Il capo dei terroristi tirolesi ed i complici confessano gli attentati compiuti in Alto Adige

Il capo dei terroristi tirolesi ed i complici confessano gli attentati compiuti in Alto Adige Il processo a Graz contro I venticiue dinamitardi Il capo dei terroristi tirolesi ed i complici confessano gli attentati compiuti in Alto Adige Assurda autodifesa del principale imputato, il prof. Burger: "Abbiamo agito per patriottismo. Gli italiani ci opprimono" - Non ha ancora fatto le "rivelazioni" sui presunti appoggi di alte personalità politiche di Vienna - Soltanto un accusato si proclama innocente (Dal nostro inviato speciale) Graz, 11 maggio. « Gli attentati dinamitardi in Alto Adige sono l'unico mezzo per richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica sulle violazioni dei diritti umani che si stanno compiendo nel Siidtirol ». Questa la tesi che il capo terrorista austriaco, Norbert Burger, protagonista del processo di Graz, sostiene da anni e che ha portato a sua difesa nell'odierna udienza dinanzi alla Corte: « Sono impegnato, dal 1959, nella preparazione e attuazione della lotta di resistenza attiva contro le Ingiustizie compiute dallo Stato italiano. Malgrado ciò non mi sento colpevole. Burger, che ha 36 anni — in costume regionale stiriano di panno grigio scuro con i risvolti verdi e i bottoni di osso lavorati — parta ad alta voce. Burger non si è preoccupato affatto di compromettere con le sue parole i SI complici sui quali gravano già pesanti responsabilità. Non ha ancora attuato la minaocia — più volte avanzata — di rivelare, con documentazione, i nomi di alcuni personaffsi di primo piano della politica viennese che si sarebbero sporcati abbondantemente le mani e la coscienza con l'organizzazione dinamitarda. Afa il processo è appena iniziato. Burger si muove continuamente interrompendo il giudice, protestando ad alta voce, ingiuriando il ministro della Giustizia Broda che ha permesso « la vergognosa incriminazione » sua e degli altri ventun «patrioti austriaci » e l'ex ministro del l'Interno Olah che l'ha appoggiata, inoondizlonatamente. «Ciò che avviene in Siidtirol — dice Burger — è puro genocidio; opporvlsl non è soltanto giusto ma doveroso per ogni persona per bene. Non siamo dei criminali, bensì dei patrioti ». Il pubblico ministero gli fa rilevare che siamo per ora nella fase di interrogatorio generale e che se l'imputato ha una sua requisitoria personale da fare se la tenga per dopo. Ma egli non molla: «I crimini degli italiani sono paragonabili a quelli commessi dal nazisti contro la razza ebraica. Due miei amici, Anton Koestler e Franz Kofter sono stati uccisi dai carabinieri in carcere; se si condannano gli sterminatori nazisti perché non vengono condannati gli assassini italiani? ». Presidente — Dott Burger, veniamo ai fatti. Le viene contestato il reato di infrazione alle legge sugli esplosivi (nel 1959 Burger si mise in contatto con estremisti altoatesini di lingua tedesca per discu¬ tere l'addestramento di futuri terroristi all'uso di esplosivi, bottiglie Molotov, bombe ad orologeria e armi leggere). Risponda ad una mia domanda: ha incaricato lei l'imputato, ingegnere Helmut Riedl, di addestrare un gruppo di sudtirolesi all'uso della dinamite? Burger — Sì, l'Incarico l'ho dato io. L'ing. Riedl, un uomo di 53 anni, funzionario della Camera dell'agricoltura, conferma di aver addestrato un gruppo di sudtirolesi all'uso della dinamite. Imputato — Erano solo dimostrativi, per tenere desta l'attenzione sul problema dell'Alto Adige che tutti noi sostenevamo. Gli allievi, di cui non voglio fare qui i nomi, mi avevano dato assicurazione che non avrebbero fatto uso delle armi e della dinamite per causare danni a terzi. Alla domanda se si ritengono colpevoli di traffico e impiego di esplosivi Quasi tutti gli imputati (eccezione fatta per Klier: scrittore e alpinista) hanno risposto affermativamente aggiungendo però subito ohe ciò non è stato da loro considerato erimine o come infrazione alle leggi: «ma un preciso dovere di patrioti », Al termine dell'udienza odierna l'avv. Steidl, di Innsbruck ha dato lettura del seguente testo: «In passato ed ancora oggi — per esempio con la mancata attuazione dell'auto, nomia, alla quale l'Italia si è impegnata nell'accordo di Parigi — 11 trattamento della minoranza sudtirolese non ha corrisposto, e non corrisponde, ai diritti dì tutela riconosciuti Internazionalmente per tutte le minoranze ». A conferma di ciò l'avvocato ha chiesto la citazione di alcune personalità di fama internazionale fra le quali si trovano il padre gesuita Antonio Messineo, autore di un volume sulle minoranze, il federalista europeo prof. Spinelli, ed il giornalista Indro Montanelli. Bruno Tedeschi Il gruppo degli accusati ieri in aula a Graz durante il processo contro i terroristi in Alto Adige. In primo piano, da sin., gli imputati Riedl e Burger (Tel. A. P.)

Luoghi citati: Innsbruck, Italia, Parigi, Vienna