Perché le donne vivono più a lungo

Perché le donne vivono più a lungo Perché le donne vivono più a lungo Un'ampia inchiesta in Svizzera - La durata media della vita dell'uomo è oggi di anni 70,3, per la donna è di 75,2 - Forse il segreto risiede negli ormoni (Dal nostro corrispondente) Berna, maggio. U sesso « debole » è certo inferiore a quello « forte » (scrive Frank Werle in « Sie und Er » ), per robustezza muscolare; ma tutto si ferma qui. Malgrado i naturali pericoli legati alla gravidanza ed al parto, la durata media della vita della donna non è inferiore a quella dell'uomo, ma notevolmente superiore. I moderni metodi statistici permettono di calcolare la durata media della vita che una persona può aspettarsi. Oggi, in Svizzera, è di 70,3 anni per l'uomo e 75,2 per la aonna: cinque anni di più. Questa differenza fra i due sessi nella durata media della vita si ritrova in tutti i popoli della terra, indipendentemente dalla posizione geografica, clima e grado di civiltà. Sembra essere una legge naturale che la donna viva più a lungo dell'uomo; la mortalità maschile è ovunque, sempre e a tutte le età più elevata di quella femminile. Questa regola biologica è valida già nel seno materno: dei 125160 maschi che vengono concepiti di fronte a 100 femmine, già durante la gestazione ed al momento della nascita ne muoiono tanti che il rapporto fra i due sessi, nei neonati vitali, è soltanto più di 105 maschi per 100 femmine. I maschi sono anche più soggetti alle malattie ereditarie e malformazioni congenite, non solo ma vengono anche colpiti in maggior misura dalle malattie infantili. Sembra insomma che la natura voglia affrettarsi a stabilire un perfetto equilibrio numerico fra i due sessi. Già fra gli scolari di dieci anni, maschi e femmine sono praticamente in egual numero. Da questo momento le cose vanno ancor peggio per l'uomo. Più si avanza negli anni, più aumenta la prevalenza numerica delle donne rispetto all'uomo. A questo contribuiscono ragioni anche extra-biologiche (difficoltà sociali ed economiche), senza contare le guerre. La Svizzera, che da più secoli non è coinvolta in nessun conflitto, offre una prova convincente: nel totale della popolazione vi sono 1000 uomini ogni 1038 donne; fra i 65 e 70 anni d'età, le- donne sono 1306 ogni 1000 uomini. Come si spiega questa maggior longevità delle donne? La scienza non ha ancora potuto rispondere ; certo è che la natura sembra favorire in diversi modi il sesso femminile. Anzitutto la femmina viene al mondo già più matura del maschio, e questa maggior rapidità di sviluppo dura ancora a lungo dopo la nascita. E' un vantaggio biologico notevole perché ogni persona umana si trova nei maggiori pericoli proprio nella primissima infanzia; nel primo giorno dalla nascita più che nel secondo, nel primo anno di vita più che nel secondo. Così le femmine, che si sviluppano più rapidamente, sono sog gette ad una mortalità in feriore del maschio, perché sono più mature e quindi più resistenti alle infezioni. Ma la mortalità femminile resta minore di quella maschile anche dopo la con clusione dello sviluppo e della crescita. Si potrebbe pensare che l'organismo della donna, proprio perché matura più rapidamente, dovrebbe anche invecchiare più in fretta. Invece non è così. Resta sempre più « vitale ». La maggior resistenza del sesso « debole » è forse da ricercare in un fatto biochimico. Ricercatori della Università americana Cornell avrebbero stabilito nei ratti che l'ormone sessuale maschile agisce nel senso di abbreviare la vita sia sul maschio che sulla femmina, mentre gli ormoni femminili prolungano la vita degli animali da esperimento maschi. Se ciò avviene anche nell'uomo, è ancora da provare. Sappiamo però che certe ghiandole a secrezione interna hanno un'influenza decisiva nell'autodifesa del corpo. Lo scienziato canadese Hans Selye ha potuto dimostrare con i suoi esperimenti noti in tutto il mondo che l'organismo reagisce ad ogni « stress » — vale a dire, sollecitazione psico-fisica — con una reazione ormonale nella quale hanno una parte preminente le ghiandole surrenali. Questa « reazione di adattamento » sembra esser più pronta ed efficace nella donna che nell'uomo. Il prof. Selye definisce le surrenali come la « banca » dove la donna mette al sicuro sin dal principio il suo capitale ; la donna possiede, come è stato detto con espressione felice, una « farmacia di casa meglio fornita». In ogni caso, nella lotta contro la malattia e la morte l'uomo è il più debole; non solo gli uomini sono esposti alle malattie in maggior misura che le donne (maggior « morbilità »), ma o^rono anche una resistenza minore (maggior « mortalità »). Ciò vale soprattutto per le malattie del cuore e della circolazione, particolarmente per la temuta sclerosi delle coronarie e l'infarto che ne è la conseguenza. Anche il bilancio complessivo delle malattie tumorali è sfavorevole all'uomo, e ciò perché gli organi più frequentemente colpiti nella donna — seno e utero — possono venir controllati dalla medicina moderna più precocemente, e operati più facilmente che 10 stomaco o il polmone. Invece, le malattie gravi che sembrano prediligere il sesso femminile sono relativamente poche. Artrite e calcoli biliari colpiscono la donna tre volte più che l'uomo, ma ben raramente ne mettono in pericolo la vita. 11 diabete zuccherino, che nella donna sembra più frequente che nell'uomo, ha perso la sua terribilità dopo la scoperta dell'insulina. E infine le complicazioni del parto, che un tempo erano la più frequente causa di morte per le giovani donne, sono infinitamente meno pericolose di un tempo. Sta di fatto, e nessuno lo contesta, che le donne vivono ancor oggi, sotto parecchi punti di vista, una vita più sana degli uomini. Già nel lavoro di casa, fanno più moto; si preoccupano, per la linea, di non ingrassare troppo; fumano di meno, bevono meno alcolici e passano minor tempo in automobile, dove chi è al volante ha sempre i nervi tesi e deve respirare l'atmosfera avvelenata del traffico cittadino. Purtroppo prendono sempre più le abitudini degli uomini, e c'è da temere che finiranno con il perdere la loro posizione privilegiata, per quanto riguarda la salute. Il futuro dirà se dovranno pagare, con anni di vita, la parità dei diritti. 1. f.

Persone citate: Frank Werle, Hans Selye, Selye

Luoghi citati: Berna, Svizzera