Condannato a 10 mesi il primario chirurgo che in un libro diffamò un giudice e due periti

Condannato a 10 mesi il primario chirurgo che in un libro diffamò un giudice e due periti La sentenza nella tarda serata al Tribunale di Saluzzo Condannato a 10 mesi il primario chirurgo che in un libro diffamò un giudice e due periti Il prof. Luigi Torchiarla (71 anni) dovrà anche risarcire le parti lese - Nel 1959 un suo paziente morì dopo un intervento chirurgico - Accusato di omicidio colposo fu condannato, poi assolto in appello - Dopo l'ultima sentenza scrisse un volume dando severi giudizi sul giudice istruttore e sui periti che avevano condotto l'inchiesta - Malato di cuore, ieri ha atteso la sentenza in albergo (Dal nostro corrispondente) Saluzzo, 12 aprile. L'ex primario chirurgo dell'ospedale civile di Lucca, prof. Luigi Torchiami di 71 anni, comparso oggi dinanzi ai giudici del nostro tribunale sotto l'imputazione di diffamazione aggravata a mezzo stampa, è stato riconosciuto colpevole del reato addebitatogli. Il tribunale, che gli ha concesso le attenuanti generiche e la non menzione, l'ha condannato a dieci mesi di reclusione e ad una. multa di dueocntomila lire, oltre le. spese. L'ha condannato inoltre al risarcimento dei danni da liquidarsi in separata sede, al rimborso delle spese di parte civile e alla confisca del libro diffamatorio da lui scritto, che aveva provocato la querela contro l'imputato da parte di un magistrato e di due medici legali. Il chirurgo sei anni fa aveva sottoposto ad intervento chirurgico, per l'estrazione di un proiettile dal capo, il ciabattino Vito Desideri di Lucca, che era stato aggredito e ferito da alcuni zingari che lo volevano rapinare. Il paziente però non era sopravvissuto alla difficile operazione ed il prof. Torchiano, rinviato a giudizio per omicidio colposo, veniva condannato dalla Corte d'Assise di Lucca a sei mesi di reclusione con i benefici di legge. In sede d'appello la Corte. d'Assise di Firenze assolveva invece l'imputato. Giudice istruttore nel procedimento a carico del chirurgo lucchese era stato il dott. Angelo Velia che era giunto alle conclusioni di rinvio a giudizio basandosi sulle perizie medico-legali redatte dal prof. Antonio Fornari, direttore dell'Istituto di Medicina legale dell'Università di Pavia, e dal prof. Umberto Palagi, libero docente di medicina legale all'Università di Pisa. A conclusione del processo che l'aveva mandato assolto dall'imputazione di omicidio colposo, il prof. Torchiana scriveva e pubblicava un libro dal titolo « Chirurgia in Corte d'Assise », in cui, rifacendo la storia della dolorosa vicenda che l'aveva portato dinanzi ai giudici toscani in veste di im ~pHtata, esprimeva severi giudizi nei confronti dei due periti medico-legali e del dott. Velia i quali, ritenendo offensive e lesive della loro onorabilità alcune frasi del libro, querelavano il chirurgo. Il libro era stato stampato nella tipografia Minerva Medica della nostra città, e pertanto il tribunale di Saluzzo era competente a giudicare del reato di diffamazione a. mezzo stampa. Il processo, già iniziato nel giugno scorso (allora il presidente del tribunale di Saluzzo aveva interposto i suoi buoni uffici per un amichevole componimentn della vertenza, ma purtroppo l'opera mediatrice del magistrato non aveva avuto l'esito sperato) era ripreso il 23 marzo scorso. Durante quella udienza i giudici avevano sentito l'imputato ed i testimoni. Il prof. Torchiana aveva dichiarato a sua difesa che, scrìvendo « Chirurgia in Corte d'Assise », 7ion aveva inteso offendere alcuna delle persone che lo avevano querelato, ma soltanto denunciare un sistema, da lui ritenuto imperfetto ed inadeguato, delle nostre istruttorie penali. Continuando nelle sue dichiarazioni aveva precisato il si- gnificato di alcune parole da lui scritte e ritenute offensive dai querelanti. L'udienza precedente si era chiusa con l'arringa dell'avv. Dall'Ora di Milano, parte ci vile, per il Fornari. Stamani il prof. Torchiana è comparso in aula in apertura di seduta, ma prima die gli altri patroni di parte civile prendessero la parola si allontanava e non ritornava più. Nel pomeriggio uno dei suoi difensori, l'avv. Morando di Livorno, prima di iniziare l'arringa precisava che il profes¬ Aè sor Torchiana, sofferente di cuore per l'età, avanzata, aveva preferito rimanere in albergo per riposarsi dai disagi del viaggio. L'avv. Gelati di Livorno, parte civile per il giudice Velia, ha sostenuto stamane la colpevolezza dell'imputato. Le stesse argomentazioni ha ribadito nella sua arringa l'avv. Smuraglia di Milano, parte civile per il Palagi. Infine il rappresentante della pubblica accusa, dott. Aldo Ignest,, dopo avere brevemente insistito sui concetti espressi dai patroni di parte civile, definendo « Tnonumento di presunzione » il libro scritto dal prof. Torchiana, chiedeva la condanna dell'imputato ad un anno e sei mesi di reclusione, alla multa di cinquecentomila lire e alla confisca e distruzione delle copie del libro, negandogli le circostanze attenuanti. Prima che l'udienza fosse rinviata al pomeriggio pronunciava ancora la sua arringa il difensore avv. Torraca di La Spezia. Gran parte della seduta pomeridiana era occupata dall'arringa del secondo difensore avv. Morando il quale, dopo aver affermato ohe nel libro manca l'elemento intenzionale e che le critiche mosse dal chirurgo sono tutte da considerarsi di carattere scientifico, concludeva chiedendo l'assoluzione per il suo cliente. Alle 18 il Tribunale si ritirava in camera di consiglio per uscirtie circa un'ora dopo con la sentenza, v. i. Il prof. Luigi Torchiana condannato ieri a Saluzzo