Lotta decisiva tra i campioni sulla salita di Saint-Vincent

Lotta decisiva tra i campioni sulla salita di Saint-Vincent Una corsa bella, a qjMasi 41 di media Lotta decisiva tra i campioni sulla salita di Saint-Vincent Nove ciclisti in testa nella fase finale - Cede Mealli, poi si arrendono Bitossi, Adorni e Passuello, quindi è la volta di Taccone, Zandegù e Mugnaini - Via libera per Meo e per il coraggioso Poggiali: sul traguardo, Venturelli conquista nettamente il successo Da uno dei nostri inviati Saint Vincent, lunedi matt. Meo Venturelli ha vinto il Giro del Piemonte ed il suo successo è successo importante. Per lui, naturalmente, ma non solo per lui, perché da ieri il ciclismo può contare su un nuovo personaggio. Forse, questo personaggio non durerà per l'intera stagione, forse la sua stella avrà 11 destino di spegnersi presto, forse: comunque, per ora, il personaggio c'è. Ed è curioso, patetico, persino un po' commovente nella sua gioia spontanea. Mettiamolo insie- me con Zilioll e Motta, con Adorni e Taccone: sono le forze fresche del nostro sport, che ci permettono di guardare con discreta fiducia alla stagione appena incominciata La storia di Venturelli la conoscono tutti. Il ragazzo, nato nel dicembre del 1938, irruppe sulla scena nel '60. Subito sembrò un campione, persino gli riuscì di battere Anquetil In una tappa a cronometro del Giro d'Italia. Se ne veniva da Pavullo, aveva fatto il pastore, era modesto, semplice e simpatico, sapeva pigiare con energia sui pedali. Insomma, aveva tutti i numeri per imporsi. Ed invece, fu una grossa, una cocente delusione. Magari sbagliò vita, concedendosi i facili piaceri offerti dagli improvvisi quattrini, magari ebbe troppa sfortuna. Sta di fatto che sparì dalla circolazione. Tornò un paio di volte alla ribalta, ma il suo tono era dimesso e spaurito — giusto il tono di chi fatica a credere in se stesso. Pareva la sbiadita controfigura di un ciclista di classe, si umiliava ormai a cercare un posto ed uno stipendio e nessuno trovava che volesse correre il rischio. Era la fine d'ogni speranza, d'ogni ambizione. E anche quando uno sportivo romano, 11 signor Uccellini, lo prese con sé e si piccò di alutarlo e, passato qualche mese, ebbe la sensa¬ zione d'aver operato un mezzo miracolo, anche allora la gente scosse il capo. Venturelli « risorto »? Diciamolo con franchezza, nessuno ci credeva. Meo sopportava gli < sfottò », ormai ci aveva fatto l'abitudine. Aveva imparato a stare zitto, a soffrire in silenzio, con la rassegnazione dell'umile, del povero. Era sempre a caccia di un impiego, ma i tempi difficili davvero non gli davano una mano, i tecnici delle varie squadre storcevano il naso. Venturelli? Provasse un po' a rimettersi in luce, poi sì sarebbe visto. Prima i fatti, poi 1 soldi, in altre parole. Meo tentò l'avventura nel Giro di Sardegna, da « isolato ». Qualcuno, alla partenza gli rise in faccia. Venturelli fìnse di non accorgersene. Prima tappa terribile, due uomini in fuga, Van Looy e Venturelli. Il belga dominò la corsa, che più non palpitò d'interesse. Venturelli restò nella sua scia I tifosi lo riconoscevano, gli battevano le mani. E la Bianchi, avanti ancora che la competizione finisse, gli offri 11 sospiratissimo posto in squadra. Valeva la pena? Il comm. Zambrini e c Pinella » De Grandi si consultarono: valeva la pena? Decisero di sì. Venturelli vestì una maglia, la maglia bianco-celeste. Sabato, la Milano-Torino. Al traguardo del Motovelodromo di corso Casale, ecco Venturelli al terzo posto. Scese di bicicletta — una bicicletta tale e quale a quella che fu di Coppi — e disse di non aver trovato ancora la giusta posizione in sella. « Storie » pensarono in parecchi, inneggiando a Taccone che aveva vinto. Ieri, il Giro del Piemonte. Poco dopo il via, Meo si ferma, i meccanici armeggiano intorno alla sua sella. De Grandi sospira e si chiede che cos'abbia in realtà il ragazzone di Pavullo. Meo riparte, rientra in gruppo. La giornata è umida e fredda, da autunno pieno. Il plotone si muove in cento allunghi, la media sfiora i 41. all'ora. Qualche goccia d'acqua verso il Biellese. Si sale e si scende attraverso le colline, Peretti, Pellizzone e Ambrogio Colombo scappano. Solo Colombo resiste, lo acciuffa Enzo Moser, poi il grosso reagisce e sono di nuovo tutti insieme, una quarantina almeno con i migliori. Ivrea, la vai d'Aosta, i tentativi diventano rabbiosi e frequenti di numero. La strada punta al traguardo, a Saint Vincent mancano ormai solo ventotto-trenta chilometri. Fila Zandegù e gli tiene dietro Poggiali, ai due si aggiungono Taccone, Passuello e Mealli. Il gruppo si contorce nella risposta, finché escono Venturelli, Mugnaini, Adorni e Bitossi. La caccia dura un quarto d'ora, poi la pattuglia di Venturelli piomba sul drappello di Taccone. Nove al comando e la corsa è decisa, già siamo sui tornanti delia salita di Montjovet. Venturelli fa l'andatura, il suo ritmo è il ritmo di chi è in forma. Perde contatto Mealli ed è normale, visto che Mealli non ama le rampe. Poi cede Bitossi, ancora a corto di preparazione. Venturelli è sempre in testa, nemmeno si volta indietro a guardare che cosa succede. Eppure ne succedono, di cose interessanti. Si arrende Adorni, s'arrende Passuello, Taccone è staccato di cinque metri, si riporta sotto a fatica. Venturelli insiste. E alzano bandiera bianca Taccone e Zandegù, quindi viene il turno di Mugnaini. Saint Vincent. Una curva, un ultimo strappo, l'arrivo. Sono insieme Venturelli e Poggiali. Poggiali freme, ha paura del rivale e anticipa i tempi. Scatta ai 300 metri, Meo gli tiene dietro con facilità. A cinquanta metri dallo striscione, Venturelli si porta sulla sinistra di Pog¬ giali, si alza sui pedali, lo supera. Vince bene. A quasi 41 di media. Gli altri alla spicciolata. Venturelli è preso d'assalto ed è tranquillissimo. Gli chiediamo: « Sei emozionato? ». Risponde di no. Ma Pinella De Grandi gli dà sulla voce: «Sì, che sei emozionato, sì che lo sei... ». Venturelli allora dice di sì. Ha vinto ed è felice. Non gli capitava più dal novembre del 1960, da quel lontano Trofeo Baracchi, dove si impose in coppia con Ronchini. Oltre quattro anni sono passati. E' la vita, è la vita che ricomincia... Gigi Boccacini L'arrivo del Giro del Piemonte sul traguardo di St. Vincent: Meo Venturelli precede nettamente il coraggioso Poggiali (F. Aloisio)