Fabbri e l'allenatore del Monaco osservatori speciali allo Stadio

Fabbri e l'allenatore del Monaco osservatori speciali allo Stadio Fabbri e l'allenatore del Monaco osservatori speciali allo Stadio Il tecnico dell'undici azzurro ha seguito attentamente Rosato e Bercellino - Il trainer dei tedeschi afferma: «Brunnenmeier è un Hitchens più giovane» - Nuove difficoltà per il trasferimento del centravanti germanico, che dovrà fare il militare - Il tifo «moderato» di Catella e Pianelli Ore 3 del pomeriggio allo Stadio Comunale davanti all'ingresso della tribuna d'onore. Dalla folla degli spettatori che si dirigono verso i vari settori, emerge, accompagnato da una coppia di amici, un visitatore con una missione speciale da compiere: l'allenatore del Monaco 1860, il viennese Max Merkel, venuto appositamente a Torino per osservare i granata, prossimi avversari della sua squadra nelle semifinali della Coppa delle Coppe. Merkel è un tipo grande e grosso, poco loquace. Si affida, per rispondere alle domande che gli vengono rivolte, al suo accompagnatore, il signor Gunther, giornalista del quotidiano tedesco Abendzeitung, e alla moglie di quest'ultimo. I due, per aver trascorso molte vacanze sulla riviera adriatica, parlano correntemente l'italiano. Salia7no in tribuna. La conversazione scivola dappri¬ ma sul Monaco. La squadra si trova attualmente al terzo posto in classifica, con 31 punti, alla pari col Borussia Dortmund e preceduta dal FC Colonia (p. 33) e dal Werder Bremen (p. Si). Sabato scorso il Monaco ha perso in casa col Colonia per 2-3, ma, a cinque giornate dal termine, le speranze di vincere il torneo non sono del tutto tramontate. I quattro ìiomini che ad Amburgo giocarono contro l'Italia sono in buone condizioni fisiche e con ogni probabilità verranno a Torino. Sono, com'è noto, il terzino sinistro Paztke, e gli attaccanti Heiss, Kuppers e Brunnenmeier. Sentendo il nome di quest'ultimo, il tecnico viennese ha un gesto di stizza e mormora qualcosa. < Spiacenti — traduce il signor Gunther —, ma di Brunnenmeier non possiamo parlare ». Si viene comunque a sopere che il nazionale del Mo- o I naco partirà davvero fra pocliissimi giorni per il servizio militare. Questo durerà 18 mesi, ma l'attaccante poI tra abbandonare il proprio reparto per giocare settimanalmente nella sua squadra. Inoltre, il prossimo anno gli verrà dato uno speciale congedo per seguire la Germania ai Campionati del mondo in Inghilterra. Molte cose possono cambiare nel mondo del calcio, ma dopo queste dichiarazioni sembra im| possibile che Brunnenmeier ; possa venire al Torino tra i breve tempo, seppure mal ve! stira la maglia granata. Sì son fatte, intanto, qua. si le lr,,,w, la partita sta per ' iniziare tra l'agitarsi delle bandiere granata e bianco. nere, tra l'urlo della folla. Merkel sorride. < Lo stesso succede a Monaco — dice — ; anche se noi non abbiamo "derbies"*. E, intanto, tira fuori un quaderno e una bi| ro. I giocatori sono entrati in campo, la gara comincia. Lunghi minuti di tensione, di passione per i tifosi, ma, naturalmente, non per il signor Merkel che, calmo, prende appunti. Al termine un giudizio schematico: « Meglio la Juventus nel primo tempo, bene il Torino nel secondo. Mi sono piaciuti Del Sol e Meroni. Confermo il mio giudizio su Rosato: ad Amburgo lia giocato più pesante, ma anche qui non ha fatto complimenti. E' un calciatore troppo rude ». Strana questa affermazione del tecnico del Monaco, se Del Sol, negli spogliatoi, affermerà che Rosato, suo diretto avversario, si è comportato con molta correttezza. Forse il ricordo della partita di Amburgo e delle polemiche che seguirono non è ancora del tutto sparito negli ambienti sportivi germanici. Un ultimo giudizio, quasi sfuggito per caso a Merkel, è interessante: « Secondo me, Brunnenmeier non è altro che un Hitchens più giovane e più forte ». * * In tribuna d'onore i due presidenti, Von. Catella e il comm. Pianelli, hanno seguito il <derby> seduti a poca distanza, insieme a un gruppo di amici e dirigenti sportivi. Prima dell'inizio, Catella e Pianelli, si erano incontrati mentre stavano per salire la scalinata che porta alla tribuna. Cordiale scambio di saluti e di strette di mano, un rispettivo sincero augurio di < vinca il migliore*. Entrambi hanno ammesso di essere accesi tifosi delle loro squadre, fin da giovanissimi, e come tali hanno dato un giudizio sui loro colleghi. Pianelli: «Lo sportivo bianconero lo conosco poco, m'interesso soltanto dei miei, che trovo magnifici ». Catella: <Il tifoso grana- fa è più acceso, più entusiasta ; il bianconero è più tranquillo ». Infine, entrambi hanno affermato che la fusione delle due società oggi non è né desiderabile né possibile. Durante la partita la tensione per i due presidenti è stata maggiore che non per i comuni tifosi: non po- tevano gridare, protestare o urlare il proprio incitamen to. A fine gara, comunque, visi distesi e sorridenti. Un'altra stretta di mano e arrivederci al prossimo < derby ». * * Fabbri, ovvero un ospite di riguardo che non apre mai bocca. Accomodato in un angolo della tribuna, il commissario tecnico degli azzurri che rientrava da Metz dove aveva assistito allo zero a zero della nazionale di serie B contro la Francia B, ha seguito la prova di Rosato e Bercellino con comprensibile interesse. <Non voglio — ha poi detto — esprimere considerazioni, cosi non corro il rischio di farmi fraintendere da nessuno. Il risultato, mi sembra però giusto ». * * Tre visi noti, tre <vecchi* protagonisti di tanti < derbies *: Baloncieri, Parola e Rava. Tre giudizi concordanti: il pareggio risponde esattamente ai valori in campo. Baloncieri: <Nel Torino, a posto Cella e Ferrini, e anche Rosato. Ottimo il secondo tempo di Meroni*. Parola: < Ora, come sapete, alleno il Livorno, e con discreti risultati. Sto portando la squadra fuori da una posizione pericolosa, abbiamo perfino pareggiato con i russi. Mi sono creato molti ammiratori e un clima simpatico. Però, appena posso, vengo a Torino e, naturalmente, tifo per la mia vecchia squadra. Se quel Vieri non avesse parato il tiro di Stacchini, me ne tornerei a Livorno più contento ». Rava: < Una discreta partita. E, come sempre ad ogni "derby ", tanti ricordi risvegliati ». * * Tra le molte personalità presenti alla gara, anche il prefetto di Torino, dott. Caso, il questore, l'ex-comandante della Regione militare Nord-Ovest, gen. Michelotti, il dott. Umberto Agnelli, il consigliere provinciale dott. Virsinio Lucci. Cerano pure due nomi famosi nell'automobilismo: Sergio Pininfarina e Carlo Mario Abate. Costruttore e pilota rivelano di essere bianconeri tl'ing. Sergio anzi fa parte del consiglio della Juventus), come bianconero è un nome noto nel campo della politica quello dell'on. Donat Cattin, sottosegretario alle partecipazioni statali. € Direi — precisa con fermezza — per carattere ». Veramente, non c'è nessun altro avvenimento sportivo che più di un « derby * riveli un tifo in altre occasioni diplomaticamente tenuto nascosto. m. f. | Stretta di mano tra i presidenti Catella (a sin.) e Pianelli 9 3 \ Wàwè A gara finita complimenti di Stacchini a Vieri (a sin.) Fabbri ieri allo Stadio