Sabin, lo scopritore del vaccino antipolio vive con lo stipendio di un funzionario

Sabin, lo scopritore del vaccino antipolio vive con lo stipendio di un funzionario Il famoso medico americano è da ieri in Italia per un ciclo di conferenze Sabin, lo scopritore del vaccino antipolio vive con lo stipendio di un funzionario Dedotte le tasse, guadagna 800.000 lire al mese per il suo incarico all'ospedale infantile di Cincinnati nell'Ohio: ed è l'unica sua fonte di reddito - La sua scoperta non gli ha reso una lira: «Volevo fare un dono ai bimbi di tutto il mondo» - Da mesi si dedica alle ricerche sul cancro; ne darà relazione lunedì a Milano - Oggi parla a Torino per i «Venerdì letterari» (Dal nostro inviato speciale) Milano, 29 aprile. H personale dell'aeroporto di Linate si stupisce che il gruppo dei fotografi si sia precipitato alla scaletta dell'aereo, per riprendere un signore alto, dai capelli bianchi, sceso con il volo da Copenaghen. Pochi minuti prima avevano visto passare un noto presentatore della tv, poi una celebre cantante italo-tedesca, e non si era scomodato nessuno. Ma la voce che è arrivato Albert Sabin si sparge rapidamente; prima che il medico americano possa varcare le sbarre della dogana è già stretto dagli impiegati e dagli addetti al servizio d'ordine, che porgono la penna e la fotografia dei bambini. Vogliono l'autografo dell'uomo che ha debellato la poliomielite sulla immagine dei loro figli. Sabin sorride, e accondiscende. Non si secca di essere trattato come un attore cinematografico, o un campione di calcio. E' una scena alla quale ha dovuto partecipare tante volte, nei suoi giri per il mondo; e ne comprende lo spirito. Mentre apre il portafogli, per staccare il biglietto dell'aereo, ci accorgiamo che anche lui ha, nella bustina di cellophane in primo piano, la fotografia delle sue due figlie, Deborah e Amy: le prime bambine al mondo vaccinate col virus antipolio «vivo», quando avevano sette e cinque anni, nel 1957. Albert Sabin è venuto in Italia per una serie di conferenze organizzate dall'Associazione culturale italiana. Parlerà domani pomeriggio a Torino, lunedì a Milano, poi andrà a Roma e a Napoli, Il pubblico dei « Venerdì letterari», al teatro Carignano, lo sentirà trattare della « scienza al servizio ,bell'umanità ». I medici che lo ascolteranno a Milano e a Roma in due riunioni più. ristrette, saranno aggiornati sulle ultime ricerche da lui condotte per isolare il virus del cancro. Ma, per la gente, il nome di Sabin è legato al. vaccino antipolio, alla definitiva vittoria sulla malattia contro la quale Salk aveva opposto la prima efficace difesa. Forse il pubblico non sa che la grande invenzione per la quale il mondo gli deve essere riconoscente non ha reso ad Albert Sabin nemmeno una lira. Ce lo conferma egli stesso, senza gloriarsene, rispondendo al le nostre domande con quella schiettezza cordiale e un po' rumorosa che gli è caratteristica, e che i suoi colleghi dei convegni medici internazionali hanno impa rato a conoscere bene. Del vaccino egli ha voluto fare un regalo ai bimbi di tutto il mondo : « Non volevo che il mio contributo al benes sere dell'umanità fosse pa gato con del denaro», di chiara. Gli chiediamo quali sono i suoi mezzi di sostentamento. Non ha difficoltà a risponderci. Albert Sabin vive della sua ricerca scientifica, che compie alla «Children's Hospital Research Foundation» di Cincinnati, nell'Ohio, con il grado di « Distinguished Service Professor » : è l'ospedale nel quale lavora da ventisei anni, e presso il quale ha isolato il virus della polio. In Italia abbiamo molti casi di medici che uniscono all'attività scientifica quella professionale, partecipando a visite, consulti, operazioni. Negli Stati Uniti, osserva Sabin, questi casi sono rarissimi. Chi si dedica alla scienza, vive solo di quella; e lui, certo, non fa eccezione. Quando gli chiediamo quale sia il suo stipendio, Sabin ha qualche imbarazzo. « Non vorrei ingelosire i miei collcghi italiani; è uno stipendio molto alto ». Insistiamo per sapere la cifra. « Sono 25.000 dollari all'anno », dice quasi arrossendo. Facciamo un rapido conto, si tratta di quindici milioni e mezzo di lire, poco più di un milione e duecentomila al mese, senza tredicesima. « Naturalmente non posso contare su tutta la cifra — si preoccupa subito di aggiungere —. Il 25 per cento se ne va per le tasse al governo federale; poi ci sono le imposte citta¬ dcoo chamteddentecoUdaqLtFcsdccFmsd«rluuvflsancprNctlsibcnfniunmrarivLp dine, e le varie forme di contributi». Dedotto tutto, o quasi, si viene a scoprire che Albert Sabin può fare assegnamento su ottocentomila lire al mese, per mantenere sé, la moglie e le due figlie; senza possibilità di arrotondare la cifra con entrate di qualsiasi tipo. In queste condizioni — tenuto conto del più alto costo della vita negli Stati Uniti — non ci stupisce la dichiarazione da lui fatta alcuni mesi or sono a Roma, quando all'Accademia dei Lincei gli furono dati i venticinque milioni del premio Feltrinelli. Sabin ringraziò calorosamente per quella somma, che gli permetteva di provvedere ad alcune necessità della famiglia. Gli chiediamo se è vero che il Feltrinelli fu il primo premio ricevuto per la sua scoperta. Il professore dice di sì, ma precisa subito: « Il primo premio in denaro ». In realtà il denaro per lui sembra contare fino a un certo punto. Se ha rice vuto con piacere quella cifra è stato soprattutto per le sue bambine, alle quali si preoccupa di creare un avvenire. Per sé, gli bastano gli strumenti della ricer ca scientifica, che il proprio paese gli mette così generosamente a disposizione. Non ha bisogno di altro. Nel laboratorio di ricerche del suo ospedale infantile di Cincinnati il medico lavora tutti i giorni con la sua équipe di assistenti impegnato in una nuova battaglia: quella contro il cancro. Alcuni mesi or so no le agenzie di stampa diffusero una notizia sensazio naie: Albert Sabin avrebbe isolato il virus nel timo di un ragazzo di diciotto anni, affetto da cancro al polmone. La notizia fece il gi ro del- mondo, diede luogo alle più lontane congettu re. Ancora oggi, tutti colo ro che avvicinano il professore, anche pei un rapido contatto, gli pongono con ansia la inevitabile domanda. Ma Albert Sabin è assai prudente nella risposta. « Siamo appena agli inizi, - egli dice —, stiamo compiendo un lavoro di esplo¬ razione di cui non possiamo sapere i risultati. Non abbiamo ancora nessuna prova che il cancro, in tutte le sue forme, o la leucemia, siano provocati da virus ». L'uomo che ha sconfìtto la poliomielite combatte con tutte le proprie energie il più terribile male; ma, realista com'è, non vuole creare illusioni. « Se compiamo delle ricerche c perché abbiamo delle speranze. Di più, oggi, non è possibile dire ». Giorgio Calcagno li prof. Albert Bruce Sabin ieri dòpo l'arrivo all'aeroporto di Linate (f. Moisio) i iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiuil ini imi u immuni iiiiiiiiimmii