Ricordare le vaccinazioni ora che si avvicina l'estate di Angelo Viziano

Ricordare le vaccinazioni ora che si avvicina l'estate Ima salata dei a ost ri Migli non può aspettare Ricordare le vaccinazioni ora che si avvicina l'estate Il calendario suggerito per le immunizzazioni a partire dalla nascita: cominciare con l'antipolio, poi la vaccinazione antidifterica, obbligatoria, alla quale si può associare quella contro il tetano - Infine, tra il primo ed il secondo anno di vita, la antivaiolosa, anch'essa obbligatoria Ora che le stagioni non sembrano più rispettare il codice cronologico, c'è pur da pensare al rischio di un precoce inseguimento di questa primavera da parte dell'estate o, se vogliamo essere più corretti, dal caldo che normalmente contrassegna la stagione dei bagni marini e delle villeggiature alpine. Non è certo questa una vana riflessione se si deve por mente a certi rischi che nella primavera inoltrata e nell'estate più congiurano specie contro i bambini. Ci si intende riferire particolarmente alla polio ed al tetano, sia per un non del tutto chiaro rivìrulentarsi dei rispettivi agenti infettivi, sia per le assai maggiori occasioni di contagio. Ed allora viene qui da domandarsi — in considerazione delle finalità di queste < Cronache », intese o /ormare una chiara coscienza sanitaria della popolazione — se i genitori abbiano già completate in favore della salute dei figlioli quelle misure profilattiche, cui tante volte sono stati sollecitati anche da questa tribuna, cioè le opportune vaccinazioni. A questo interrogativo ha dato in verità lo spunto la celebrazione di ier l'altro della « Giornata mondiale della sanità», per cui in varie sedi oratori ben qualificati (a Torino la prof. Maria Gomirato Sandrucci e il prof. G. Cavallo, rispettivamente cattedratici di Pediatria e di Microbiologia) hanno posto l'accento sui pro¬ gressi dei risultati delle immunizzazioni di massa. Si è sentito riaffermare attraverso dati nuovi l'efficacia già qui sostenuta della vaccinazione antipolio mediante vaccini vivi attenuati. I ceppi di Sabbi hanno difatti ridimensionato l'epidemiologia della polio nei Paesi che hanno fatto appropriate campagne vaccinali; tanto che in alcune nazioni la malattia nell'ultimo anno è praticamente scomparsa. In Italia, ove la vaccinazione col metodo Sabin è stata introdotta solo lo scorso anno (il morbo aveva ottenuto solo una discreta discesa dopo la vaccinazione Sali;) la riduzione si aggira sul 90% dal marzo 1964. Questi risultati incoraggiano ed impongono, anzi, di non deflettere dalla lotta intrapresa, sia per totalizzare anche da noi una vittoria completa, sia per non correre il rischio sempre incombente di riallargare una piaga epidemiologica sulla via della sua rimarginazione. La vaccinazione antitetanica a sua volta, se estesa il più largamente possibile, allestita e funzionante per ben altri meccanismi conformi alla natura dell'infezione, darebbe certamente risultati garantiti al cento per cento: permetterebbe inoltre dì evitare i pericoli connessi alla profilassi d'urgenza mediante siero antitetanico nei casi di ferite sospette. Occorre non perdere tempo. In tema di vaccinazioni, e i profani non possono fare distinzioni tra Vuna e l'altra. allorché si tratta di addivenire a campagne di massa, non è raro il serpegggiare di diffidenze da parte di un certo pubblico pronto ad accreditare indiscriminatamente accuse sulla ipotetica pericolosità di taluni vaccini. A questo punto le osservazioni ormai concordi degli esperti dimostrano come per svariati vaccini non esista pericolosità alcuna; per altri anche i casi rarissimi di complicazioni, tuttavia generalmente reversibili in via spontanea, sono evitabili mediante particolari accorgimenti. Fondamentale precauzione è quella di fare le diverse vaccinazioni con le giuste modalità è a tempo opportuno, cominciando dalla prima infanzia e seguendo un vero calendario. Sulla dimostrazione delle sue basi ha appunto insistito la relazione della prof. Gomirato. Questo calendario parte da una prima considerazione concernente il materiale difensivo (anticorpi) che il neonato eredita dalla madre. E' un materiale vario che tende rapidamente a diminuire sino alla scomparsa. In principio può essere discretamente utile al neonato, in quei primissimi mesi in cui J'organìsmo non è ancora in grado di reagire idoneamente allo stimolo della vaccinazione e d'altra parte una buona dose delle sostanze stimolanti aggressive fantigeni) sarebbe annullata da altrettante parti degli anticorpi ereditati. Per carità, non vogliamo entrare in più intricati problemi. Al profano basti sapere che in fatto di successione di immunizzazioni, dalla nascita in poi, si deve cominciare con la protezione nei riguardi della malattia che presenta una più precoce morbilità e mortalità. In Italia è consigliabile iniziare con la vaccinazione antipolio; poiché fra tutte le malattie prevenibili con la profilassi vaccinica la polio è quella che colpisce più frequentemente il lattante. Poi è bene procedere alla vaccinazione antidifterica (obbligatoria), cui può essere associata {'antitetanica. Qualora si ritenesse di eseguire pure la vaccinazione antipertosse è pure quello il momento più idoneo. Dopo tale ciclo si passerà alla antivaiolosa (obbligatoria), tra il primo ed il secondo anno di vita; tenendo presente che vaccinando per la prima volta contro il vaiolo dopo i cinque anni d'età è meno raro incorrere in certe complicazioni neurologiche. Ad ogni modo per attenuare sospettabili reazioni e complicanze le indagini più recenti hanno affacciate diverse possibilità. La prima consìste nell'associazione della vaccinazione con < gamma-globuline > timone iiormali o iperimmunì. La seconda è il nuovissimo tentativo di una preimmunizzazione con microdosi di vaccino o con introduzione di vaccino ucciso con formolo, seguite dalla normale vaccinazione. Altro espediente pure attualmente introdotto sta nell'associare alla vaccinazione una profilassi mediante un prodotto chimico, qual è un derivato del tiosemicarbazone, molto attivo sul virus. Si tratta di un farmaco che, d'altronde, va segnalato anche per l'importanza oggi prospettata in caso di focolai epidemici di vaiolo; in quanto ha dimostrato la capacità di interrompere la cotitagiosità del vaiolo se somministrato durante il periodo di incubazione, e pure di svolgere un effetto terapeutico. Quando a carico della vaccinazione antivaiolosa si citano rischi come quello toccato a certe reclute olandesi, che alcmii anni fa dopo di essa sono state colpite da encefalomielite, non si trascuri di aggiungere, come reclamano giustamente gli immunologi, che tutte quelle reclute malate, di vent'anni, erano sfuggite alle vaccinazioni antivaiolose obbligatorie della fanciullezza ed allora erano state vaccinate per la prima volta, senza che i sanitari fossero informati della cosa. prof. Angelo Viziano

Persone citate: Gomirato, Maria Gomirato Sandrucci, Sabbi, Sabin

Luoghi citati: Italia, Torino