Estranea alle rapine l'amante del capobanda «Non mi dava un soldo, credevo fosse povero»

Estranea alle rapine l'amante del capobanda «Non mi dava un soldo, credevo fosse povero» Chiusa l'indagine a Milano sui ire assaltatori di banche Estranea alle rapine l'amante del capobanda «Non mi dava un soldo, credevo fosse povero» - _ - „ . _ •. • • i n - . * l'i t i ' . • ■ •■« i - a tra " i j • Anche la polizia la ritiene innocente, fra breve tornerà libera - I malviventi hanno dichiarato: «Era imprudente rivelare a una donna la nostra attività. Poteva cambiare idea, dopo la notizia di venti milioni di taglia » - Nei prossimi giorni verrà consegnato al magistrato il fascicolo con le confessioni di 17 rapine: forse il processo sarà per direttissima - Ordinate nuove inchieste sul «colpo» di piazza Rivoli a Torino e sul furto dei mitra in un deposito militare di Albenga Nostro servizio particolare Milano, lunedì mattina. L'inchiesta della polizia sull'arresto della banda di rapinatori di banche è in via di conclusione. Il vicequestore dott. Nardone ed il capo della squadra mobile milanese, dott. Groppone, sono partiti per Roma, dove saranno ricevuti dal capo della polizia, prefetto Vicari. Al loro ritorno, previsto per domani mattina, martedi, il fascicolo riguardante l'operazione, corredato dalle confessioni dei banditi e da tutte le altre prove, sarà consegnato al Procuratore Generale della Repubblica presso il Tribunale di Milano, dott. Spagnuole E' probabile, data la completezza dei. rapporto, che il processo a carico dei banditi sia celebrato per direttissima. In merito a Franca Chiarvesio, t'entraìneuse di locali notturni che conviveva con il Tonello, la polizia è giunta alla conclusione ch'essa è « completamente estranea alla attività criminale del suo amante » e degli altri componenti della banda. E' risultato che la donna non aveva mai messo piede nello scantinato dell'abitazione torinese dove il Tonella teneva l'armadio blindato con i milioni rubati alle banche e le armi e che inoltre « mai i banditi le avevano anche solo accennato alle loro imprese ». Essi si sono mostrati tutti concordi in questo particolare, e hanno detto al dott. Grappone, nel corso degli interrogatori subiti, che, dopo aver studiato tutto nei minimi particolari per sfuggire alla polizia, sarebbe stato estremamente imprudente rivelare segreti ad una donna che, per quanto fidata, poteva da un momento all'altro litigare, cambiare idea o semplicemente lasciarsi sfuggire qualche compromettente dichiarazione con qualcuno. Inoltre, i venti milioni di taglia potevano far cambiare i sentimenti anche a persone fidate come la Chiarvesio, qualora avesse saputo che i suoi amici erano i ricercati. Pertanto alla Chiarvesio non è stata mossa alcuna accusa. La donna, dal canto suo, fin dal primo momento aveva protestato di essere completamente estranea agli assalti alle banche: «Non ho mai saputo che avesse i milioni in cantina — ha detto. — Mi dava pochissimi soldi, appena appena quelli per preparare da mangiare. Ho sempre creduto che fosse povero!...». Stamane Franca Chiarvesio si trova ancora trattenuta in stato di fermo presso la questura a disposizione del magistrato che vorrà ulteriormente interrogarla nel corso dell'inchiesta giudiziaria. E' probabile che subito dopo questi interrogatori anche il magistrato decida di rimettere in libertà la donna. La Chiarvesio continua dunque a. dimostrare un profondo attaccamento per il suo amante: essa dice addirittura di non voler lasciare lo questura per non allontanarsi dal Tonella. Quando l'amante assieme ai complici sarà trasferito al carcere di San Vittore (e questo avverrà al ritorno dei funzionari da Roma), la donna cercherà ospitalità in un convitto di religiose a Milano per poter continuare a vivere in questa città e visitare il Tonella ogni qualvolta le sarà permesso. Circa la posizione dei tre banditi, la polizia inoltrerà alla magistratura le confessioni riguardanti le diciassette rapine ammesse. E' noto in proposito che i malviventi continuano a negare le responsabilità in merito alle rapine in cui venne fatto uso delle armi, come quella del 22 gennaio 1961, contro la filiale del « Credito Italiano » di piazza Rivoli a Torino, nella quale un'impiegato fu gravemente ferita alla testa con un colpo di mitra, e quella del lk dicembre scorso a Milano contro l'agenzia bancaria di via Solari, in cui i rapinatori spararono contro gli agenti so praggìuntia bordo" di una camionetta. Negli ultimi interrogatori sono venuti alla luce altri particolari. Per le altre rapine che il Tonella, il Magagnin ed il Brentan avrebbero avuto intenzione di compiere se non fossero stati arrestati, il terzetto ha detto che aveva deciso di ricorrere ad un camuffamento per allontanare le indagini dalle loro persone. Avevano infatti già acquistato parrucche con lunghi capelli e baffi finti per camuffarsi da zingari. Il Brentan si sarebbe addirittura travestito da zingara, con relativi abiti femminili, in modo da portare gli inquirenti a spostare le indagini sulle carovane di zingari e metterli fuori pista. I nit0 • mitra. Unico punto ancora da chiarire e per il quale sono in corso i relativi accertamenti in Liguria è se effettivamente i due mitra trovati in possesso dei banditi furono rubati — come hanno dichiarato i tre — il 30 gennaio dello scorso anno ad Albenga dal Tonella e dal Magagnin che compirono il furto in un deposito militare del luogo, introducendovisi di nascosto, scavalcando il muro di cinta. Se questo particolare del furto risultasse vero cadrebbe così anche l'ipotesi dell'eventuale presenza di una quarta persona che avrebbe for- Franca Chiarvesio, che conviveva col Tonella, risultata estranea alle rapine della banda