«Fu mio padre che diede a Turati il motoscafo per la fuga in Corsica»
«Fu mio padre che diede a Turati il motoscafo per la fuga in Corsica» ( LETTERE AL DIRETTORE , «Fu mio padre che diede a Turati il motoscafo per la fuga in Corsica» Signor Direttore, le cronache del dramma « II processo di Savona », messo in scena dal Teatro Stabile di Genova, lasciano in ombra un aspetto della fuga di Turati in Corsica che io desidero vedere ricordato. Il motoscafo « Orpes » impiegato per l'espatrio clandestino di Turati, fu dato a prestito da mio padre Francesco Spirito e da me, disinteressatamente per poter con esso porre in salvo la vita minacciata di Filippo Turati. Era, allora, semplicemente una prassi dare a prestito il motoscafo: noi eravamo allora benestanti. Di fronte alle perplessità espresse dai soci di mio padre, all'ultimo momento, Carlo Rosselli offrì — mi dissero do¬ po — una garanzia provvisoria per i rischi di danni e di perdita del natante, e ciò "perché nessun'altra persona o ditta, a Savona, avrebbe potuto, e voluto, dare il natante per unello scopo espressamente confesso; mentre il tempo stringeva. Il motoscafo venne poi sequestrato quale corpo di reato, e la garanzia venne Incamerata dalla ditta. Resta il fatto che io diedi, in senso politico di antifascista, la prima incondizionata adesione ad ottenere, a prestito, il motoscafo presso mio padre, e fui io a convocare la prima riunione della « congiura » sotto la storica « Torretta » di Savona, in pieno giorno, riunione alla quale parteciparono Lorenzo Da Bove (colui che mi chiese il motoscafo), Adriano Olivetti, Ferruccio Farri, Carlo Rosselli, ed io stesso. Mio padre fu compagno di catene, di carcere e di processo, di Parri e di Rosselli, per undici mesi, e alla sua morte il 20 febbraio 1949 il giornale socialista 11 Lavoro di Genova, pubblicò tin necrologio che ricordava il contributo del defunto... « che si adoperò per la fuga di Turati, Pertini e compagni, fornendo il motoscafo... ». Mi permetto attirare la Sua attenzione sul fatto che il cervello e la volontà politica di quell'episodio fu Carlo Rosselli. Potrei fornirLe una trascrizione della copia fotostatica della di Lui lettera al giudice istruttore del noto processo, una lettera di alto contenuto morale e politico. Coi migliori saluti. Edilio M. Spirito
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