La «Zelmira» di Rossini a Napoli ritorna in scena dopo 130 anni

La «Zelmira» di Rossini a Napoli ritorna in scena dopo 130 anni La «Zelmira» di Rossini a Napoli ritorna in scena dopo 130 anni Le ragioni del singolare successo del melodramma al suo primo apparire e dell'improvviso declino - Virginia Zeani ha superato vittoriosamente la difficile prova e i o e , a e (Nostro servizio particolare) Napoli, 10 aprile. Narrano le cronache del successo strepitoso decretato dal pubblico del San Carlo, la sera del 1/f febbraio 18J2, alla nuovissima Zelmira, decima ed ultima delle opere scritte da Rossini per i teatri napoletani. E le fortune dello spartito non rimasero circoscritte all'espansivo ambiente partenopeo: due mesi dopo, erano i viennesi ad acclamare Zelmira ed il suo autore — che nell'occasione ebbe a visitare Beethoven — e pili tordi i londinesi. A non dire poi dei tea tri italiani, che andarono c tiara nell'accogliere l'opera, dalla Scala alla Fenice, da Firenze a Parma a Bergamo: alla Scala Zelmira ajiparve in cartellone in tre stagioni, per una sessantina di repliche complessive sino al 1838. Ma dopo le recite milanesi del '38, di Zelmira si perdono le tracce, e l'opera si immerge in un sonno profondo, dal quale la sovrintendenza del San Carlo l'ha ridestata que sta sera, così come l'anno scorso aveva ripreso, dopo un oblìo più che secolare, il do nizettiano Roberto Devereux. Per tre lustri appena era brillata la stella di Zelmira; e, nell'ascoltare oggi la risorta opera, appare logica la ricerca di moventi che ne determinarono, da un lato, la folgorante fortuna, c, dall'altro, il rapidissimo declino. Più che ogni altra precedente opera di Rossini, Zelmira sembra dominata da un fervore acuto, quasi puntiglioso, di rinnovamento e di ricerca; dal timore del musicista di apparire dotto e studiato; e da un approfondimento dei valori espressivi del recitativo, in una meditata elaborazione armonica e strumentale. Ma è assai problematico attribuire a tali fattori il favore acceso da Zelmira nei pubblici del tempo, quanto mai inclini ai cimenti del virtuosismo vocale; e l'altra faccia dell'opera è proprio quella delle amplissime concessioni fatte da .Rossini — ad onta dei propositi di rinnovamento — alla moda vocalistica. Queste concessioni giustificano il tramonto dell'opera scomparsa insieme con le sue nbdcLgcadcsrdcomgrandi interpreti: quali /uro- no, al San Carlo, Isabella Colbran — pochi giorni dopo condotta all'altare da Rossini — c, alla Scala, Teresa Belloc e Luigia Boccabadati. All'esecuzione di questa sera gli interpreti hanno concorso con seria preparazione, come a coscienzioso adempimento dell'impegno assunto; ma anche, si direbbe, con non eccessiva convinzione, e con moderato trasporto: a cominciare dal direttore Carlo Franai, pre ciso ed equilibrato, ma in altre occasioni maggiormente dinamico. La protagonista Virginia Zeani ha superato vittoriosa mente le impervie difficoltà vocalistiche, ma senza imperiosi slanci. Degnamente le si affìan cavano la mezzo-soprano An- na Maria Rota, il basso Paolo Washington, il tenore Gastone Limarmi, mentre l'altro tenore — poiché l'opera comporta la singolarità di due tenori an- tagonisti — il giovane Nicola Tagger, era inviato inopinatamente allo sbaraglio in una parte di difficilissima tessitura. E ancora il Mazzini, il Moret ti, il Campi, e l'ottimo coro istruito da Michele LauroTratto da una tragedia Iran cese, il libretto del fecondo ma non eccelso Tottola, colloca l'azione, in mitica età, nell'iso la di Lesbo. Questo ha suggerito a Veniero Colasanti e a John Moore belle e suggestive scene, tendenti al monocromo, ispirate ad una sorta di pri mitivismo archeologico, e sontuosi quanto solenni costumi; mentre severità di stile e classicità di movenze ispiravano l'esperta regìa di Margherita Wallmann. Il pubblico ha ac colto il ritorno dell'opera con grande festosità, applaudendo a lungo, e con caloroso fer vore, anche a scena aperta, maestro, cantanti, artefici del la scena. \^ a> Importante ripresa di un'opera dimenticata

Luoghi citati: Bergamo, Firenze, Iran, Napoli, Parma