio impianto elettrico - Una centrale di ventilazione per il ricambio dell'aria - Pulsanti e telefoni all'interno della galleria per chiedere soccorso - Non ancora stabilite le tariffe di pedaggio (Dal nostro inviato speciale) Courmayeur, 13 maggio. Il traforo del Monte Bianco verrà, inaugurato nella seconda metà di luglio. Man mano che si avvicina il compimento dell'opera, diventano più severi i controlli agli imbocchi, dove vigilano giorno e notte agenti di polizia. L'attraversamento della galleria è concesso soltanto ai tecnici che si recano sull'opposto versante per motivi di lavoro, e devono essere muniti di volta in volta di speciali lasciapassare del direttore dei lavori e della polizia di frontiera. Si vuole impedire, in sostanza, un certo viavai di transiti che, anche se giustificabili, disturbavano i lavori in corso e rischiavano di sminuire la solennità della prossima cerimo nia inaugurale: dovranno es sere i rappresentanti dell'Ita lia e della Francia a percorrere ufficialmente per primi la galleria. Ordini precisi in que sto senso sono giunti da Parigi e da Roma. Ci viene tuttavia concesso di visitare il settore italiano del traforo, ed è lo stesso direttore dei lavori, ing. Giovanni Catalano, che ci accompagna su una veloce camionetta nei primi sei chilometri della galleria. L'opera gigantesca è praticamente compiuta e sono in corso i lavori di rifinitura. A lato del piano viabile, nelle cunette ricavate sotto i marcia piedi sono già tesi i cavi elet trici e telefonici che uniscono Courmayeur a Chamonix. L'illuminazione sarà garantita da un doppio impianto: sia la Electricité de France sia l'Enel alimentano coppie alternate di potenti lampade lungo tutto il traforo. Se dovesse mancare l'energia di una delle due società, scatterebbe un relais che in tre decimi di secondo alimenterebbe le lampade spente con l'energia dell'altra società. In tre decimi di secondo: l'automobilista non se ne accorgerebbe. Ogni 300 metri, alternati a sinistra e a destra, si aprono ampliamenti capaci di acco gliere un autocarro con rimorchio che sia costretto a fermarsi: sul lato opposto della galleria vi è uno slargo minore in cui può sostare la macchina di soccorso. In apposite nicchie sono sistemati apparecchi telefonici, pulsanti per chiedere soccorso (destinati a stranieri che non sappiano esprimersi nelle principali lingue europee), ed estintori. Il problema della ventilazione appare risolto nel modo più sicuro. Nella galleria, intanto, spira una brezza piuttosto violenta, ma non fredda, proveniente da Chamonix. « C'è sempre una corrente d'aria naturale, fra i due imbocchi, valutabile in 100 o 150 metri cubi al secondo » ci dice l'ing. Catalano. E ce ne spiega l'origine: l'aria di Chamonix, generalmente più fredda di quella di Courmayeur, entra nel traforo a 1274 metri e viene a contatto con le rocce interne che hanno una temperatura di 30 gradi, si riscalda e tende a salire verso lo sbocco italiano, che è a 1381 metri: ed ecco formarsi una corrente di no tevole forza che da sola sta bilisce una ventilazione suffi ciente per il transito di 150 au tomezzi ogni ora. Il ricambio dell'aria, natu ralmente, è assicurato in ogni caso dalla centrale sotterra nea di ventilazione, che andremo a visitare uscendo dal traforo. E' situata dieci me tri sotto terra e dispone di 5 ventilatori che immettono aria pura e 3 ventilatori che estraggono l'aria viziata attraverso una rete di canali sotterranei e bocche di immissione e di aspirazione. L'impianto è già in rodaggio. Restiamo ancora qualche minuto nell'interno del traforo per osservare, in una botola che si apre nel pavimento, il corso vorticoso del torrentello scaturito dalle viscere del Monte Bianco. I lettori ricorderanno che più volte i lavori di scavo dovettero essere sospesi per gli allagamenti determinati da violenti getti di acqua. Non è stato facile imbrigliarli: ora scorrono sotto i nostri piedi in un canale che porta ancora 450 litri d'acqua al secondo. Di dove viene quest'acqua? E' stato accertato, con analisi compiute dall' Università di Pisa, che è acqua di ghiacciaio: proviene cioè dai ghiacciai di Toula o della Brenva. Ma le sorprese che scaturiscono dalle indagini compiute sotto la cupola del Monte Bianco non sono finite: l'acqua di ghiacciaio dovrebbe avere una temperatura di circa 4 gradi: invece l'acqua del nostro torrentello è quasi tiepi da: da 25 a 30 gradi. Ecco la spiegazione: l'acqua gelida di fusione dei ghiacci s'insinua nelle crepe del terreno e viene a contatto con le rocce che, sotto la pressione degli strati sovrastanti, hanno temperature di 40 o 50 gradi (si temeva, infatti, di trovare temperature di questo livello nslcldcftidMmtpfparlcdlhtrrnttedanmirirtlesllggfdlzmbtmbrrotlc nello scavo del traforo e non sarebbe stato facile sopportarle). A questo punto si ha una compensazione equilibratrice: l'acqua si riscalda raggiungendo quasi i 30 gradi, e le rocce, sotto il getto gelido, si raffreddano e la loro temperatura scende a 31) gradi. Nei prossimi giorni verrà iniziato il più vistoso lavorodi toeletta nel traforo del Monte Bianco: le apposite macchine stenderanno il manto stradale di bitume sull'impalcato. Anche nel settore francese i lavori sono press'a poco a questo punto. E' stato anzi rimosso il cancello di ferro che separava il tratto italiano da quello francese perché ormai ostacolava le opere di livellamento. Il piazzale all'imbocco italiano (come quello francese) ha ancora l'aspetto di un cantiere, ma le opere esterne d: rifinitura verranno compiute rapidamente negli ultimi giorni, come accade alla vigilia di tutte le inaugurazioni. Si notano tuttavia due novità: una enorme presa d'aria a forma di < fungo », di cemento, con apposite aperture che aspirano l'aria pura che sarà immessa nel traforo; e il lavoro in atto all'ingresso del traforo. L'imbocco si presenterà inquadrato in una sobria muraglia che viene costruita contro la montagna. A fianco del « fungo » si allineerà un padiglione (vetro e metallo) in cui saranno disposti gli organi di controllo che indicano il numero delle macchine che si trovano in galleria e la percentuale ri! gas tossico. Il centralino telefonico, i comandi delle luci, della segnaletica, della ventilazione completeranno l'attrezzatura della cabina di comando. In altre costruzioni prefabbricate, prevalentemente di vetro e metallo, saranno sistemati gli uffici di esercizio, la biglietteria, i controlli di frontiera italiani e francesi. Abbiamo già detto che l'inaugurazione è prevista per la seconda metà di luglio. Non si conoscono ancora ì particolari della cerimonia e ì personaggi che verranno a rappresentare l'Italia e la Fran eia e nessuna comunicazione finora è stata fatta sulle tariffe di pedaggio, le quali saranno stabilite dall'Iri. da cui ora dipende il traforo del Monte Bianco. Per l'esercizio della galleria è stato formato un comitato misto italo-francese. e. d. ià è quasi pronto; sono in corso i lavod di rifinitura

Persone citate: Catalano, Giovanni Catalano

Luoghi citati: Chamonix, Courmayeur, Francia, Italia, Parigi, Roma