E' morto Umberto Fiandra l'impresario del «vaudeville»

E' morto Umberto Fiandra l'impresario del «vaudeville» E' morto Umberto Fiandra l'impresario del «vaudeville» Aveva 85 anni - Scoprì Isa Bluette, Milly, Navarrini e Macario Un collasso ha stroncato ieri i mattina, a 85 anni, il comm. Umberto Fiandra. Con lui scompare uno dei più noti esponenti del mondo tr-atrale torinese, una simpatica flgura di impresario di compagnie che furoreggiarono su tutti 1 palcoscenici nel campo dello spettacolo comico. Nato a Venezia il 3 dicembre 1879, Umberto Fiandra in gioventù si era dedicato al commercio, rivelando uno spiccato senso per gli affari (fu il primo ad installare a Tripoli, nel 1912, una macchinetta per il «caffè espresso»). La sua natura gioviale e la passione per il teatro lo spinsero verso un'attività in apparenza facile, ma irta di insidie: quella dell'organizzatore di compagnie teatrali. Comprese che gli j italiani, superati 1 tempi grigi | delle guerre coloniali e del pri-1 mo conflitto mondiale, voleva-) no divertirsi con qualcosa di diverso dagli standardiz-'ati «numeri» da café-chantant o da variété, a base di canzonette, parodie* giochi di prestigio ripetuti Ano alla noia. Umberto Fiandra immaginò uno spettacolo in cui la comicità non fosse superficiale e slegata, bensì condizionata da un canovaccio, una via di mezzo tra la vecchia operetta e le moderne commedie musicali. Nacque il « vaudeville », ricco di spunti satirici e di « quadri » suggestivi. Al richiamo di Umberto Fiand a risposero au tori e soggettisti come Ripp e Bel Ami, Cesare Demaria, Dio- vetti, Corvetto, Bertinetti ed altri. Contemporaneamente, tra i complessi organizzati dal geniale impresario emergevano attrici e attori come Isa Bluette, la Milly con la sorella Mity e il fratello Totò, Nuto Navarrini ed Erminio Macario. Nei teatri dove queste compagnie si esibivano, il pubblico faceva la « coda » per assicurarsi un posto. Altro notevole merito del comm. Fiandra fu quello di valorizzare il teatro piemontese. Al suo nome i torinesi associavano quello di Mario Casaleggio e Nuccia Robella, che portarono in giro per il mondo le più belle, poetiche commedie in vernacolo. Ebbe tre teatri popolarissimi, nella Torino anteguerra, ma tutti scomparvero per varie ragioni: il «Rossini» di via Po venne ridotto in macerie dalle incursioni nel 1942, IV Odeon r> di via Viotti era già stato demolito dal piccone molti anni prima; quello estivo, al Parco Michelotti, cedette il posto al giardino zoologico. Lontano dal teatro e dai suoi amici attori, Umberto Fiandra si sentiva sperduto Oli anni cominciavano a pesare, i gusti mutavano, era troppo tardi per ricominciare. Umberto Fiandra preferì ritirarsi da ogni attività, per vivere di ricordi nel suo alloggio di via XX Settembre 12. Nel 1959 aveva perduto ur. figlio, a consolare la sua amarezza e la sua solitudine era rimasta la figlia Rina. Le esequie saranno celebrate oggi alle 16, vi parteciperanno, insieme ai pochi superstiti del «suo» mondo teatrale, 1 numerosi torinesi che avevano av ito modo di apprezzarne la gentilezza e la cordialità. g. I. ■ * *> !>iiiH(iHnLI Fid l'i Umberto Fiandra, l'impresario morto a Torino

Luoghi citati: Torino, Tripoli, Venezia