Il ministro Arnaudi critica l'Euratom e l'attuale ricerca scientifica in Italia

Il ministro Arnaudi critica l'Euratom e l'attuale ricerca scientifica in Italia Il ministro Arnaudi critica l'Euratom e l'attuale ricerca scientifica in Italia Le spese dell'Italia in questo settore, afferma il ministro che ne è da poco responsabile, sono ripartite male - Consiglia a valutare bene i vantaggi e gli svantaggi delle forme di collaborazione europea oggi esistenti (Nostro servizio particolare) Roma, 10 aprile. Un interessante discorso sugli aspetti più Importanti della ricerca scientifica è stato pronunciato oggi dal ministro Arnaudi al convegno sul tema « Ricerca scientifica e sviluppo economico ». I! senatore Arnaudi ha esaminato la posizione dell'Italia negli organismi internazionali criticando la politica della ricerca scientifica in alcuni settori. Rifacendosi ad una recente inchiesta condotta dall'Ocse (Organizzazione di cooperazione e sviluppo economico) ha rilevato che in nessun Paese esiste un organo centralizzato che svolga il compito di valutare i vantaggi e gli svantaggi che derivano dalla partecipazione agii enti scientifici internazionali. Questa carenza acquista per l'Italia un carattere di estrema gravità perché soltanto la nostra partecipazione all'Euratom equivale al 50 per cento di quanto si spende all'interno, inoltre le spese per l'Eldo (organizzazione europea per le costruzioni di congegni spaziali) e per l'Esro (organizzazione europea per le ricerche spaziali) superano di molto '.1 costo dei programmi nazionali. Parlando dell'Euratom il ministro Arnaudi ha detto che la comunità non ha saputo elaborare una politica capace di sviluppare una industria nucleare europea in grado di realizzare, in via autonoma, reattori competitivi con le cen trali di tipo tradizionale. Né in settori più specifici, quale quello del combustibile, siamo oggi in condizione dì disporre dì conoscenze e attrezzature comuni'. La conseguenza è che la maggior parte dei Pausi membri sono costretti a ricorrere, per la realizzazione di centrali, a fonti esterne alla Comunità stessa. Altra conseguenza è, secondo il ministro Arnaudi, che si disperdono 1 fondi tra nume rosi programmi tra di loro non coordinati. Si ingaggia inoltre una lotta per la spartizione dei fondi disponibili dalla quale l'Italia, per ragioni politiche e tecniche, esce quasi sempre menomata. In merito alla scelta dei settori nei quali è possibile la collaborazione internazionale, il sen. Arnaudi ha detto che essa è determinata dall'esistenza o meno dell'elemento concorrenziale e funzionale dello sviluppo industriale dei singoli Paesi. Accade cosi che quando l'elemento concorrenziale è assente, la collaborazione internazionale ha un largo impulso sia nel campo della ricerca di base che nello studio dei problemi di grande portata per il benessere dell'umanità nel suo complesso (fame, malattie, analfabetismo). Quando, invece, è presente l'elemento concorrenziale la collaborazione internazionale si sviluppa in settori nei quali il costo della ricerca è talmente alto da non poter essere affrontato da un unico Paese di dimensioni europee (energia nucleare, ricerche spaziali). Il ministro Arnaudi ha concluso dicendo che solo se avremo le idee chiare sulla nostra politica scientifica nazionale, potremo valutare gli svantaggi e 1 vantaggi delle forme di collaborazione esistenti e proporre la ristrutturazione e il mutamento dei modi di azione. f. f.

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