Processo per gli "scandali" di Grugliasco

Processo per gli "scandali" di Grugliasco lì a di ai persone imputate degli abusi edilizi Processo per gli "scandali" di Grugliasco L'ex sindaco Scalmato accusato di abuso di poteri e di corruzione - Si difende: «Chiedevamo contributi ai costruttori, ma soltanto a favore del Comune; dovevamo risolvere problemi di urgente interesse sociale» - Il presidente: «E i regali fatti a sua moglie? E la cooperativa edilizia in cui c'era sua moglie?» Il processo per gli « scandali edilizi » nel Comune di Grugliasco è cominciato ieri alla quinta sezione del Tribunale (pres. Corderò, p. m. Buscaglino, cane. Armigiiato). Gli imputati, tutti a piede libero, sono 11: Leo Paolo Sannazzaro, 44 anni, via G. Caaalis 51; Giovanni Battista Grosso, 32 anni, Collegno; Domenico Germano, 41 anni, Cigliano; Mario Scalmato, 40 anni, ex sindaco di Grugliasco; la moglie dello Scalmato, Giuseppina, 27 anni; Angelo Ferrara, 33 anni, Grugliasco; Giuseppe Bonadies, 38 anni, Collegno; Ercole Barroero, 36 anni, Grugliasco; Giuseppe Serra, 37 anni, Grugliasco; ing. Giuseppe Prati, 38 anni, corso Tassoni 37; An- drea Doaio> 42 anni_ via Mar tirolo 1. I personaggi danno uno afon do politico alla vicenda: Scalmato era sindaco di parte so cialista; Bonadies, impiegato del Comune di Grugliasco, è ca po gruppo dell'opposizione (pei) a Rìvoli; Dosio, accusato di falsa testimonianza, è uno degli esponenti del psiup. Nella dife sa figurano tre deputati, gli on. Basso, Luzzatto e Spagnoli, oltre agli avv. Accatino, Avonto, Delgrosso, Costanzo, Forchino, Noja, Rolleri, Salza e Simonettl. I fatti di cui il processo si occupa vanno dal 1960 al 1983, ma Scalmato diventò sindaco di Grugliasco solo nel 1962. Le ac- cuse sono di millantato credito per Sannazzaro, Grosso e Germano; di abuso di poteri per il sindaco Scalmato, l'assessore Ferrara e il geom. Bonadies; dij corruzione per i coniugi Scalmato e per Barroero e Serra; di tentato millantato credito per Prati. Dosio, durante l'istruttoria, dichiarò al magistrato di non essere a conoscenza della destinazione di 6 milioni, mentre invece, secondo l'accusa, sapeva che erano finiti metà nelle casse del suo partito e metà ad un altro partito. Scalmato, Ferrara e Bonadies, nell'esercizio delle toro rispettive funzioni, richiesero, in cambio di licenze edilizie, promesse di donazioni in denaro, in terreni o in opere a beneficio del Comune, per 120 milioni. A tali somme, soltanto « promesse », bisogna aggiungere 30 mila metri quadrati di terreni trattati con la società « Domus agrique ». I primi ad essere Interrogati sono il Grosso e il Sannazzaro, accusati di essersi fatti consegnare 12 milioni da Bartolomeo Brero alto scopo di < facilitare una licenza ». Grosso respinge l'accusa affermando di avere stipulato con il Brero un con tratto pattuendo 60 milioni, seti za mai parlare di contributi da versare al Comune. II Sannazzaro conferma tali dichiarazioni, ma precisa che, a contratto ormai perfezionato, per tranquillizzare il Brero, gli avrebbe detto: «Non ti preoccu pare. Se sarà necessario arrive ranno ordini da Torino ». Il Sannazzaro si riferiva a pressioni politiche. L'ex sindaco Scalmato — Noi chiedevamo dei contributi, ma soltanto a favore del comune. In pochi anni il paese era pas sato dai 6000 ai 20 mila abitanti e avevamo bisogno di risolvere problemi di urgente interesse sociale. Presidente — Sapeva che nes suna leg„e autorizza l'imposizione di tali contributi. Scalmato — Noi non impone vamo 'niente. Era una forma di collaborazione tra comune e privati, nel reciproco interesse. Presidente — Non avete tentato le vie ortodosse di finanzia mento? Scalmato — Per avere un contributo dalla Cassa Depositi e Prestiti, di circa 7 milioni, il comune impiegò dieci anni. Ogni nuovo cittadino incideva sul nostro bilancio, In servizi e opere pubbliche, per 400 mila lire. Del resto anche altri co muiii hanno adottato criteri analoghi al nostri e la stessa prefettura, ad un certo momen to, diede un indirizzo per disci plinare quel « contributi ». Presidente — E' vero che, at traverso sua moglie, lei ebbe 200 mila lire da Mafalda Barroero per la concessione di una llcen za di latteria? Scalmato — E' falBO. Dalla Barroero, nostra amica, mia moglie ebbe, come regali di noz zo, nel '62, una bicicletta e dei tappeti scendiletto. La licenza fu concessa nel '63. Presidente — Lei pretese dal Brero un milione per rinnovargli una licenza edilizia? Scalmato — Lo pregai di fare un'offerta al patronato scolastico ed egli accettò. Ma non gli posi alcuna condizione: il rinnovo sarebbe stato concesso anche se non avesse versato nulla. Presidente — Era al corrente che sua moglie faceva parte della cooperativa edilizia « Val Sangono »? Scalmato — Come membro della commissione igienico-edilizia partecipai, In buona fede, ad una Beduta in cui la pratica della cooperativa fu esaminata. Ma nella seduta successiva mi astenni. Il processo continua stamane. L'ex sindaco Scalmato