La madre e i figli

La madre e i figli La madre e i figli — Perché te ne stai al buio, mamma? — domanda Valerio passando nel corridoio e avviandosi in camera sua. Ma non aspetta la risposta. Tanto sa quel che sua madre fa al buio: prega. Di solito lei dice: — Per pregare non ho bisogno della luce. — li intanto gira l'interruttore c la tavola appare apparecchiata a dovere, ma per una persona sola. — E Gianni — chiede Valerio sedendosi e spiegando il tovagliolo — non viene a cena? — No, c stato invitato fuori. — I soliti amici. E tu? — Oh ioLei non cena quasi mai, beve una tazza di latte prima di coricarsi c basta. Valerio mangia e intanto legge il giornale della sera appoggiato alla bottiglia del vino. 11 silenzio è profondo, come al solito, tuttavia c'è qualcosa di teso che lo mette in guardia c gli fa alzare la testa di sbatto. — - Che cosa c'è: — egli domanda severamente, guardando la madre — qualche novità? Son venuti a riferirti delle chiacchiere su Gina? O avete rotto qualcosa in camera mia? — No, no, — si affretta a rispondere la madre. — Niente di rotto. E in quanto a Gina, chi oserebbe dirne male? No, si tratta di Gianni. — Al solito, sentiamo che cosa ha combinato. — Vedi, ho paura che perda il posto. — Non sarebbe la prima volta. — Ma questa volta non ne ha colpa. Doveva tare un pagamento e dice che ha perso diecimila lire, lo conosco la cassiera, è tanto buona c amica mia, se domani glieli porto, tutto è a posto, nessuno si accorge di niente. Ma io non le ho diecimila lire. La mia pensione è co sì piccola, che non mi resta mai un po' di margineValerio non la sta più a sentire, si alza e fila in camera sua a vestirsi per uscire con Gina Ci mette sempre un sacco di tempo a farsi pulito ed elegante. Quando rientra accigliato, più severo che mai, mette mano al portafogli, ne cstrae un foglio da diecimila e lo posa sulla ta vola. — Non credo che Gianni lo abbia perso, l'hit- mangiato, al solito, o giocato, o imprestato; è un tale stupido. Lo faccio per te, mamma, benehc mi costi sa crificio notevole. Tu sai che vo gito sposarmi presto, e metto via soldo su soldo, perché non voglio fare debiti. — Sei un ngclo — balbetta la madre, ma non osa dir altro, è un po' spaurita, come sempre quando Valerio parla così sul serio. — Non sono un angelo — ri batte seccamente il figlio — ma sono una persona onesta e lavoratrice. E tu mamma sei piena d'indulgenza per Gianni e hai torto. Già l'hai sempre preferito a me, lui è bello c allegro, sa hallarc e le ragazze gli corrono dietro. Ma sta attenta, mamma bada che un giorno non t'abbia a dare dispiaceri più grossi di questi. E adesso basta, buona sera. Rimasta sola, la madre non ha la forza di alzarsi, è contenta per le diecimila lire, ma è depressa per l'intemerata di Valerio. Poi si fa forza e va ad aprire a Gianni nascosto nel sottoscala. — Te li ha dati, mamma? — Sì, ma non toccarli. Li por terò io domani alla signorina e bada che sia l'ultima volta davvero. — E' colpa mia se li ho per duti? — Valerio non crede che tu abbia perduti. — Oh Valerio è un egoista, ecco quello che è. Sai che ha speso trentamila lire per l'anello di fidanzamento a Gina? — Sono denari suoi, se li gua dagna. ' — Ecco lo difendi, tu l'hai sempre preferito a me, perché guadagna." Ma intanto a te ha mvlusmafpqmamfssdPpbcsra mai regalato qualcosa? lo, invece, quando guadagnerò come lui, ti farò tanti regali c poi mi sposerò e ti porterò in casa mia moglie, una brava ragazza che ti aiuterà, ti laverà i piatti, scoperà, farà tutte le faccende e tu te ne potrai stare in poltrona tranquilla. — Mangia, Gianni, mangia. Gianni mangia, ma poi... — Come faccio a uscire, mamma, che non ho un soldo? Volevo andare a un cine con Rosetta, ma come faccio? La mamma va in camera sua, fruga laboriosamente in una borsetta nascosta in fondo a un cassetto, c torna con un biglietto da mille tutto sgualcirò. — E' l'ultimo, Gianni, sul serio. Promettimi che... Gianni promette tutto, le copre il viso di baci, le fa fare un balletto c in men di un attimo c fuori. Lei sente che scende li scale fischiettando. Rimasta sola, la madre sparecchia, lava i piatti, mette tutto a posto, poi torna nel tinello sedere accanto alla tavola. Lì davanti, alla parete, c'è il ritratto del suo povero marito nella nera cornice ovale, coi suoi battetti, gli occhi miti, l'aria rassegnata di un modesto impiegato che non s'è lagnato mai, che non ha mai speso un soldo fuor della famiglia, che non ha mai giocato a carte, che non c mai andato il caflè e che perfiil morendo giovane ancora non ha detto una parola di ribellione o di protest.;. Lei gli parla: — Se tu ci fossi ancora, sarebbe un'altra cosa. Mi aiuteresti come hai sempre fatto. Ma credimi, non hanno il cuore cattivo i nostri figliuoli. Uno in un modo, l'altro in un altro, mi vogliono bene. Ti ricordi come da piccoli cran sempre malati? Ce ne davano dei pensieri, ti ricordi? Ora invece hanno tutti c due una salute di ferro. E' già una fortuna, vero? Non ti preoccupare per me. Purché vadano avanti così, sia ringraziato Dio. Carola Prosperi

Persone citate: Carola Prosperi