Noto magistrato arrestato a Lecce è accusato di peculato per 8 milioni
Noto magistrato arrestato a Lecce è accusato di peculato per 8 milioni Noto magistrato arrestato a Lecce è accusato di peculato per 8 milioni Portato in carcere a Firenze - Dice: «Sono innocente, tutto verrà chiarito» - Avrebbe trattenuto il denaro sequestrato durante una inchiesta - E' il giudice che diresse l'indagine sulla Federconsorzi (Dal nostro corrispondente) Firenze, 9 aprile. Un magistrato di Lecce, il sostituto procuratore della Repubblica dott. Aldo Limongelli, noto quale giudice inquirente nella inchiesta a carico della Federconsorzi svolta nel 1962 — è stato arrestato su ordine di cattura del consigliere istruttore presso il tribunale di Firenze dott. Alessandri: portato oggi nella nostra città il magistrato è stato rinchiuso nelle carceri delle Murate. Secondo quanto è stato possibile sapere, egli già nominato il proprio difensore nella persona dell'avvocato Giorgio Della Pergola. Il dottor Limongelli è accu sato di peculato per circa 8 milioni, reato che sarebbe avvenuto con la distrazione di denaro ricavato dalla vendita di alcune partite di vino. Il magistrato, infatti, aveva condotto una inchiesta sulla soft sticazione di una ingente quan tità di vini: l'indagine s'era conclusa con l'accertamento che nel prodotto in questione era stata immessa una certa quantità di zucchero allo sco po d'aumentarne la gradazio ne alcoolìca. L'autorità giudiziaria di Lecce, successivamente, liberò questi vini dal sequestro e li destinò al consumo perché il vino non fu giudicato nocivo alla pubblica salute. Messo in vendita sotto il controllo dell'autorità giudiziaria, il rica vato doveva essere mantenuto sotto sequestro (versandolo in un libretto di risparmio vin colato e intestato all'autorità giudiziaria) perché il procedimento penale contro i soflsticatorì continuava dato che in ogni modo vi era stata aite razione. Il denaro sequestrato doveva servire di garanzia al le eventuali pene pecuniarie che sarebbero state inflitte ai responsabili. Il dottor Limongelli, a quanto pare, invece di compiere il versamento secondo le norme di legge, avrebbe depositato la somma in un libretto di conto corrente intestato al suo nome. Vi fu un'inchiesta e, come prescrive la procedura, della questione dovettero interessarsi magistrati di una sede diversa da quella dell'inquisito: i giù dici della Suprema Corte di Cassazione scelsero Firenze per la prosecuzione dell'istruttoria. Il consigliere istruttore dott. Alessandri e il sostituto procuratore Meuci — tempo fa: quando ancora il dottor Limongelli era in libertà — si recarono a Lecce procedendo a vari interrogatori e ascoltando anche lo stesso magistrato. Tornati a Firenze, fu emesso nei confronti dell'inquisito un mandato di cattura e il dottor Limongelli fu arrestato nella sua città il 22 marzo scorso, Risulta che il magistrato, durante il viaggio da Lecce a Firenze, si è più volte detto innocente: «Si trotta di un equivoco; tutto verrà chia rito*. g. c. // idi L
Persone citate: Aldo Limongelli, Alessandri, Giorgio Della Pergola, Limongelli
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